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L’autorevole «Osservatore Romano» del 3 marzo 1922, nell’articolo di fondo
ove parlava delle Missioni protestanti e della loro propaganda,
citava
uno scorso una
conferenza del pastore Gilbert, di Filadelfia,
conferenza tenuta a Chicago, in una riunione della chiesa episcopale metodista.
I metodisti stanno apprestandosi ad un mirabile piano di organizzazione
e di propaganda della loro dottrina
Il pastore affermava testualmente «È necessario formare in cinque anni
300 nuovi missionari che sappiano parlare diverse lingue e che si votino alla salute
delle anime»; e continuava: «Noi dobbiamo vegliare d’accordo con le nostre università,
a ciò che questi uomini ricevano una istruzione completa.
Boston cominciò già a debuttare in questo senso per la conquista al metodismo
degli italiani e dei portoghesi. A Drew tutto è già preparato per attirare a noi gli italiani.
A Chicago ci occuperemo degli italiani e dei russi: a Berea, a Ohio, dei russi dei polacchi
e dei boemi; a Denver, degli italiani e dei messicani; a Salem, dei norvegesi, danesi
e svedesi, ed a Los Angeles, degli spagnoli, messicani e portoghesi.
La chiesa metodista non chiuse mai l’orecchio ad un appello per la evangelizzazione,
e tanto meno lo farà stavolta».
La documentazione è più che sufficiente per impressionare i cattolici
e noi figli della Div. Provv.
Se
Ma se l’America del nord è buon campo di lavoro
per i Metodisti,
anche altri continenti conoscono gli sforzi di questa e di altre sette
I protestanti hanno organizzato tutto un piano di evangelizzazione
dell’America
del sud e dell’Africa meridionale. Sono
I presbiteriani, i battisti gli anglicani,
gli olandesi riformati si riunirono a Maritzbonrg dove un Vescovo anglicano propose
a tutti i convenuti, all’unanimità approvarono tutto un piano nuovo di lavoro,
ai danni della chiesa madre di Roma e di propaganda per trarre a se.
Sono fatti che si impongono alla meditazione di quanti amano Gesù Cristo,
la chiesa di Gesù Cristo e le anime di Gesù Cristo.
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