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[l’azzurro è dattiloscritto]
La Piccola Opera della Divina Provvidenza
è
una umile Congregazione religiosa di data recente, sorta
in Italia,
italiana di origine, moderna nei suoi uomini e nei suoi sistemi, tutta e solo
consacrata al bene del popolo e dei figli del popolo, - affidata alla Divina Provvidenza.
Nata,
dunque dunque, per i
poveri, a raggiungere il suo scopo,
essa pianta le sue tende nei centri operai, di preferenza nei rioni e sobborghi più poveri
che
sono ai margini delle grandi città. È
nata per i poveri, vive piccola e povera
tra
i piccoli e i poveri, e se la fa fraternizzando, con gli umili
lavoratori. industriali,
e vive, piccola e povera, tra i piccoli e i poveri, fraternizzando con gli umili lavoratori -
c
Confortata dalla benedizione della chiesa, dal valido
appoggio delle Autorità
e da quanti sono spiriti aperti ai nuovi tempi e di cuor largo e generoso,
che
sanno comprendere i bisogni del popolo, essa tutta si da a
moralizzare
e
ad evangelizzare nelle via della fede, del progresso e della civiltà
le turbe,
educando
i piccoli e le masse popolari ad onesto vivere cristiano e civile,
ed
a proficuo lavoro; Al popolo essa va più
che con le parole la
parola con l’esempio
e l’olocausto d’una vita dì e notte immolata con Cristo all’amore
e alla salvezza dei fratelli.
La
Piccola Opera, pur Questa istituzione è di schietta
marca cattolica e italiana,
senza
reticenze: anche all’Estero svolge opera
apostolato di fede opera di fervida italianità.
Pur
vivendo un’unica fede, pur avendo un’anima e un cuor solo e un’
unità di governo,
svolge
sviluppa, per altro, attività
diverse molteplici
secondo le diverse svariate
necessità degli umili ai quali essa
va incontro, adattandosi
per la carità di Gesù Cristo
alle diverse
esigenze
esigenze etniche delle nazioni
tra cui la mano di Dio la va trapiantando.
Essa
non è, dunque, unilaterale, ma pur di arare Cristo e la sua civiltà
nei solchi
negli
strati più umili e più bisognosi della umanità, assume forme e
metodi diversi,
differenti, crea e alimenta diversità di istituzioni, valendosi nel suo apostolato
di
tutte l’esperienze le
esperienze e i
dei nobili suggerimenti
della carità che
attinge
dalle locali Autorità.
Suo
anelito è la diffusione tra il popolo dell’Evangelo
e degli insegnamenti
della
chiesa, e dell’amore al dolce Cristo in terra
nonché d’uno spirito più vivo
e
più grande di fraterna carità, che
tra gli uomini, rivolto ad elevi
sotto ogni riguardo,
le
classi operaie e salvi i popoli elevare
religiosamente e socialmente le classi
dei lavoratori, a salvare i diseredati da ideologie fatali,
ad
edificandoli ed unificandoli in
edificare ed unificare i
popoli in in Cristo.
Suo
campo è la carità quella
carità che nulla esclude della
verità e della giustizia,
ma
che
la verità e la giustizia
fa nella carità. nell’amore
santo di Dio e degli uomini.
La Piccola Opera vuole servire, e serve con l’amore: essa, deo adiuvante,
si propone di attuare praticamente le Opere della cristiana misericordia a sollievo morale
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e materiale dei miseri: - sua vita è amare, pregare, educare, patire, sacrificarsi con Cristo:
suo privilegio è servire Cristo nei poveri più abbandonati e reietti.
E
«La sua carità non serra porte», ma vuol farsi tutta a tutti i più
afflitti della vita,
per
tutti trarre a Cristo.
Ha per grido il «Charitas Christi urget nos» di S. Paolo, e a programma
il
verso dantesco: «La
nostra carità non serra porte».
Essa
abbraccia accoglie e
abbraccia tutti che hanno un dolore, che
ma che non hanno
chi
li accoglie dia loro un
pane, un tetto, un conforto: vuol farsi
si fa tutta a tutti
per tutti trarre a Cristo.
Ond’è che, sorta da un palpito vivificante di quell’amore che è sempre desto
e sempre pronto a tutti i bisogni dei fratelli doloranti, questa piccola Opera
della Divina Provvidenza vuol essere come una corrente di acque vive e benefiche
che
dirama i suoi canali ad irrigare e fecondare di Cristo molte
terre, ma sempre gli strati
tellurici
più umili e bisognosi più aridi e dimenticati.
Essa è una pianta novella, sorta ai piedi della chiesa e nel giardino d’Italia,
non per opera d’uomo, - ma di un soffio divino della bontà del Signore.
E,
di anno in anno, va allargando i
suoi rami sviluppandosi, alla
luce
e
al calore di Dio, e li distende,
a seconda delle diverse regioni e formalità,
a
conforto di migliaia e migliaia di corpi e di spiriti, pianta unica,
ma rami diversi,
con
diversi e non sempre
più numerosi rami, vivificati tutti dall’unica
stessa linfa,
tutti
rivolti al cielo, fiorenti (tutti)
di amore a Dio e agli uomini.
È
questa forse la più piccola ma
non la meno vitale Opera minima tra le Opere
di
fede e di carità uscita
sgorgata dal cuore del
Signore di Gesù, ma non vuol essere
seconda a nessuna nel consumarsi d’amore a servizio della chiesa, della Patria
e del povero popolo.
E
ci conforta il pensiero che Iddio abbia voluto suscitarla per
confondere
la
nostra miserabilità e superbia: t Tutto
ci dice che Egli solo
Dio é che l’ha suscitata
e
che la va estendendo, malgrado nostro,
la nostra miserabilità, attraverso
prove
quanto
mai dolorose e pur talora
fin umilianti, per ignem et
acquam,
forse
per dare aiuto di fede agli
a noi uomini di poca fede.
e perché In un’epoca
di
positivismo, di materiali
terrene cupidigie e di danaro,
essa elevi essa si
propone,
col divino aiuto, di elevare i cuori e le menti a quel bene che non è terreno, e che solo
può
riempire e far pago di sé il cuore dell’uomo, e
perché nelle mani della chiesa,
cooperi,
in umiltà, a cristianizzare e salvare i piccoli, gli umili e i
sofferenti
più
abbandonati. modestamente cooperando, in umiltà
grande
e
d’inginocchio, con ai piedi della
chiesa, - con ai piedi di Roma, con Roma
e
per Roma, - a mantenere fedele o a ricondurre il popolo a
Cristo, a alla chiesa
salv
alla F fede e alla Patria, - a salvare i piccoli, gli
umili, i più insidiati o più sofferenti
fratelli in Cristo.
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