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Tortona, 21 settembre 1934 - A. XII.
Distintissimo Signore,
Mi fò dovere di invitare V. Signoria e la Sua distinta Famiglia
alla cerimonia di addio di un Gruppo di miei Missionarî.
La breve, commovente funzione si compirà in forma solenne
al Santuario della Madonna della Guardia alle ore 16 precise, di Domenica 23 c. m.
Dirò brevi parole di circostanza, e consegnerò ai Missionarî la Croce.
Con alta stima e grato animo, di V. Signoria e Famiglia
Suo dev.mo servitore in Cristo
Sac.te Luigi Orione.
Cerimonia d’addio ai Missionarî della Divina Provvidenza
Canto del Veni Creator Spiritus.
Lettura del capo XXVIII del Vangelo di S. Matteo, (V. 16-20).
Offerta di sè a Dio dei Missionarî per le mani della Madonna, al canto delle Litanie.
Benedizione e imposizione della Croce ai Missionarî per mano di Don Orione.
Discorso di Don Orione - Benedizione eucaristica.
Abbraccio di addio e bacio di pace ai Missionarî al canto del salmo della fraterna carità:
Ecce quam bonum et quam jucundum habitare fratres in unum.
Quam speciosi pedes evangelizantium pacem, evangelizatium bona!
Quanto son belli e degni della nostra venerazione i piedi dei Missionarî,
veri Angeli della terra, i quali vanno a portare lontano la buona novella dell’Evangelo,
la luce della civiltà e il nome glorioso d’Italia e della nostra Tortona!
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Ecco come l’eminente scrittore Luigi Veuillot descrive un emozionante
Addio dei Missionarî: «Io assisteva una sera a una tale cerimonia:
me la rammenterò sempre. Quella sera erano sette Missionarî che dovevano partire,
e gli schiamazzi della strada accrescevano, se ciò era possibile,
il sentimento di venerazione col quale le labbra baciavano quei piedi benedetti
sui quali il fango doveva diventare un ornamento più brillante e più prezioso dell’oro.
D’un tratto di mezzo agli astanti si avanza un vecchio, che cammina a stento:
uno dei Superiori della Comunità lo sostiene. Un’indicibile emozione, alla quale
i giovani Missionari non poterono sottrarsi, si diffonde per la chiesa e le voci
si affievoliscono. Era una specie d’ansietà che ognuno sentiva, senza che alcuno
ne sapesse il perché. Il vegliardo s’avanza lentamente. Giunto all’altare baciò,
successivamente, i piedi ai quattro primi Missionarî; il quinto con movimento istintivo,
s’inchinò stendendo le mani per impedirgli d’inginocchiarsi davanti a sé.
Non pertanto il vecchio s’inginocchiò, o piuttosto si prosternò; impresse le sue labbra
sui piedi del giovane che impallidì; vi compresse la sua fronte e i suoi capelli bianchi,
e, finalmente, lascio sfuggire un sospiro, uno solo, ma che si ripercosse in tutti i cuori
e ch’io non ricordo mai senza sentirmi commuovere. Vidi in quel momento
impallidire suo figlio e piangere lacrime dolcissime. E questo figlio era il secondo
che quel buon vecchio dava così a Dio; e non glie ne rimaneva altro ... -
Si aiutò il vecchio a ritirarsi, egli baciò ancora i piedi degli altri due Missionari
che venivano dopo il suo caro figliuolo e ritornò al suo posto. Il coro,
interrotto per un momento, cantava: Quam speciosi pedes evangelizantium pacem,
evangelizantium bona»
Dopo che gli astanti hanno baciati i piedi dei Missionarî, questi li rialzano
e depongono a loro volta il bacio di pace sulla loro fronte. Durante la cerimonia
si intona dal coro un canto, esso pure di circostanza.
È il Cantico della partenza e del fraterno indissolubile amore in Cristo
e nella Vergine Celeste: Regina Apostolorum.
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Come si svolgerà la funzione.
Le soavi Litanie della Beata Vergine saranno cantate dai soli Missionarî,
distesi umili vittime di carità, sul pavimento della Chiesa.
Tutti gli astanti, in piedi, rispondono in coro l’Ora pro nobis! Al «Regina Apostolorum» e al «Regina Martirum» tutti s’inginocchiano, e queste invocazioni
si ripetono tre volte.
I Missionarî si offrono cosi alle fatiche dell’apostolato evangelico:
si consacrano, per le mani della Santa Madonna, ad una vita tutta di sacrificio e,
occorrendo, al Martirio, per l’amore di Dio e la salvezza di popoli lontani,
ma fratelli in Cristo.
E ciò ad imitazione di Gesù, nell’orto degli Ulivi, in quella notte che fu la vigilia
del suo divino olocausto per la redenzione del mondo universo.
L’abbraccio dell’addio e forse il tratto più commovente della pia cerimonia.
Dopo l’abbraccio del Superiore, tutti i Sacerdoti e poi anche i Signori astanti
sfilano alla loro volta dinanzi ai Missionarî, baciandoli prima sui piedi,
quindi sul volto; - baciano quei piedi benedetti per augurar loro il buon viaggio
e una copiosa messe di anime: li baciano sulle guancie in segno di fraterno affetto
e di eterno commiato.
È un venerando e mistico rito!
Coloro che con servano un alto ideale nell’anima, inchinano senza fatica il capo
dinanzi a ciò che, cristianamente e italianamente, e davvero grande: il Missionario!
I vostri Missionarî, o Tortonesi, veri paladini di Cristo e cavalieri della Fede
e della Patria, Vi stringeranno al cuore con un abbraccio, con un sorriso di beatitudine
che non dimenticherete mai più, che vi sarà luce e benedizione in tutti i passi della vita.
Dal Santuario essi partiranno subito per la stazione, diretti a Genova,
col treno delle 18,50, e si imbarcheranno il giorno dopo.
N. B. - Ogni Missionario che parte, tra spese di viaggio e rifornimento di indumenti,
viene a costare circa L. 4000.
Se qualche cuore generoso volesse contribuire, avrà parte al bene che faranno
i Missionari e si farà gran merito presso Dio.
Si può concorrere sia in denaro che in effetti di biancheria.
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