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Avremo ancora


il Presepio vivente

a Tortona?


 Si, per l’ultima volta, o, meglio, spieghiamoci bene: la mistica

e pittoresca celebrazione, interessantissima sotto la luce religiosa e poetica

non si ripeterà più in Tortona se non, forse tra dieci anni; ma quest’anno

la popolazione della Città e dei vicini paesi avrà ancora il gradito e gratuito spettacolo

del Presepio vivente.

 L’anno scorso tutti ne rimasero soddisfattissimi, e ci fu grande concorso

di forestieri fin da Torino, da Genova, da Milano, - si fece del bene.

 Speriamo di poter fare un po’ di bene anche quest’anno, con l’aiuto di Dio

e sorretti dalla innata, intelligente bontà e generosità dei bravi Tortonesi.

 Il Presepio vivente di quest’anno deve far epoca, deve far onore alla nostra Città.

E, finito il Presepio, con i doni e le offerte della cittadinanza vorrei dare un pranzo

a 200 poveri.

 L’anno scorso a 100, quest’anno a 200: la carità è dinamica e Tortona

dev’esser sempre più progressista!

 Tortonesi, datemi roba e soldi, e poi venite insieme con me a servire a tavola,

in quel giorno, i poveri della nostra Città; venite tutti: signore e signori, professionisti,

commercianti, industriali, piccoli e grandi, e anche voi, o banchieri e voi

che alle Banche ne avete, venite tutti! Non abbiate paura, non vi farò nessun salasso:

so già che, quando potete, me li date senza che ve li domandi. Su, diamo,

diamo ai poveri: sono nostri fratelli! Non abbiate timore di diventar poveri;

chi dà ai poveri dà a Dio, e se mi venite vicino, se mi aiutate per gli orfanelli

e per i poveri, vi dico che i vostri interessi andranno meglio, e diventerete ricchi.

 Io, intanto, vi preparo un bel presepio, unico forse in Italia.

 Sapete com’è nato il Presepio vivente in Tortona? È presto detto.

 Venne desiderio ai figli della Divina Provvidenza di far particolare memoria

della natività di Cristo per commuovere la gente a divozione e resuscitare belle

e antiche costumanze religiose. E il tutto è stato fatto in umiltà e in semplicità

grande di spirito. E cosi si farà ancora quest’anno.

 Vi sarà la capanna e la mangiatoia col fieno e Gesù su la paglia, e il bue

e l’asinello, vivi s’intende, e il canto degli Angioli, e risuoneranno antiche laudi italiane -

che ci parrà di essere in altri tempi.

 E poi giungeranno i Pastori, vestiti in costume, con ai piedi le ciocie,

e suoneranno la cornamusa, i flauti e la zampogna, e condurranno le loro pecorelle

con gli agnellini.

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 E davanti al Presepio i bambini e le bambine buone diranno cose belle

al santo Bambino.

 E vi sarà anche chi predicherà su la Natività di Gesù, Agnello di Dio,

venuto al mondo su la paglia per grande e divino amore, a portare amore,

pace e bene agli uomini, perché diventassimo più buoni.

 E tutto questo in umiltà grande e grande semplicità e fervore di spirito.

 E voglia Iddio sia questo nostro Presepio il principio di fioriture di vita cristiana

sempre più belle, più suggestive, più sante, che glorifichino Iddio e riaccendano

un’alta luce di mistica poesia e di gentilezza che irradî dalla vetusta Tortona

su plaghe lontane.


            Don Orione.

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