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La voce di D. Orione


A l l a   s c u o l a   d i   M a r i a


E f f i c a c i a   d e l   S u o   c u l t o


Per la festa della Guardia del 1936



 Esultiamo tutti nel Signore, o fratelli, e celebriamo le virtù

della Beata Vergine Maria, della cui gloria gioiscono gli Angeli.

 Se si guarda al complesso delle nostre inclinazioni morali, mi pare che di tre virtù

abbiamo bisogno: di umiltà, purezza e carità.

 Agli sfrenamenti dell’orgoglio il freno dell’umiltà: a quelli del senso

il freno della purezza: all’egoismo lo slancio della carità.

 Queste virtù sono anche così umane, così sociali, che la società si regge,

in gran parte, su quel tanto che di queste virtù c’è ancora.

 Ma l’ideale della virtù, campato in aria, ci lascia freddi. Noi abbiamo bisogno

di esempi, di modelli. Orbene, Maria non è solo il dolce nome che fa vibrare

le corde più riposte del cuore, perché Madre di Dio e nostra, la Madre che ci ha dato Gesù

mentre moriva: ma Maria inonda il nostro spirito d’una commozione soavissima

anche perché Ella ci porge il modello insuperabile della virtù.

 Il bello ideale dell’umiltà, della purezza, della carità, noi lo sorprendiamo

in Maria, in quei fatti che l’Evangelo con tanta sapienza ci ha tramandati. In Maria

è il più perfetto ideale d’umiltà, e Dante, avendo bisogno nel Purgatorio

di un esempio di umiltà, trascende al fatto dell’Annunciazione. Non poteva scegliere

nulla di più efficace.

 Innalzata ad una dignità che nessuna superbia avrebbe potuto sognare,

Maria non perde il concetto della sua umiltà. Al di sopra di tutte le donne,

di cui è la benedetta, dinanzi a Gabriele, che la inchina riverente,

non dimentica il concetto di sé di fronte a Dio e si chiamerà la schiava,

l’ancella del Signore: Ecce Ancilla Domini!

 E quando le parole di Elisabetta le faranno sentire la sua grande dignità

di Madre di Dio, allora il suo non sarà un senso di compiacenza,

ma di ringraziamento a Dio, e il suo pensiero si eleverà per benedire a Lui solo:

Magnificat anima mea Dominum!


***


 Magnificat! Cantico sublime in cui si sente tutto il profumo

della più schietta modestia. Onde l’Alighieri la dirà: «umile ed alta, più che creatura».

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 L’impulso dell’orgoglio dovrebbe trovare un freno negli impulsi della carne.

Noi, sentendoci si inclinati al male, dovremmo essere umili; ma la superbia invece

di essere un preventivo, trova nella sensualità la più umiliante degradazione.

L’umanità, allorché vaneggia nella superbia, dilaga nel torrente limaccioso

della sensualità. - Fratelli, quando si diradano le fila dei credenti e degli umili,

si diradano anche le fila degli onesti. - Oh, le pagine di crudeltà e di dolore

che ha scritto coll’effeminata sua sfrontatezza il vizio! Di onesti

ha estremo bisogno la società! - Ma chi darà le belle generazioni di uomini casti? -

Maria, o fratelli, Maria! - Questa virtù la impariamo da Maria!

 Oh lasciate che la gioventù, nell’alba rosea e fiorente della vita,

guardi alla Vergine Celeste, e da quella dolce visione tragga quel vigore che le sarà scudo

di illibatezza. Allora la gioventù potrà ripetere con Goffredo di Buglione: «Il mio braccio

è forte perché il mio cuore è puro». E la Patria, la nostra amata Patria,

avrà un avvenire sempre più cristiano più grande e glorioso. Chi è più illibato

più sente la bellezza, il profumo verginale di Maria, che passò come un angelo

sopra la terra di fango.

 Il suo cuore non s’è chiuso, no, alla bontà, agli affetti alti e gentili.

Il cuore di Maria arse la fiamma della carità, d’un amor puro santo, universale.

Il suo amore lo ha dato a Dio.

 Quel Dio che è carità, e dinnanzi al quale impallidiscono tutti gli altri amori,

come al comparir del sole impallidiscono tutte le altre stelle. Ai piedi della culla di Gesù,

e ai piedi della Croce di Gesù, troviamo Maria, Madre di Dio; il suo cuore è tutt’uno

colla vita e col cuore di Dio.

***


 Come non sentire palpiti per Maria?

 O lacerare le pagine del Vangelo, o cadere in ginocchio a venerarla.

 E in Dio Ella amò di ardente amore tutti gli uomini d’un amore,

dopo quello di Cristo, che rimase insuperato. Lasciamo il fatto delle nozze di Cana,

che rivela tutta la tenerezza di Maria l’amor generoso che strappa al Figlio

il primo miracolo, amor delicato, che fa il beneficio e lo nasconde per non far sentire

ai beneficati il peso della riconoscenza.

 Ma come non ricorderemo che per amor di noi acconsentì a divenire Madre di Dio?

che per amore di noi acconsentì ad immolare l’unico Figlio? - che fu più bello

ed eroico sacrificio più che ci avesse dato se stessa. Oh qual scuola di vita

aperse a tutte le generazioni umane Maria Santissima!

 Fu povera, dimenticata, negletta, - e tutte le genti la diran beata! -

Son passati venti secoli, e non ottenebrarono i raggi della sua gloria. Fu povera,

dimenticata, negletta! Chi degli oratori, dei poeti romani conobbe Maria?

Eppure ora chi ricorda quegli uomini che facevano bella Corte dei Cesari?

«I buoi nell’urne degli eroi spengon la sete!».

 E quale viva sorgente di grazie, di consolazioni, di santità è Maria! - Quanti

ai piedi di Maria trovarono conforto! Non avesse fatto altro la devozione a Maria, -

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che asciugare le lacrime di tante spose, di tante madri, di povere fanciulle tradite, -

non basterebbe per benedirla? - Oh quanti nella tempesta delle passioni

hanno ritrovata la calma, hanno avuto luce, forza, vita da Maria!

Quante famiglie devono a Maria la salvezza dei loro cari, la pace, l’amore la concordia.

Quanti traviati, quante anime ha salvato questa gran Madre di Misericordia.

 Oh leviamo lo sguardo ed il cuore a Maria e cantiamo all’Altissimo

un cantico nuovo, poiché Dio in Maria ha fatto cose mirabili.


***


 Deh! Ti supplichiamo, o Signore, che celebrando noi oggi le virtù della

Tua gloriosa Madre e sempre Vergine Maria, ci soccorra l’augusta sua intercessione,

sì che agli splendori del suo volto camminiamo la via dell’umiltà, della purezza,

della carità.

 E, benedetta e degna di venerazione sei Tu o Maria! Ecco,

noi veniamo ai tuoi piedi, con letizia e gioia, con amore e fiducia di figli! Salga a Te,

quale odore soave, la nostra preghiera: per tutti m’inginocchio e per tutti Ti prego,

o Vergine Santissima per tutti! - In modo particolare per la Piccola Opera

della Divina Provvidenza, per quanti sono Amici e Benefattori dei nostri orfanelli

e dei nostri poveri.

 O Vergine Madre, ricordati di noi, al cospetto di Dio: parla al Tuo Divin Figlio

per noi peccatori; per noi offri le Tue lacrime, o santa Madre del Signore!

E che io pianga tra le Tue braccia materne le mie grandi miserie, pianga di dolore,

pianga di amore, confonda con le Tue le mie lacrime, e tutto il mio pianto

col sangue di Gesù, mio Dio e mio Amore!

 Che questo tuo povero figlio, o santa Madonna della Guardia, sia in vita,

in morte et ultra, il pazzo della carità, l’inebbriato della Croce

e del Sangue di Cristo Crocifisso!

 La Santa Madonna ci conforti e benedica!

 E benedetti siate tutti, o fratelli: siate sempre benedetti!

Ave Maria!

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