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... egli e Mg.r Leme sono la stessa cosa, e il giorno stesso ne parlerebbero tra di loro.
Non essendo cosa urgente, continuate a pregare, ma davvero fa pregare, e prega.
Non mi dici nulla degli Esercizî e voti delle suore e cosa hanno combinato
per il noviziato se fu aperto altro corso in Mar de Hespanha, e se si fecero vestizioni.
Si hanno notizie da S. Paolo, o da quelle inviate colà?
Sono contento delle buone notizie di don Alferano, cui rimetterai questa lettera
che accludo, e così quella a Stanislao.
Don Sterpi non doveva mai pubblicarmi quanto fu stampato su quella circolare,
e che era stato scritto in lettera privata e di carattere intimo.
Si
vede che dovrò rassegnarmi abituarmi
a tacere di più anche con gli anziani.
Del dispiacere che ho sentito non scriverò nulla in Italia, ma Iddio lo farà loro capire.
Voglio pensare che sia la malattia, ma ci voleva tanto poco,
dopo quattro o cinque lettere che da gennajo in qua gli ho scritto, a dirmi:
ho ricevuto le sue lettere.
Io penso: tratterà con gli altri in questo strano modo, come tratta con me?
E allora una necessità più grande che gli altri tre facciano vita insieme per potersi
almeno confortare a vicenda. Se la malattia fa Dondero di carattere non lieto,
è bene che i due ultimi venuti siano confortati dalla compagnia diversa di don De Paoli.
Ma, ad ogni modo, desidero che tutti, riuniti, costituiscano una vera e sola
Comunità religiosa
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