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          Tortona, Luglio 1931 - A. IX.


 Molto Reverendo Signore,


 La pace di Nostro Signore Gesù Cristo sia sempre con noi!

 Vorrei venire da Vostra Signoria in persona, ma, poiché non m’è possibile,

fidato nella sua bontà, La prego di ascoltarmi benevolmente anche di lontano.

 Rimarrò grato alla Signoria Vostra se vorrà coadiuvarmi nell’opera di ricerca

di sante vocazioni; poiché di questo vengo appunto ad interessarLa in Domino:

vengo a far questua di vocazioni. E cerco specialmente giovanetti che mostrino desiderio

di farsi sacerdoti o fratelli Coadiutori, e siano disposti, col consenso delle famiglie,

a far parte di questa nascente Congregazione dei Figli della Divina Provvidenza,

la quale, perché benedetta dal Vicario di Gesù Cristo e dai Vescovi,

poté in breve estendere anche fuori d’Italia le sue tende: a Rodi, in Palestina, in Polonia,

nell’Uruguay, in Brasile e in Argentina.

 Essa è pronta ad accettare fanciulli poveri, purché diano buona speranza

per la Chiesa. E li educherà, con l’aiuto dl Dio, nella dottrina di Gesù Cristo,

a solida ed ignita pietà eucaristica, a fervido spirito di carità e di apostolato,

assistendoli con cura particolare negli studi e nella formazione religiosa.

 «La messe e molta, ma gli operai sono pochi».

 Fratello, diamo operai e buoni operai ai vasti campi della fede e della carità!

 L’occhio esperto della Sig. Vostra avrà, certo, ravvisato in qualche umile fanciullo

un raggio di celeste vocazione: sono i piccoli Samueli che la Provvidenza Divina

va ognora suscitando a servizio della Chiesa e per la dilatazione del Regno di Dio

nel mondo.

 Io non vengo, no a mietere: - lascio che mietino i Vescovi per i loro Seminari;

poi, come quando ragazzo andavo con la mia povera madre a spigolare

lungo i solchi solatî, vengo anch’io, in Nomine Domini, a raccogliere quelle spighe

lasciate indietro, le umili spighe che potrebbero andare sperdute. E, con la divina grazia,

cercherò trarre anche da esse alimento e pane di vita per le anime.

 «Molti sono i chiamati al servizio dell’altare», scriveva quel gran Servo di Dio

che fu Don Rua ma molti si perdono, perché non sempre possono essere aiutati.

 Se dunque la Signoria Vostra avesse scorto nei buoni fanciulli

che frequentano la chiesa un qualche giovanetto povero, forse un po’ dimenticato,

ma col candore dell’innocenza e i segni della vocazione al servizio di Dio,

mi permetta che, umilmente, io La preghi di volermelo indirizzare.

 Negli anni scolastici 1928-29-30-31, ne ho accolti più di cinquecento,

e diedero risultati soddisfacentissimi.

 Quest’anno, Deo adiuvante, spero di poterne accettare almeno altri duecento,

per trarne delle pietre vive pel Santuario. Ho aperto apposito Seminario in Voghera

(Lombardia), un aspirandato in S.Severino Marche (Macerata), altro nella Villa Soranzo

a Campocroce di Mirano (Venezia).

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Quest’anno apro due nuovi probandati: a Genova e a Roma.

Abbiamo Corsi preparatori per quegli aspiranti che non fossero sufficientemente

maturi per il Ginnasio. Userò a tutti ogni possibile facilitazione. La Santa Madonna

mi aiuterà!

 Le vocazioni al Sacerdozio di fanciulli poveri sono, dopo l’amore al Papa

e alla Chiesa, il più caro ideale, il sacro amore della mia vita.

 Misericordiosamente condotto dalla Divina Provvidenza, per essi

e cominciata questa «Piccola Opera»: per essi fu aperta la nostra prima Casa in Tortona,

per quelli, cioè, che il Vescovo non aveva potuto, suo malgrado, accettare in Seminario.

E Iddio ha dato incremento: quanti buoni Sacerdoti si sono formati, e anche dei Vescovi!

 Per le vocazioni dei fanciulli poveri quanto camminare! ho salito tante scale:

ho battuto a tante porte! E Iddio mi portava avanti come il suo straccio.

 Ho sofferto fame, sete e umiliazioni le più dolorose: e pur parevano

biscottini di Dio! Mi sono anche coperto di molti debiti; ma la Divina Provvidenza

non mi ha mai lasciato far fallimento. E avrei a grande grazia se Gesù volesse

concedermi di andare, per le vocazioni, mendicando il pane sino all’ultimo della vita.

Pel carattere dunque proprio di questa nascente Congregazione,

vengo in questua di vocazioni e anche di vocazioni tardive: sia pel Sacerdozio

che per fratelli laici o Coadiutori, dei quali abbiamo grande bisogno, tanto in Italia

che all’Estero, nelle Missioni e nelle Scuole pei figli degli italiani emigrati.

 Ricevo anche uomini fatti, purché liberi: contadini, artigiani, vedovi,

basta siano di buona salute e di buona volontà. Tutti quelli che si sentono chiamati

e validi a darmi una mano per esercitare l’Apostolato della Carità nei Collegi,

Oratori festivi, nelle Colonie Agricole, nelle Scuole Professionali: Tipografie,

Officine meccaniche, Falegnamerie, Laboratori d’arti e mestieri, - come pure

negli Ospizi, Case di ricovero, che la Mano della Provvidenza va aprendo

a salvezza della gioventù o a conforto degli umili: - tutti possono trovare la loro nicchia,

il loro posto di lavoro, poiché in queste Istituzioni di Carità multae sunt mansiones.

 Chi persevera resta con noi, come in casa sua, da sano e da ammalato,

per tutta la vita.

 Per i disingannati del mondo poi, che intendono darsi a Dio in una vita

di raccoglimento, di preghiera e di oblio, abbiamo gli Eremiti.

Gli Eremiti della Divina Provvidenza vivono nella pace della solitudine,

pregando e lavorando; e si ammettono aspiranti anche di giovane età,

come già faceva S. Benedetto.

 E poi? poi non ho ancora finito, perché ho anche le Suore.

La Divina Provvidenza gioca. Da qualche anno Essa mi venne sviluppando

tra mani una nuova Congregazione di Suore, dette le Missionarie della Carità.

E già sono sparse nel Piemonte, in Lombardia, nel Veneto, nell’Emilia, nelle Marche,

a Roma ed in Calabria e fino in Polonia; dodici sono partite per le Missioni

dell’Argentina e dell’Uruguay.

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 Quante siano, non lo so. So che, in genere, le Suore sono un po’ come le formiche:

si danno attorno, crescono, si moltiplicano come le formiche. Però, al bisogno,

son sempre poche, perché me ne chiedono da tutte le parti per Asili, Scuole Materne,

Ospedali, Ricoveri di mendicità etc.

Ond’è che, se la Signoria Vostra mi mandasse buone vocazioni per Suore,

Le sarei assai tenuto.

 Vi e pure una sezione di suore per le vedove. Ho poi anche le cieche Suore,

sono Sacramentine.

 E poi ... e poi se la Divina Provvidenza continuerà a giocare, vedrete, tra pochi anni,

cosa andrà a saltar fuori dalle mani del Signore.

 È tutto Nostro Signore che fa, è Nostro Signore, direi, che gioca.

 Colui che parlò per bocca dell’asina di Balaam, non ha trovato sulla terra

creatura più misera di me, affinché si conosca che ogni bene è da Lui.

Non cerco dote, non pongo limiti di età per nessuno, - solo cerco

che abbiano buono spirito, buona salute, buona volontà di amare e servire Gesù Cristo:

di lavorare in umile obbedienza, di sacrificarsi nella carità, di fare del bene ai poverelli,

servendo Gesù nei poverelli.

 Perché noi siamo per i poveri, - anzi per i più poveri e più abbandonati.

 Veda un po’, caro Signore e fratello mio nel Signore, quanti pensieri vengo a darLe,

quante persone viene a chiederLe questo Fra Galdino della Divina Provvidenza.

Quel tal Fra Galdino del Manzoni si contentava di andare alla cerca,

alla questua delle noci: io invece, (sarà colpa dei tempi che progrediscono!)

se Vostra Signoria non starà in guardia, finirò di cercare e di portar via anche Lei ...

E chi sa mai?... Chissà che un giorno ... Dio volesse!...

 Per ora mi accontento di chiederLe umilmente di mandarmi delle vocazioni,

buone vocazioni, molte vocazioni!

 Anime e Anime! - Cerco anime! Cerco, col divino aiuto e di Vostra Signoria,

di far opera suscitatrice di buoni Religiosi, di santi Sacerdoti, di Apostoli.

 Chi non vorrà aiutarmi ? Fatemi questa carità, per l’amore di Dio benedetto!

 Mi affido a Nostro Signore e alla intelligente bontà e zelo di Vostra Signoria.

 Di quanto farà, La benedica Iddio di una benedizione grande!

Pregherò sempre per Lei, e Le prometto di esserLe grato, particolarmente all’Altare.

 Mi permetta ora di abbracciarLa fraternamente in osculo Christi, e mi abbia

con ogni ossequio per Suo umile ed Obbl.mo servitore e fratello in Gesù Cristo

e nella Santa Madonna.


          Sac. Luigi Orione

          della Divina Provvidenza


 P. S.  Sarò riconoscente a Vostra Signoria se avendo proposte o domande,

che Ella ritenesse meritevoli di esser prese in considerazione vorrà scrivermene

direttamente quanto prima.

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 Indirizzo: Don Orione - Casa della Divina Provvidenza - Tortona (Provincia

Alessandria).

 Quelli delle Marche, dell’Umbria e Romagna possono anche rivolgersi

ai nostri Direttori «Istituto Sacro Cuore» a Castello, In San Severino Marche (Macerata);

Istituto Mons. Gentile in Fano (prov. Pesaro).

 Pel Veneto ai Direttori: Istituto Manin, Venezia - Istituto Gerolamo Emiliani,

Zattere in Venezia - Istituto Berna a Mestre - Istituto Camerini Rossi, Via Beato Pelle-

grino in Padova - Direttore di Vllla Soranzo a Campocroce di Mirano (Venezia).



PROGRAMMA

per l’accettazione di studenti pel Sacerdozio e di fratelli Coadiutori


 Sono aperti in Tortona a Via Emilia n. 27 (Prov. di Alessandria) e in Voghera

Via Emilia 127 (pr. Pavia); in San Severino Marche (Macerata); a Villa Soranzo

in Campocroce di Mirano (Venezia); in Genova e a Roma appositi Istituti

per gli Aspiranti alla umile Congregazione dei Figli della Divina Provvidenza,

sia che essi desiderino di essere Sacerdoti che fratelli laici Coadiutori. -

Le domande possono rivolgersi anche alle altre Case della Congregazione.

 Con l’aiuto del Signore, educheremo i giovanetti che ci saranno indirizzati

a spirito di umiltà e di pietà: a vita di sacrificio e di Apostolato: istruendoli bene

nel Catechismo e Storia Sacra, assistendoli con cura particolare negli studi,

per dare operai e buoni operai ai vasti campi della Fede e della carità.

 E, Deo adjuvante e la Santa Madonna, confidiamo che un giorno molti dei giovani

che ci vengono inviati potranno essere di aiuto anche ai Rev.di Parroci,

e sempre di conforto al cuore dei Vescovi e della Santa Chiesa.

 Dagli Aspiranti si richiede:

 1) Che siano almeno stati promossi alla Vª Elementare. Pei Fratelli laici,

invece, la promozione alla Vª non è necessaria.

 2) Siano di costituzione sana e di famiglia esente da malattie ereditarie di etisia,

epilessia, pazzia, ecc. - Il tutto comprovato da attestato medico, e confermato

dalla visita medica dell’Istituto.

 3) Di capacità più che mediocre: d’indole pia e docile: di carattere franco, leale:

di cuore non gretto, ma grande, che già riveli il desiderio vivo di amare Dio

e di dar la vita per far del bene a tutti e salvar anime.

 4) Mostrino inclinazione e indizî allo stato religioso.

 5) Per quelli poi gia adulti, essi devono chiaramente conoscere

che vengono per seguire Gesù Cristo, vivendo in umiltà la vita dei Consigli Evangelici,

nel quotidiano rinnegamento di sè, crocifissi e nascosti con Cristo in Dio.  E per la grazia

e nell’amore di Dio benedetto, restando umili e fedeli al piedi dei Vescovi e del Papa,

dovranno tutti aspirare a fare pieno olocausto della vita per diffondere,

specialmente nei piccoli nei poveri e più derelitti nostri fratelli, i conforti

di quella divina carità di Gesù Cristo che non serra porte, che non vede confini;

che sola edifica e unifica nel Signore, che sola potrà salvare la società.

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6) Non si ricevono quelli che fossero stati espulsi da Seminari o da altri Istituti

e Collegi: né quelli che avessero difetti fisici o abitudini che potessero nuocere

ai compagni. Cosi, in via ordinaria, non si ammettono figli unici né figli di madre vedova,

perché si e dovuto constatare che, in generale, dopo che li abbiamo ben cresciuti, educati,

istruiti essi ci vengono sobillati e tolti. Non si accettano adulti che siano obbligati

a provvedere ai genitori o agli avi, costituiti in grandi necessità.

 7) Non si manda il foglio di regolate ammissione ad alcun Aspirante,

senza che prima ci siano inviate:

  a) Fedi di nascita, di Battesimo, di Cresima; attestati di vaccinazione

o sofferto vaiuolo, di buona condotta del Parroco e di sana costituzione fisica,

esente da malattie ereditarie.

  b) Attestato degli studi percorsi.

  c) Consenso scritto dei Genitori, o Tutori pei minorenni.

  d) Se l’aspirante fu già in qualche Seminario, Collegio, Istituto,

Congregazione od Ordine religioso, si richiedono anche le lettere testimoniali date,

secondo i diversi casi, dal Rettore del Collegio o Seminario, udito l’Ordinario del luogo,

o dal Superiore Maggiore dell’istituto o Congregazione od Ordine Religioso dove è stato.

  e) Se l’aspirante fosse già Chierico, deve mandare il certificato dell’Ordinazione

e le lettere testimoniali degli Ordinari nelle Diocesi dei quali avesse dimorato

oltre un anno moralmente continuo.

 8) Tutti, senza eccezione di età, devono fare un deposito equivalente

alla spesa di viaggio, in caso che!.. l’aspirante, per qualunque ragione,

dovesse ritornare in famiglia.

 9) Nostro principio è che chi può vivere del suo, o per quel tanto

che un Aspirante può contribuire del suo non deve venire a sfruttare la carità altrui,

né ad impedire un maggior bene ad altri, il che non sarebbe né cristiano né onesto.

Perciò gli Aspiranti pagheranno L. 60 mensili il primo anno, L. 40 mensili

il secondo anno e L. 20 mensili il terzo anno. Per l’uso della lettiera, per inchiostro,

lume, servizio si pagano L. 50 d’entrata una volta tanto; esse non si restituiscono

anche se il giovane si fermasse un solo mese.

 10) In seguito gli Aspiranti non sono tenuti più ad alcuna pensione,

ma restano a carico dei parenti le spese dei vestiti, bucato cure mediche e medicine,

viaggi in famiglia, libri, finché abbiano emessi i primi voti;

in seguito l’Istituto provvede a tutto.

11) I giovani poi, che entrano dopo compiuti i 16 anni, sono dispensati

dalla pensione, ma pagano le L. 50 d’entrata e le spese come gli altri, vedi n. 10,

fino all’emissione dei primi voti; in seguito l’Istituto penserà a tutto.

12) La pensione si paga a trimestre anticipato.

 13) Si hanno tutti i riguardi affinché i cibi siano sani, sufficienti ed adatti all’età

e condizione degli Aspiranti. Il vitto sarà ordinato come segue: A colazione: Zuppa,

oppure pane e companatico. - A pranzo: Pane e minestra a volontà, una pietanza. -

A merenda: Pane. - A cena: Pane e minestra a volontà, pietanza.

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 14) L’istituto assicura le più vive sollecitudini affinché nulla manchi

di quanto può contribuire al profitto morale-religioso, intellettuale e sanitario.

 15) Gli alunni non possono ricevere o spedire lettere, giornali libri,

od altri oggetti, senza che passino prima per le mani del Direttore. - Chi affida un Alunno

si obbliga di ritirarlo, qualora venisse dimesso dall’istituto.

 16) Per gli Alunni vige un Regolamento interno, informato a pietà, studio

e disciplina, al quale tutti sono obbligati ad uniformarsi.

 17) All’entrata i giovani devono possedere il seguente corredo:

Materasso largo m. 1, lungo m. 1,90; lenzuola 4; baule 1; imbottita 1; cuscino 1;

copriletto 1; calze da estate paia 6, da inverno paia 6; flanelle da estate 3, da inverno 3;

scarpe paia 2; pettine 1; pettinetta 1; cappello 1; vestiti 3; catino 1; asciugatoi 8;

camicie da estate 4, da inverno 4; mutande da estate 4, da inverno 4; sapone e lucido;

spazzola da abiti 1, da scarpe 1; fodere da guanciale 4; tovaglioli 6; fazzoletti 10.

Ogni capo di biancheria dovrà portare il numero che sarà indicato nell’avviso

di accettazione. - Tasca o sacchetto per biancheria. - Dopo conveniente prova: Abito

chiericale.


N. B. - Per uniformità, l’Istituto s’incarica di provvedere a spese dei parenti

il berretto di divisa.

L’atto di mettere un giovane in Istituto equivale all’accettazione

in ogni singola parte di questo programma; di cui una copia dovrà essere firmata

dai Parenti o Tutori alla consegna dell’Alunno e restare presso la Direzione dell’istituto.

 Per qualunque altra informazione, rivolgersi a Don Orione - Tortona.

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