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 Carissimo Rota,


Non ho Ho potuto rispondere alla ricevuto la tua, e dapprima aveva pensato

di non rispondere; ma ora, vedendo vedendo il Popolo, mi pare buona cosa

dire le cose come sono andarono le cose per quanto riguarda me può riguardare me -

Non è una difesa la mia, quindi servi para riuscirà forse, anzi un’accusa

e ti lascio libero di servirtene se crederai del caso.

 Io ho saputo da un canonico alquanti giorni prima della morte di don Olivati

che ci sarebbe fatto sarebbe stato un cambiamento in Curia e che il tuo arciprete

sarebbe stato chiamato gia a Tortona: quella p quel canonico mi disse

che era voce pubblica, e, mi domandò se io ne sapeva nulla - Risposi di no.

 Poi seppi la cosa da un altro sacerdote degno di che sta a Tortona fede degno

poi da un altro e dopo non ti so più dire da quanti.

 So che il giorno dei funerali di don Olivati se ne parlò molto e la cosa

era tanto pubblica nota e sicura e imminente che io, - sotto i portici della stazione

di Tortona non credei imprudente interrogare Battista - presente Ascagni.

 E quando il tuo arciprete sarebbe venuto giù, il giorno dopo

poi ne ho parlato con lasciato ne ho parlato ex professo e in Casa Oblatiza ad Ascagni

lasciando gli e avendomi detto che veniva a Casteggio - gli ho lasciato di fare

a don Testone i miei ossequî.

Non era quindi perché quel giorno la cosa

 Se io avessi saputo la cosa dal Vescovo o dall’Arciprete o da te la cosa -

per una regola elementare di rispetto avrei taciuto anche tutti lì avessero detto,

ma Monsig. il Vescovo non me ne ha parlato affatto e sta tranquillo che egli che sa

di non avermene parlato.

 La mia non era una confidenza che faceva, - era già il segreto di pulcinella -

 Egli mi ha parlato la sera interpellato prima di partire sul nuovo Rettore

ed ha accennato ai fastidî della ad entrare in discorso sulla Curia,

ma come dichiarò che non mi ha detto chi avrebbe fatto Rettore così io

io non sono entrato che sapevo già qualche cosa circa le per ciò che fuori correva

sul cambiamento in Curia - neanche sono io stesso che ho lasciato cadere

su quel punto il discorso sapendo che era cosa fatta.

Bada che solo la cosa era tanto nota

 Due giorni dopo già mi è g trovandomi appena giunto a Roma io riceveva

una lettera qui da Zinasco di un prete don Zinalda da un prete della nostra diocesi

il quale che mi ripeteva annunciava le stesse cose, a cui io ho risposto che le sapeva già,

ma che non era affatto vero che il provvedimento venisse imposto da Roma.

Io posso Tengo ancora la lettera che posso produrre la lettera ricevuta.

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 Tornando dalla stazione ne ho parlato con don Battista e il giorno dopo,

tornato in Cons trovatomi con don Ascagni gli ho lasciato di e avendomi

e parlandone insieme, mi disse che voleva venire a Casteggio da a congratularsi

e gli ho detto l’ho pregato che facesse anche le mie parti.

 E cosa c’era di male? non poteva io dire ciò che tutto il mondo sapeva

e che nel giorno dei funerali di don Olivati fu il tema delle conversazioni

di tutti varî gruppi di preti anche negli alberghi?

 Il male è che quelli che stanno a Tortona sono sempre

 Io mi meraviglio che il Vescovo lo sia venuto a sapere solamente adesso,

alla ma Monsig. Vescovo non può dire se me l’ha detto


il è da tanto tempo che porto i coppi - è vero quantunque io abbia parlato

ma quando tutti altri e in più ne ne avevano parlato come di cosa cui parlavano

cercherò di giudicarmi da me meglio e più severamente che qualunque altro.

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