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          [15 Dicembre 1926]


Gli auguri di Don Orione


Miei carissimi Amici, lettori di quest’umile Periodico, pietose Benefattrici

devoti sinceri della Madonna della Guardia, a Voi tutti giungano

i miei più cordiali Auguri di ogni bene, di ogni felicità per le prossime,

giocondissime Feste del Santo Natale, e per l’anno nuovo 1927.


Buon Natale!


 Ogni cuore esulta di santa gioia al giungere del grande giorno nel quale

Iddio nasce Bambino, splendente di celeste bellezza nel presepio, tra due animali,

su misera paglia.

 Che arcano sublime si manifesta agli uomini in quella grotta solitaria!

Il Santo Bambino, tra le braccia della sua Santissima Madre

«in poveri panni avvolto», vagisce, piange, trema di freddo. Ma Egli non è

solamente uomo: è anche Dio: ed ecco che milioni e milioni di Angeli sul presepio

librano il volo e cantano: Gloria a Dio nel più alto dei Cieli e pace in terra

agli uomini di buona volontà!

Devoti lettori, ecco i nostri Auguri: gloria all’Altissimo e pace ai vostri cuori,

alle vostre Famiglie.

Gloria all’Altissimo con la fede che ci auguriamo cresca in tutti vigorosa!

Fede nutrita dagli insegnamenti del Vangelo e della Santa Chiesa Cattolica.

Fede nutrita dalla parola del Vicario di Gesù Cristo, Maestro infallibile dell’umanità

in tutto che riguarda il dogma e la morale, e dalla voce dei Vescovi, che lo Spirito Santo

ha posto a reggere la Chiesa di Dio. Fede accompagnata dalle buone azioni,

e anzitutto da una coscienza scevra dal peccato santificata dai Sacramenti.

E, insieme con questa Fede operosa e santa, Vi auguro la pace del Signore.

La pace vera che viene dall’amore di Dio e del prossimo, dalle benedizioni

del Cielo!


E Buon Capo d’Anno!


 O cortesi lettori, il nuovo anno è già qui. Che apporterà di nuovo?

 Il futuro è nelle mani di Dio, che tutto governa e dispone sapientemente.

In ogni modo innalzerò preghiere per Voi perché la Madonna della Guardia centuplichi

i suoi favori sulle vostre persone, sulle vostre famiglie, su quanti portate scritti

sul vostro cuore.

 L’augurio mio è che il 1927 sia anno di consolazioni, di conforti, di letizia santa,

di bene immenso alle vostre anime alla nostra Tortona, nonché alla nostra Patria.

 Che il Santo Bambino e la Sua dolce Madre Vi santifichino e Vi confortino:

Vi provvedano e Vi diano buona sanità, buona riuscita nei vostri onesti affari.

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La Madonna della Guardia e il suo Santuario


 E tutti questi Augurî del Santo Natale e di Capo d’Anno ve li presento,

o cari Amici, Benefattori e Benefattrici mie, dei miei Orfanelli e del nuovo Santuario

per le mani della stessa Madonna della Guardia. Guardate, o anime pietose e benefiche

guardate come il Bambino Gesù riposa nelle braccia della Madre sua e Le sorride

e La accarezza. E pare che le dica: «Le mie grazie, o Madre mia, le metto nelle tue mani:

dispensale dunque tu a quelli che aiutano a far sorgere il tuo Santuario,

che confortano Don Orione anche in quest’Opera; che gli mandano offerte e mattoni

e sabbia; che sono pronti a fare delle condutture di materiale gratuitamente,

che beneficano in qualunque modo la nuova impresa, che concorrono ad alzare le mura

del nuovo Santuario della Guardia».


Ed io e i miei orfanelli, cari lettori e pie generose Benefattrici e Benefattori,

non cesseremo di pregare il Bambino Gesù e la Madonna per Voi, per le vostre Famiglie,

per tutti i vostri cari. Ma Voi deh! ricordatevi del nuovo Santuario a San Bernardino,

e inviate la vostra strenna generosa alla Madonna della Guardia.

Buon Natale, buone Feste a tutti!

 Il vostro aff.mo e riconoscente in Gesù Bambino


            Don Orione.



Il Natale


Natale! Natale! Ecco il giorno dell’innocenza. I fanciulli i quali sono tanto cari

al cuor del Signore, aspettano questo giorno, che, essendo la festa del Dio Bambino,

è pure la loro festa. E i vecchi, vedendo la gioia serena dei fanciulli,

invidiano la loro purezza e la loro fede, e ripensano l’innocenza dei loro primi anni.

 Natale è giorno in cui bisogna diventar puri di cuore per gustar la gioia della festa.

Come si potrebbe passar bene il Natale col peccato nel cuore?

 Noi dobbiamo accoglier Gesù nel nostro cuore. Non ne è il padrone?

Egli dunque deve regnarvi, e il nostro cuore deve ubbidirgli. Noi dobbiamo cioè

avere i suoi affetti, i suoi sentimenti, le sue idee: amare quello ch’Egli ama,

odiare quello ch’Egli biasima, desiderare, operare quello ch’Egli desidera ed opera.

 E Gesù è questo che vuole, renderci suoi: Dio si fece uomo, affinché l’uomo

diventasse come Dio. Eppure, come è accolto Gesù dagli uomini?

Quanti sono quelli che pensano a purificare il loro cuore per accogliervi Iddio?

 Pur troppo per molti il Natale d’oggi è come il Natale di 1926 anni fa.

 Allora Gesù nacque in una grotta. Maria e Giuseppe erano andati a Betlemme

per dare il loro nome sui registri del censimento. Maria si presenta con S. Giuseppe

alla porta dell’albergo batte all’uscio dei parenti e degli amici, ma le si risponde:

non abbiamo posto per voi!

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E Maria deve uscire di Betlemme, e cercar rifugio in una grotta tra gli animali,

che non le rifiutano quello che gli uomini le avevano negato.

 Le donne di Betlemme videro quella giovane sposa andar di porta in porta

cercando ricovero; la videro verso sera uscir di città e non ne ebbero compassione.

E quanti Cristiani fanno pur così? Quanti rigettano Gesù,

che vuole entrare nel loro cuore? quanti chiudono l’orecchio alla voce di Maria,

che con le sue ispirazioni li chiama di continuo a Dio! Quanti danno a Gesù

un cuore che è peggiore della grotta di Betlemme!

 Ma guai, guai all’avara, alla spietata Betlemme! Perché in essa entrarono

poco dopo i sicarî di Erode a spada sguainata, e sparsero per le vie e per le piazze

il sangue e le viscere dei bambini Innocenti. Gesù accolse quei pargoli

nel numero dei Martiri, ma, intanto, le madri loro li dovettero piangere svenati,

ed apprendere che nulla si rifiuta a Dio impunemente.

 O anima, che rifiuti Gesù, tu non vuoi dare a Dio il tuo cuore,

ma vi entreranno i tuoi nemici, e tu piangerai desolata.

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