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+ Anime e Anime !
[Venezia,] 22 Nov.bre 1923
Caro don Tricerri,
Grazia e pace nonché ogni conforto da nostro Signore Gesù Cristo!
Ho ricevuto qui la vostra raccomandata.
Ho scritto oggi stesso a don Garberoglio, chiedendogli spiegazioni.
Gli ho mandato copia della vostra addolorata e per me dolorosa lettera.
Ho fatto così perché bene andare lealmente e a carte scoperte,
e affinché ciascuno possa dire ciò che sente nel Signore.
Il Superiore, diceva S. Ignazio di Lojola, deve sentire l’una e l’altra campana,
sempre!
Con questo non metto in dubbio i dati di fatto che voi mi avete fatto rilevare
nel suo contegno a vostro riguardo; - ma è doveroso che ciascuno sappia perché,
se ha modo, possa difendersi.
Tuttavia la vostra lettera mi ha fatto, certo, molta pena; siete lì due sacerdoti
che potrebbe fare una vita tutta di orazione e di fraterna carità, dandovi la mano
e confortandovi fraternamente, e sarebbe per tutti uno scandalo se i nostri chierici
e sacerdoti sapessero che finite di fare una vita così grama
per la mancanza di tolleranza reciproca di umiltà e di carità in G. Cr.
Voi mi scrivete: «Speravo da lei una parola di conforto»; ma io non sapevo
di questa divisione che c’è tra di voi, mentre mi pareva che quando egli era ancora chierico
andaste abbastanza d’accordo.
È vero che, ultimamente, a Roma egli mi accennò a qualche cosa ma non pensavo
che le cose arrivassero sino a non parlarvi più. Non si è mai dato questo nelle nostre Case.
State tranquillo che ora gli ho scritto di togliere dal suo contegno
ogni cosa che potesse offendere la carità, e spero lo farà tosto.
Voi
forse, caro don Tricerri, vedete più brutto di quello che è; vedete
badate
che egli vi vuole bene. È un po’ malato, e bisogna compatire qualche cosa -
Non gettiamo per terra la croce che nostro Signore ci dà, no mai!
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Coraggio, dunque e facciamoci dei meriti pel Paradiso - Avanti nel Signore!
La Madonna vi conduca!
Vostro aff.mo
Sac. Orione d. D. Pr.
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