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+ Anime e Anime
[Tortona,] X febbrajo 1920
Mio caro don Tricerri,
Ricevo con vero piacere dell’animo la vostra buona e tanto desiderata lettera
da Montemario, e ringrazio Iddio che la vostra ottima sorella,
madre del nostro don Pietro, sia insieme con voi, o mio buon fratello in Gesù Cristo,
in codesto bellissimo posto sano e tranquillo.
Ho scritto oggi perché da Reggio Calabria don Cribellati mandi una o due suore
a Montemario, affinché gli orfani siano più ordinati negli abiti e più puliti, =
desiderosissimo anch’io che si faccia il bucato alla Colonia.
Oggi,
in via verità, qui non
avrei suore disponibili, e anche a Villa Moffa
e ad
Ameno mi chiedono delle suore, pure
perché, avendo fatto una buona potatura,
mi trovo di non poterne ora disporre.
Spero però che non tarderanno a venire quelle da Reggio, dove c’è un buon elemento.
A giorni sarà a Roma don Sterpi, e sarei contento che venisse su anche alla Colonia;
ma avrà molto lavoro, e non so se, subito lo potrà.
Favorite dire a codesto caro chierico che ho apprezzato molto il lavoro
che egli ha fatto, e desidero che la sua buona volontà continui sempre,
tanto più ora che è confortato dal vostro consiglio.
Egli pure vedrà presto soddisfatti i suoi santi voti di essere tutto e per sempre
legato alla chiesa di Gesù Cristo.
Come don Sterpi riferirà, fu qui don Montagna di Cuneo, e disse che egli
potrebbe provvedervi di un buonissimo mulo per L. 900.
Egli pure vendette il cavallo, e si provvide di un mulo grosso
che gli fa un ottimo servizio.
Però non può comprarvelo lui, ma gli occorrono i soldi. Bisognerebbe quindi
che ne parlaste in Casa, come in una famiglia con fra Igino, l’assistente, don Ricci,
e sopra tutto con don Risi, che io avevo messo amministratore della Colonia,
quando vidi che si affogava nei debiti. E sarà quindi bene, prima di fare forti spese
intendersi con don Risi, finché voi non vi siate bene orientato, e non conosciate vizi
e virtù dei romani.
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Da don Sterpi poi, che anche lui, con don Risi e don Adaglio, fa parte
del consiglio della Congregazione, potrete sentire meglio come in tutto regolarvi
Saprete, caro don Tricerri che, durante la traversata del bastimento
che conduceva i nostri missionarî e la Michel al Brasile
caddero malati di grippe 200 passeggeri e ci furono anche quattro morti.
Fate il piacere di far conoscere a don Sterpi che ho ricevuto il nome dei morti,
e non c’è, per grazia di Dio, né la Michel né alcuno dei nostri -
Sentiremo se sono stati malati.
Ho il piacere di significarvi che vostro fratello sta bene, ed è rimasto contento
del vostro biglietto. Farete bene se, ogni tanto, gli scriverete qualche buona parola.
Ed ora che il Signore vi ha portato sotto le tende della sua materna Provvidenza,
coraggio, o carissimo don Tricerri, e andiamo avanti lieti di servire con generosità Iddio
e i poveri orfanelli cercando di fare provvisione abbondante d’ogni maniera di opere buone
per la nostra vera santificazione.
Salutatemi don Ricci, fra Igino e l’assistente, fra Mauro, vostra sorella,
le suore, Quintiliani e benedico tutti i giovanetti
Vostro in G. Cr. e Maria SS.
Sac. Orione d. D. P.
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