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 +         Sia lodato Gesù Cristo

          Tortona, il 19 / 4 [1]906


 Mio caro sig. Pievano,


 Sono giunto jeri, e ricevo la sua qui.

 Per quanto mi scrive riguardante S. M., no, caro sig. Pievano,

non lo posso concedere in coscienza, e prego lei e la r. madre che non si insista più

 Mando la benedizione a S. M., perché sia confortata a fare la santa obbedienza.

Essa, se non può stare costì, vada in Alessandria o in qualche altro Istituto

o asilo dell’Opera, ove è meno conosciuta, e può anche andare con la r. madre

come compagna di viaggio, ma come suora no, - con nessun abito da suora:

questa è l’ubbidienza - la faccia per amore di Dio, e Dio sarà con lei -

se intende diversamente, non deve più restare, perché uscirebbe dall’ubbidienza.

 Vuol dire che sono disposto a mandare un sacerdote di mia fiducia

a visitare le Case di America e detto sacerdote visiterà dopo anche le case di qui,

e anche i nostri Istituti e Case.

 Egli anzi già si trova a visitare la Casa di Sanremo - è persona di grande prudenza

e virtù e mente.

 A lui dunque rimetterò a suo tempo la cosa perché decida,

intendendomi in proposito con l’autorità competente e con il can. Capra.

 Finché questo Visitatore non mi abbia ben veduto tutto, non intendo, da parte mia,

prendere nessuna grave deliberazione sia circa lei come Direttore in Alessandria

né circa il trasporto del noviziato costì, restando ora io in posizione nebbiosa

su moltissimi punti e persone dell’Istituto.

 Scrivo ciò dopo avere pregato la Madonna santissima, e aggiungo che

è tempo che si esca da questa dolorosa posizione per cui l’opera per due o tre figlie

resta priva della madre che appare a me come sequestrata da esse,

con gravissimo danno di tante altre anime venute per essere religiose alla semplice,

come semplice vuol essere l’Istituto nostro, e ora sono lasciate così nell’abbandono

e fino avvilite.

 È tempo che l’Opera delle suore prenda un normale andamento,

e di rompere le corna al demonio che è riuscito pur troppo come a paralizzarla

con grande dolore di nostro Signore.

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 La madre vada pure, se sente di doverlo fare, in America, ma La prego,

se appena può fare questo sacrificio di non condursi insieme S. M.,

neanche così vestita come ora è: Iddio aiuterà lo stesso e di più.

 È tempo che si tolga questa specie di stregamento di dosso che la tiene vincolata

a tre o quattro, e le impedisce di attendere davvero a mortificarsi ubbidendo,

e ad amare davvero Gesù spogliandosi dei suoi sentimenti, - e al vero profitto

e formazione di tante altre anime che ne hanno basta di apparenza religiosa e di poesia,

e vogliono amare Gesù, senza fandonie, e sacrificarsi per le anime del nostro prossimo.

 E invio con tutto il cuore di sacerdote una benedizione speciale per la r. madre

implorandole da n. Signore l’aiuto di fare questo.

 Vede, caro sig. Pievano, che scrivo con molta sincerità nel Signore.

Allontani n. Signore ogni ombra contro la s. carità. Insista, caro sig. Pievano,

presso codeste figlie perché amino Gesù e Gesù Cristo crocifisso, e le anime

per l’amor di Dio e vivano staccate da sé e dal mondo e vivano di spirito di carità

e mortificazione e di fede grande e di preghiera: questo è lo spirito che Dio vuole da noi

e la nostra vita.

 Fuori di questo spirito c’è la morte.

 Che Gesù benedica me e questo scritto sì che porti vita di amore grande di Gesù.

 La madre se può avere buone suore vada pure in America, e Dio l’accompagni

e benedica.

 Credo che lei, caro sig. Pievano e fratello, difficilmente potrà essere

buon maestro di novizie e di suore: ha il cuore troppo tenero.

 Dico tutto nel Signore

 Saluto e benedico tutti

 La abbraccio, caro sig. Pievano in Domino

 Dev.mo


          Sac. Orione  d. Div. Provv.


 Sabato sarò a Torino, a Dio piacendo - Amen

 P. S.  Otto oggi, giovedì santo, ho fatto la S. Pasqua dalle mani del S. Padre;

ed ho pregato per tutte le suore e per tutti.

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