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Tortona, sabato 12 febbr. 1921
Caro don Tricerri,
Ricevo la gradita vostra del 9 corr., che si riferisce a don Iatì.
Da parte mia, quando egli sia contento, ben, volentieri lo vedrei nominato
cappellano di un sanatorio; ma egli non è riconosciuto come ammalato
a causa del servizio prestato in un ospedale di tubercolotici, benché in verità,
il male se lo è preso sotto le armi e curando malati di quella malattia.
Lei senta bene il don Iatì se ci andrebbe volentieri, e poi (in caso affermativo)
preghi sua Eccellenza Mg.r Cerrati se lo può ugualmente mettere in quel posto,
e gli dica pure che gli sarò sempre molto grato della carità grande.
II Andate pure subito da don Risi, e vedete se il padre Abate gli ha risposto
che andiate a Grottaferrata, come era rimasto inteso con don Risi.
Se non avesse risposto, vada don Risi a prendere la risposta, personalmente.
E
intanto vedete veda se
la Casa è pronta, o cosa manca,
per
avere voi ove reclinare la tes il
capo e farvi un po’ di minestra.
Se
Quando tutto è pronto, passate dal Card.
Cagliero a prendere la benedizione,
e
andate in Domino: io la benedizione ve la mando a due
quattro mani.
Bisogna condurre con voi Pietro.
Don Contardi doveva andare qualche giorno in famiglia ma gli ho scritto di aspettare
a mettervi prima a posto la canonica. Attendo di sapere subito qualche cosa da voi su tutto
Saluto, conforto e benedico in gran cuore voi e tutti
Vostro aff.mo in Gesù Cr. e Maria SS.
Sac. Orione d. D. P.
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