V063T117 V063P158
+ Anime e Anime !
Messina, il dì 9 Genn. [1]911
Caro il mio Canepa,
Ricevo la sua gradita lettera, e sono tanto lieto di rivedere i suoi amati caratteri.
Io sono sempre il povero bifolco della Divina Provvidenza, e sto qui perché so
che questa è la volontà di Dio sopra di me, - i desiderî del S. Padre
sono la volontà del Signore, e noi dobbiamo, o caro mio Canepa, avere un solo desiderio:
quello di fare la volontà di Dio, che non si manifesta mai così sicura
come quando parla il suo Vicario in terra.
Quanto al vecchio cieco, io ho modo di metterlo a posto,
ma vorrei conoscere per quale causa le piccole suore dei poveri nol possono più tenere;
se sono difetti di indole, di moralità, è bene parlarmi chiaro.
È conveniente saperlo per determinare anche un posto a lui adatto,
secondo la sua indole.
E voi, caro mio Canepa, che fate? che avete fatto de’ Camaldoli?
e della Casa di Salita Angeli che ne fate?
Io vidi la vostra figliola e vostro genero a Roma, quando erano sposi,
e andarono anche dal S. Padre.
Salutatemeli quei due buoni figlioli, e dite loro che lì benedico.
E voi non potreste ajutarmi, e venire con me?
Ma volete finire così? Bisogna che vi rimettiate in Domino,
e quel bene che volete fate, fatelo ora; dopo morte, quel che è fatto, è fatto.
E suor Maria, dunque, non sta bene? povera suor Maria!
Ditele che pregherò per lei, e che essa preghi per questo povero prete.
Caro mio indimenticabile Canepa, addio! pregate sempre per me, povero peccatore.
Io sono venuto un giorno a cercarvi a S. Caterina, di passaggio da Genova;
io vi ricordo come uno dei miei e prego sempre per voi.
Caro Canepa, Iddio e la SS. Vergine vi benedicano!
Abbiatemi in Gesù Cristo crocifisso per il vostro sempre affezionato e antico amico
Sac. Luigi Orione
della Divina Provvidenza
¨