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+ [1905]
Carissimo Rota,
Non
ho Ho potuto rispondere
alla ricevuto la tua, e dapprima aveva pensato
di
non rispondere; ma ora, vedendo vedendo
il Popolo, mi pare buona cosa
dire
le cose come sono
andarono le cose per quanto riguarda
me può riguardare me -
Non
è una difesa la mia, quindi servi para
riuscirà forse, anzi un’accusa
e ti lascio libero di servirtene se crederai del caso.
Io ho saputo da un canonico alquanti giorni prima della morte di don Olivati
che
ci sarebbe fatto sarebbe
stato un cambiamento in Curia e che il tuo arciprete
sarebbe
stato chiamato gia a
Tortona: quella p quel
canonico mi disse
che era voce pubblica, e, mi domandò se io ne sapeva nulla - Risposi di no.
Poi
seppi la cosa da un altro sacerdote degno
di che sta a Tortona fede degno
poi da un altro e dopo non ti so più dire da quanti.
So che il giorno dei funerali di don Olivati se ne parlò molto e la cosa
era
tanto pubblica nota e
sicura e imminente che io, - sotto i portici della stazione
di Tortona non credei imprudente interrogare Battista - presente Ascagni.
E quando il tuo arciprete sarebbe venuto giù, il giorno dopo
poi
ne ho parlato con lasciato ne
ho parlato ex professo e in Casa Oblatiza ad Ascagni
lasciando
gli e avendomi detto che veniva a Casteggio - gli ho
lasciato di fare
a don Testone i miei ossequî.
Non
era quindi perché quel giorno la cosa
Se
io avessi saputo la cosa dal Vescovo o
dall’Arciprete o da te la cosa -
per una regola elementare di rispetto avrei taciuto anche tutti lì avessero detto,
ma
Monsig. il Vescovo non me ne ha parlato
affatto e sta tranquillo che
egli che sa
di non avermene parlato.
La mia non era una confidenza che faceva, - era già il segreto di pulcinella -
Egli
mi ha parlato la sera interpellato
prima di partire sul nuovo Rettore
ed
ha accennato ai fastidî della ad
entrare in discorso sulla Curia,
ma
come dichiarò che non
mi ha detto chi avrebbe
fatto Rettore così io
io
non sono entrato che sapevo già qualche
cosa circa le per ciò che fuori correva
sul
cambiamento in Curia - neanche sono
io stesso che ho lasciato cadere
su quel punto il discorso sapendo che era cosa fatta.
Bada
che solo la cosa era tanto nota
Due
giorni dopo già mi è g trovandomi
appena giunto a Roma io riceveva
una
lettera qui da Zinasco di un prete don
Zinalda da un prete della nostra diocesi
il
quale che mi ripeteva
annunciava le stesse cose, a cui io ho risposto che
le sapeva già,
ma che non era affatto vero che il provvedimento venisse imposto da Roma.
Io
posso Tengo ancora la lettera che posso produrre
la lettera ricevuta.
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Tornando
dalla stazione ne ho parlato con don
Battista e il giorno dopo,
tornato
in Cons trovatomi con don Ascagni gli
ho lasciato di e avendomi
e
parlandone insieme, mi disse che voleva venire a Casteggio da
a congratularsi
e
gli ho detto l’ho
pregato che facesse anche le mie parti.
E cosa c’era di male? non poteva io dire ciò che tutto il mondo sapeva
e che nel giorno dei funerali di don Olivati fu il tema delle conversazioni
di
tutti varî
gruppi di preti anche negli alberghi?
Il male è che quelli che stanno a Tortona sono sempre
Io mi meraviglio che il Vescovo lo sia venuto a sapere solamente adesso,
alla
ma Monsig. Vescovo non può dire se me l’ha detto
il
è da tanto tempo che porto i coppi - è
vero quantunque io abbia parlato
ma
quando tutti altri
e in più ne ne avevano parlato come di
cosa cui parlavano
cercherò
di giudicarmi da me meglio e
più severamente che qualunque altro.
¨