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Ai miei indimenticabili Benefattori e Benefattrici
del Piccolo Cottolengo di Genova
La Divina Provvidenza protegge in modo speciale tutti quelli che si adoperano per
il Piccolo Cottolengo: essi saranno in particolarissimo modo benedetti da Dio, e faranno
una morte consolata.
Distinta signora,
La pace di Gesù Cristo sia sempre con vostra signoria e famiglia!
Ho il piacere di farle conoscere che, nel pomeriggio di lunedì 20 giugno alle ore 16,
sua Ecc. rev.ma Mons. Dalmazio Minoretti, venerato Arcivescovo di Genova,
si degnerà visitare il Piccolo Cottolengo, sezione di Quarto, presso la chiesa di San Gerolamo.
E darà la Cresima a parecchi orfani, orfanelle e a ricoverati adulti.
Egli verrà dunque, nel nome benedetto di Dio, tra quei poveri nostri fratelli che la cristiana
carità di vostra signoria tante volte mi ha generosamente aiutato a togliere dalle strade, a vestire, a
dar loro un letto, pane e conforto.
È dunque con inesprimibile gioia che io vengo oggi, anche da parte di quei nostri poveretti,
ad invitare la signoria vostra a volersi trovare insieme con noi lunedì, a far omaggio e corona
all’amato pastore e padre.
Grande onore è per me e per il Piccolo Cottolengo di Genova la visita di sua Ecc. rev.ma
Mons. Arcivescovo! E ho fede che sarà essa per questa umile Opera di carità una vera
benedizione del cielo, come pure un grande impulso ai nostri benefattori e a tutti i genovesi a
volerci continuare la loro benevolenza. Ond’è che vorrei che tutti i benefattori, che la Divina
Provvidenza ci ha suscitati d intorno, fossero presenti e conducessero con se le loro famiglie e
persone amiche, perché tutti prendano parte alla serena festa dei più poveri e abbandonati nostri
fratelli.
La visita di sua Ecc. Monsignor Minoretti non è per noi solo la visita del pastore, del
maestro, del padre in Cristo, ma è la visita stessa di Gesù Cristo che viene a spargere olio e
balsamo sulle piaghe della umanità sofferente, a consolare i dolori di tanti miseri, i quali, appunto
perché non hanno potuto essere accolti in altri benemeriti Istituti della città sono forse i prediletti
di Gesù, «tesori della santa chiesa di Dio», secondo la viva espressione del grande diacono e
martire San Lorenzo.
Nell’Arcivescovo che viene io e tutti i poveri del Piccolo Cottolengo intendiamo quindi di
ricevere, di onorare la persona stessa di Gesù Cristo, e lo vogliamo accogliere, pur nella nostra
povertà, con quella fede e slancio di amore dolcissimo, come faremmo col Signore: vogliamo che
egli si senta tra di noi non solo Vescovo, padrone e padre, ma come fosse proprio Gesù.
E perché tra qualche mese saranno cento anni dacché il Beato Cottolengo, dal quale questa
casa prende nome e spirito, - ha dato principio al suo apostolato, cosi desideriamo che questo
primo centenario sia colla venuta dell’Arcivescovo particolarmente celebrato.
Nel settembre del 1827, aveva il beato Giuseppe Cottolengo assistito all’agonia e morte
d’una povera donna francese, madre di tre bambini, che non era stata ricevuta negli ospedali di
Torino. Grandemente commosso e ispirato dalla santa Madonna, concepì allora il pensiero di
aprire una Casa dove fossero raccolti gli infermi e infelici d’ogni maniera, d’ogni parte, d’ogni
religione: ciechi, storpi, epilettici, sordomuti, deficienti etc., gli abbandonati, in una parola, da
tutti, i rifiuti della società.
E al Deposito della Volta Rossa, con due camere e quattro letti, diede poi principio alla
Piccola Casa della Divina Provvidenza in Torino.
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Ora, a ricordo di questo fausto centenario, si inaugurerà Lunedì 20 corr. al Piccolo
Cottolengo di Quarto la prima statua che Genova alza al Santo dei poveri più derelitti.
Essa verrà benedetta per le mani di Mons. Arcivescovo.
È un bel gruppo, simile a quello che sorge sulla Piccola Casa di Torino viene da Torino, ma
è dono di un nobile Genovese. Genova, - che vide più volte tra le sue mura il beato, ed ebbe il
padre Alberto, fratello del Cottolengo, per tanti anni a parroco venerato di Santa Maria di Castello,
era ben giusto che alzasse al beato una statua, in questo primo centenario della carità, e che il
monumento sorgesse tra i poveri d’ogni sorta raccolti al Piccolo Cottolengo in Quarto dei Mille.
Miei cari benefattori, tutto per Dio, tutto per le anime, tutto e sempre tutto in Domino!
Umili e fedeli ai piedi della s. chiesa, del Papa, dei Vescovi dei parroci, dei sacerdoti e di ogni
autorità: come figli, come servi, come stracci! Sempre avanti così, sotto lo sguardo della Divina
Provvidenza, gettandoci sotto i piedi di tutti, per consolare e aiutare tutti con dolce carità
in Domino!
O Divina Provvidenza! o Divina Provvidenza! Nulla è più amabile e adorabile di te, che
maternamente alimenti l’uccello dell’aria e il fiore del campo: i ricchi e i poverelli!
Tu apri le vie di Dio e compi i grandi disegni di Dio nel mondo!
In te ogni nostra fiducia, o Santa Provvidenza del Signore, perché tu ci ami assai più che
noi amiamo noi stessi! No che, col divino aiuto, non ti voglio più indagare: no, che non ti voglio
più legare le mani: no, che non ti voglio più storpiare; ma solo voglio abbandonarmi interamente
nelle tue braccia, sereno e tranquillo.
Fa che ti prenda come sei, con la semplicità del bambino, con quella fede larga che non vede
confini! «Fede, fede, ma di quella...» - di quella del beato Cottolengo, il quale trovava luce da per
tutto, e vedeva Iddio in tutti e per tutto! - Divina Provvidenza! Divina Provvidenza!
Dà a me, povero servo e ciabattino tuo, e alle anime che pregano e lavorano in silenzio e
sacrificio di vita attorno ai poverelli: dà ai cari benefattori nostri quella latitudine di cuore, di
carità che non misura il bene col metro né va con umano calcolo: la carità che è soave e dolce, che
si fa tutta a tutti: che ripone sua felicità nel poter fare ogni bene agli altri silenziosamente: la carità
che edifica e unifica in Gesù Cristo, con semplicità e candore.
Benefattori de1 Piccolo Cotto1engo, Gesù ha detto: «Qualunque cosa avrete fatta a questi
miei minimi, l’avrete fatta a me stesso».
Quali parole per chi ha viva fede! quale incoraggiamento ad essere misericordiosi e
caritatevoli! L’amore di Gesù Cristo divampi nei nostri cuori, e divamperà l’amore del prossimo, -
e una grande luce di Dio si alzerà su Genova e sulla Liguria!
O santa divina Provvidenza! ispiratrice e Madre di quella carità che è la divisa di Cristo
e de’ suoi discepoli: anima tu, conforta e largamente ricompensa in terra e in cielo quanti,
nel nome di Dio, fanno da padre, da madre da fratelli, da sorelle agli infelici raccolti
al Piccolo Cottolengo di Genova.
Miei benefattori, vi aspetto dunque: nessuno manchi! Che le benedizioni dei nostri poverelli
Vi seguano per tutta la vita!
Deo gratias! Deo gratias! Con grato animo, devotissimo e obbligatissimo servitore in Gesù
Cristo e nella santa Madonna.
Sac. Luigi Orione
dei Figli della Divina Provvidenza
Genova, Città di Maria SS.
Quarto dei Mille - Dal Piccolo Cottolengo - 16 Giugno 1927
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