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 +        [Victoria 20 Febbraio 1922]


 Caro Dondero,


Jeri è stata qui a Victoria la tua mamma con tua sorella,

la quale era fuori ed è tornata. Stanno bene tutti e tutti ti salutano.

Non potrei venire oggi ora né prima dell’apertura del nostro anno scolastico,

era cosa da prendersi, e già l’avevo scritto a p. Mario da fin da Rio: lì; poco o tanto,

come sono le cose, lo so, - qui, una volta che mi sia mosso, non devo far conto

come non dovessi più venirci, e tutto qui è più in alto mare che a Mar de Hespanha.

 Sono contento che sî tornato a Mar de Hespanha, e prego Dio per voi

che viviate insieme da buoni fratelli, avendo ogni cosa in comune

nella carità di Gesù Cristo, e facendovi per l’amore di Dio benedetto, uno servo dell’altro

onde di ciascuno di voi possa dirsi: hic est fratrum amator! E insieme siate assidui

alle pratiche della vita comune, e fate le vostre fatiche insieme

portando l’uno i pesi dell’altro e sopportando ciascuno i difetti degli altri

per l’amore di Gesù Cristo: sempre allegri in Domino di cuore, di spirito, di parole

e serenità pure nel volto come negli atti vostri: lieti di servire Dio,

lieti sempre in perfetta letizia in Domino, nelle ricrea nella preghiera, nel lavoro,

nelle ricreazioni, nei pasti, sempre e tutto con letizia e semplicità di cuore,

lodando Iddio e servendo a Dio. E il Signore farà il resto, e moltiplicherà sui vostri passi

le sue benedizioni e il vostro numero

 Nel viaggio abbiamo alcuni hanno sofferto un po’ nel golfo di S. Caterina,

ma io vedo che sono ancora st tra i più forti: ho potuto celebrare sempre!

 Questa mia spero giungerà prima dell’apertura delle scuole, io non ho ancora

ricevuto lettera da don Mario; ma gli ho scritto già alcuni giorni sono una lunga lettera

parte personale e parte da leggersi : mi so ho messo tante cose che neanche ricordo,

ero poi molto stanco!

 Quello che c’è da fare per le scuole mi pare che possiate fare benissimo voi altri:

non è una gran cosa. Mi preme che comincino bene, con un la Messa dello Spirito Santo

e la benedizione Eucaristica, e niente spampanate, discorsi, etc.: sostanza e serietà.

I discorsi li faremo lasceremo alla fine dell’anno, quando tutti avremo fatto

con alta coscienza il nostro dovere.

 Vedi che parlando col sig.r M. R. di Mar de Hespana, gli sfuggì detto

che tu sei contro al collegio, e pare che sia un’opinione formatasi in città

da vedere te tutto intento ad altro che alle scuole o forse perché non si volle dare

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Mar de più valido aiuto all’esternato hespanese, - non ho potuto bene capire,

né era conveniente che interrogassi, anche per non parere che dessi importanza all’accusa.

Tu ora impegnati molto pel buon andamento delle scuole, perché Io ti è un bel campo

da esercitare la carità e guadagnarti gran copia di meriti. Punti Ti mando dei punti

da svolgere in alcune brevi conferenze da farsi in Casa, alcune tra di noi tutti presenti

da don Dondero e da don Mario alcune ai ragazzi perché le scuole che vanno

col divino aiuto ad aprirsi in Mar de Hespanha riescano di molto merito a chi le fa,

e diano buoni ed efficaci risultati per chi le frequenta.

 Il professore deve prepararsi per far bene la scuola ricorderò sempre

che da Don Bosco i nostri professori non perdevano più un minuto di tempo

il professore non deve mai farsi aspettare, ma dare esempio agli scolari di esatta diligenza.

 Perché la scuola riesca di molto merito a chi la fa bisogna avere zelo che essa comu

[sia tale] da infondere negli alunni il santo timor di Dio e le massime di una vita

intemerata e cristiana. Tutto deve servire comunicare loro la moralità e la religione,

voglio dire che ciò non deve essere l’opera solo di chi farà di proposito

la scuola di religione, né l’opera di un discorso di mezz’ora per settimana,

ma di tutto il corpo insegnante. A tale fine gli insegnati tutti devono essere

non solo forniti di virtù e di spirito di Gesù Cristo sufficiente per essi ma averne tanto

da trasfonderlo naturalmente alla scolaresca. E dove viene qualche estranea

a fare scuola da noi, non potendosi da essi esigere tutto questo, noi suppliremo

a ciò che a loro mancasse, dandone noi di più. Sopra tutto col buon esempio: puntualità,

diligenza, buoni modi, serietà mista a dolcezza, fattività: istruire studiare noi a far studiare.

 Seneca - e cito un pagano - diceva: hunc elige praeceptorem quem mireris

cum videris quam cum audieris.

 E il grande Severino Boezio, morto in carcere, e sepolto a Pavia,

dove io fui più da chierico e da sacerdote a pregare più volte sulla sua tomba,

ed ultimamente dalla chiesa santificato (scrisse in carcere il celebre trattato

De consolatione) al cap. VI de discipl dis., scrive: Magistrum sit in sermone verax,

in iudicio justus, pius in affatu, virtute insignis, bonitate laudabilis, mansuetus ...

ita ut discipulis, seipsum bonorum operum praebeat exemplum.

 E, oltre al buon esempio, gli insegnanti devono cogliere ogni occasione

perché l’istruzione serva all’educazione e al perfezionamento morale

e a formare la coscienza cristiana e la parte migliore dell’uomo, la volontà, sede della virtù.

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 Niente di più commovente su questo punto di ciò che si legge nel trattato

De Ordine di S. Agostino (vedete al cap. X, 29).

 Bisogna creare portarli alla bontà, e a Dio alla grandezza morale

che sta sovra tutto nel cuore, e poi a dio e all’amore alla chiesa di Dio.

Non si devono far prediche ad ogni scuola, anzi mai prediche nelle scuole:

ma unire all’esempio, all’impegno a tener sempre vivo l’amore allo studio

una buona parola a tempo un opportuno riflesso etc.

 L’animo dei giovani deve trovarsi sempre occupato, e anche dirò con un certo diletto:

far scuola in modo che s’interessino e amino le materie di studio, non le odino:

amino la scuola, la desiderino, e non la trovino pesante, mai, mai, mai!

 Devono trovare diletto nello studio, nella scuola, nelle scienze, nelle lettere,

e provare diletto di stare con noi, onde affezionati, li possiamo condurre a Dio,

e non vadano a cercare diletti nelle cose indegne.

Ricordiamoci bene sempre ciò che scrisse S. Tommaso d’Aquino: Nullus diu potest esse

sine delectatione: ideo carens delectationibus, transit ad carnales.

 Bisogna appassionare i giovani a sentire vivo il desiderio di sapere,

e cercare che essi capiscano di progredire e di formarsi uomini atti a pensare a sé

e ad onorare la famiglia loro e il loro Brasile, tenere molto vivo in essi l’amo

e alto l’amore di patria.


 Elenco dei sacerdoti

 Professore deve mantenere con religiosa puntualità le ore prescritte alla scuola

e avere vero e fraterno zelo pel profitto dei giovanetti. Perciò deve fornirsi

di tutte le cognizioni necessarie e anzi anche e massime delle nozioni

di una buona pedagogia.

 Bisogna poi regolare subito bene l’orario e fare in modo che mai sia scapito

della pietà. Pietas ad omnia utilis est.

 L’Avvenire dell’Istituto S. Geraldo sarà in gran parte deciso dall’andamento

e risultato di quest’anno. Io non vi raccomando le macchine, vi raccomando

le anime dei giovani, e la loro formazione formazione della loro coscienza

veramente cristiana e la loro formazione intellettuale.

Curatevi lo spirito Curate l’anima, curate la scuola, curate una buona

e civile educazione!

 Tutto deve essere rivolto al fine per cui siamo venuti: la gloria di Dio,

e informare le anime le anime!

 Questo vostro educare è un ministero sublime! Grande è l’arte dell’istruire

e dell’educare conviene osservare e meditare e prendere appunti e incoraggiare

qualunque profitto e non punire mai tutti - Lodare tutti sì mai punire tutti mai

se non rarissimo

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 Come dicono tutte le migliori buone norme della pedagogia moderna pedagogia,

devono i professori adattarsi all’intelligenza dei giovani, devono spiegare

con ogni chiarezza le verità che vogliono imprimere nella mente degli alunni,

e specialmente devono avere molto a cuore il loro profitto.

 Non cerchino la sublimità dei concetti, non la peregrina erudizione, no: sostanza,

sostanza, sostanza, ben preparata e chiaramente esposta così che tutti la capiscano,

sia cioè alla portata di tutti.

 Non curino i migliori, si tradirebbero gli altri, si curino tutti, e si inclini a favorire

e mediocri.

 Si faccia scuola intendendo di compiere una delle opere più belle di misericordia:

istruire gli ignoranti, guardando a Dio e sempre pensando che Gesù Cristo

ci pagherà di tutto, e ci dirà: io ero ignorante, e mi avete istruito. E noi gli diremo:

ma quando, o Signore? « Ogni qualvolta avete fatto questo per amore mio


 ... sentano di riuscire, almeno discretamente in questa o in quella materia,

e occuparli, occuparli tutti nella loro mente e poi piantare Dio ben nel loro cuore

e ararlo ben profondo nel loro cuore: state certi un giorno nascerà!

Dove noi abbiamo fatto così, Dio non si perde più dal cuore e dalla vita dei nostri alunni.

Abbiamo nostri ex alunni Giudici di tribunali, ingegneri, medici, avvocati, marinai,

ufficiali, notai, industriali; io mentre scrivo me li vedo davanti ripassarli a centinaja

i loro nomi tutti hanno Dio e lo trasmettono all ai loro figli: sono famiglie cristiane

che si formano, è la società che si rinnova ma cristianamente e cattolicamente.

Ma per promuovere negli alunni efficacemente e cristianamente l’amore allo studio

bisogna che chi fa scuola:

 I possa posseda bene e perfettamente la materia e la sappia si prepari sul serio,

onde gli i giovani abbiano subito dell’insegnante grande stima, e per conseguenza,

grande stimolo a studiare. S. Ambrogio nel trattato De Virginibus dice: Primus discendi

ardor nobilitas est magistri. Parole che possiamo bene applicare al caso nostro.

 Essi devono essere chiamati non il ch.co tale o tal altro ma il professor tale

o tal altro (di cognome) E questo devono si deve fare presentandoli e chiamandoli

sempre così, in Casa, tra di voi: i giovani sentano ...

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 Avevo detto di far pagare 20.000 al mese, agli esterni, qui come vidi

che avevi messo già tu nel primo programma, - poi mi dissero che era troppo,

e potevamo passare per speculatori, e allora ho fatto mettere 15.000 mensili.

 Ci rimetteremo, ma se faremo dei buoni cristiani, Dio ci ajuterà.

 Bisogna tenere ben presente che noi apriamo le scuole per dare dei figli alla chiesa

e dei cittadini al cielo: cioè per dare dei veri, onesti e forti cattolici, praticanti,

e che siano poi a loro volta, padri cristiani e cattolici.

 Facendo dei veri cattolici, faremo dei veri e buoni cittadini brasileri:

il brasilero è profondamente religioso. Bisogna però premunirla la nostra gioventù

dall’evangelismo: è un gran pericolo quindi fondarli bene contro i protestanti,

nei punti più controversi, e premunirli anche su certe pagine della storia: Inquisizione,

Benedetto IX, Alessandro VI, la papessa Giovanna, la strage di S. Bartolomeo

La riforma etc.

 Cari miei figli, voi sapete quale è lo spirito della Congregazione: stare col Papa

e portare tutto il mondo al Papa!

 Valerci delle scuole per dare Gesù Cristo e l’amore alla sua chiesa e al nostro Papa

alle anime della gioventù, e in modo specialissimo occuparci della orfanità e dei derelitti,

 Caro Dondero, raccomando questo spirito di umiltà e fedeltà a tutta prova

alla s. chiesa a te che sei dei figli più antichi della nostra cara Congregazione:

e ti benedico di speciale benedizione perché tu ha sempre tenuto vivo in te

e negli altri questo amore santo alla chiesa di Gesù Cristo e al S. Padre:

io sento che me ne vado, ma specialmente quando non ci sarò più tiene vivo

questo spirito nei tuoi fratelli fino al tuo ultimo respiro. Con l’ajuto del Signore

e per la sua misericordia, vi ho messi sulla buona strada, sulla via sicura,

e la SS: Vergine ci ha condotti fin qui: continuiamo

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...mi parlavate della Casa di Mar de Hespanha - Ecco,

vi dirò qual’è il mio proposito in merito - Io desidero e voglio nel Signore

che si tenga fede alla parola data e che si operi con ogni dirittura morale e onestà, -

e che la municipalità di Mar de Hespanha porti questa convinzione che cioé

noi non si è colà che per fare del bene e che, da parte nostra, non veniamo meno,

(per quanto è possibile) ai patti, mai! Quindi, - ora che i debiti sono pagati, -

quello che p. Mario ha raccolto dai terreni, è denaro che dovrà impiegarsi

solamente a mantenere i la convenzione fatta con quella municipalità.

 Io non butto a mare nessuno dei miei figli, o di quelli che lo furono:

io (col divino ajuto) non lancerò la prima pietra contro nessuno, - ma intendo

con cuore di padre e fin che potrò fare onore alla loro firma, (anche a quella di p. Dondero)

con la mia fronte alta e con coscienza diritta.

 E così dico a voi tutti, e così farete, da veri galantuomini e da seguaci sinceri

del santo Evangelo e della chiesa di Gesù Cristo - Il popolo ci crederà,

quando ci vede vedrà leali, retti e di coscienza. Allora anche chi non ha fede

diventa fedele e cristiano.

 Questo che vi scrivo deve farvi piacere e deve recare conforto a tutti;

qui basiremo di miseria e di fame, - saremo poveri, ma onesti, e onorati e stimati

perché manterremo i patti.

 Iddio che ci vede nel nostro sacrificio, ci verrà in ajuto.

 Abbiate fiducia nel Signore, - e non siate uomini di poca fede.

I figli della Divina Provvidenza devono vivere di fede. La fede e abbandono in Dio

è il primo passo della carità. La fede deve essere, per noi della Divina Provvidenza,

la base di tutto l’edificio religioso della nostra vita.

 Ricordiamoci di quanto sta scritto nel libro del Signore: «il giusto vive di fede».

E questa fede santissima, di cui vive il giusto, vi dirà al cuore un’altra verità

e consolantissima, che è questa: Nelle battaglie spirituali, qualora si perseveri, s’invochi

e si creda nell’aiuto di Dio, la vittoria può essere più pronta o più tarda, ma è certa.

E quello che vi dico delle battaglie spirituali, ve lo dico pure delle opere

che stiamo facendo nel nome benedetto della Divina Provvidenza.

 Dunque fatevi animo, caro don Carlos, poiché colui che combatte per noi

e in noi e con noi, è più forte di tutti i nostri nemici e anche dei nostri stessi difetti

e manchevolezze.

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 Se dunque è certa la nostra vittoria, non abbandoniamoci a turbamenti

né allo sconforto, quando vediamo che non tutto va come deve andare. -

 Nei figli della Divina Provvidenza non deve mai entrare alcun scoraggiamento

e neppure alcuna tristezza: militiamo sotto un tale padrone, un tale Duce,

che sarebbe sconvenienza per non dire pusillanimità perdere il coraggio.

 Siamo soldati di Cristo: dobbiamo avere un’illimitata fiducia in Lui!

 Siamo figli della Divina Provvidenza: dobbiamo pienamente aver fede

e confidenza in Dio che ci è padre.

 Amiamo il Signore e serviamolo con umiltà e fedeltà, e poi, sempre

¨