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Riservata alla persona
non riletta
+ Anime e Anime
Tortona, il 20 Agosto [1]920
Caro mio don Tricerri,
Ricevo la gradita vostra, e perché non posso venire subito a Roma,
subito vi rispondo.
Come vi avrà riferito il ch.co Garberoglio vi avevo fatto preparare una cameretta
a Bra visto il vostro santo desiderio di fare anche voi gli Esercizî Spi.li.
Penso anch’io, come voi, che, prima di rinunciare alla parrocchia,
e di entrare definitivamente a far parte della Congregazione, sarà bene che premettiate
un po’ di santi Spirituali Esercizî, a Bra, alla nostra Villa Moffa.
Ma, siccome vi sono anche altri che lo devono fare,
e così non so se gli Esercizî saranno in settembre od in ottobre, -
e quindi vi pregherei di tenervi pronto, ma di aspettare a venire su, anche perché oggi
non avrei subito un sacerdote da mandarvi a sostituire.
Scriverò intanto a Segalerba che, provvisoriamente, venga lui, che è a casa.
2/ Quanto alla vostra destinazione, non ho fissato ancora: sto pregando.
Mi rincresce levarvi dalla Colonia, dove c’è anche vostra sorella;
vorrei mettervi a Sant’Anna, come già vi ho detto ma vorrei d’altra parte, servirmi di voi,
che siete già di età ed esperto di vita religiosa, perché siete stato col ven.le don Bosco
da giovane, per mettere bene a posto il ramo degli eremiti. Qui Mg.r Vescovo di Tortona
mi ha dato la parrocchia di S. Alberto di Butrio, dove c’è il corpo di S. Alberto
e il suo eremitaggio
La santa sede ha approvato tutto, e vorrei dare vera vita e forma religiosa
al ramo degli eremiti, piantando a S. Alberto con la divina grazia,
il vero noviziato degli eremiti. Mi era venuto in pensiero di mettere voi
addetto agli eremiti, perché mi parrebbe proprio il vostro posto.
Sareste arciprete di una parrocchia che ha 100 anime, tutta brava gente,
distanti dalla chiesa o antico eremo solo 200 metri, in collina, e al tempo stesso
mi dovreste fare da maestro dei novizî eremitini. Che me ne dite?
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Anche a Venezia mi hanno chiesto un Direttore spirituale, e avevo pensato
dapprima a voi, - ora poi continuerà un religioso.
Don Sterpi mi aveva indicato voi per San Giuseppe agli Squarciarelli.
Insomma, caro don Tricerri, bisognerebbe che voi poteste dividervi in sette
od otto parti, - vi pare?
Ora, piuttosto, ditemi un po’ voi il vostro parere, schiettamente e da buon fratello
nel Signore, perché dove io appena vi posso accontentare, desidero e voglio accontentarvi.
Amerei una risposta piuttosto subito, e intanto pregherò Iddio che vi conforti
e vi ispiri.
Vostro fratello domani va ad Ameno, accompagnato da don Zanocchi, -
colà abbiamo un’altra Superiora, e spero vi si troverà bene: vi è ora anche un Sacerdote.
Risponderò alle ancelle del S. Cuore; l’avrei un altro sacerdote, ma non subito;
bisognerebbe potessero aspettare un poco.
Vi pregherei proprio di far consegnare quei due fratelli (uno era a Cassano)
al loro padre - Facilmente verrà per lavorare alla Colonia un giovane ex soldato,
certo Cenci, di S. Oreste; era a Bra agli Esercizî; è robusto e fatelo lavorare
È anche buono, ma un po’ stranetto.
Amerei conoscere se dalla prefettura di Roma non avete ricevuto nulla.
Amerei sapere se ora le suore fanno pulizia alle camerate.
Avrei bisogno di mandare Maria Angiola in Calabria, -
desidero semplicemente sapere se sta bene di salute. Favorite consegnare, in tal caso,
la qui unita a suor Michelina.
Avrei anche bisogno di sapere se Garberoglio si presenterà a settembre
(20 settembre) per gli esami da maestro e dove.
Così
ho scritto a Quintigliani che entri subito all’ospedale
al sanatorio Umberto I,
perché
sono sicuro confido
allora che si farebbe ancora a tempo a salvarlo
Ritengo che egli sia veramente già affetto da tubercolosi,
e che non si possa più tenere in una Casa dove sono ragazzi: noi andiamo contro
a gravi responsabilità.
Datevi attorno a persuaderlo: è veramente il suo bene:
io non posso mandarlo ad Ameno, perché là ci ho già il ch.co Scopelliti,
e non posso mandarlo a Cuneo, dove ci ho il ch.co Iatì, che sta male più di Quintiliani,
come vide anche il ch.co Garberoglio
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Amerei anche conoscere il numero dei ragazzi che avete: il
numero di quelli che pagano e quanto pagano, e come state in fatto di debiti.
Benedico a voi, caro don Tricerri, a fra Igino, al chierico e fra Mauro
e alle suore come ai giovani tutti. - E la SS. Vergine vi benedica sempre.
Vostro aff.mo
Sac. Orione d. D. P.
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