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+ Gesù e le Anime
Messina, il dì 8 di febbrajo [1]911
Caro Canepa,
Ho ricevuto la vostra lettera del 5 c. m., e mi fanno piacere le vostre notizie.
Oggi non sto bene di salute, e non posso lavorare, e così ho pensato di scrivervi.
1/ Sono contento che il povero cieco sia dalle piccole suore dei poveri;
anche qui a Messina, esse fanno tanto bene, e sono veri angeli di carità;
stanno poco lontano da noi, e va un mio sacerdote a dire loro la Messa.
Ho
fatto loro avere dalla La Regina ha dato loro lire
cinquantamila,
e sono stato tanto contento quella giornata; se i grandi della terra capissero di più
lo spirito di carità, quanto denaro, che vanno sprecando in vanità, andrebbe in favore
dei poverelli di Gesù Cristo!
2/ Come si chiama quel povero cieco? qui viene sempre una persona
a domandare conto d’un vecchio cieco: se esiste o no, che si deve trovare a Genova.
Fatemi la carità di dirmi il nome.
3/ Pregate che io mi dia a servire a Dio con umiltà, e preghiera
e sincerità di vera vita di servo di Gesù C., come si conviene a un sacerdote.
4/ Io pregherò per voi, caro Canepa, che il Signore Vi consoli e ajuti
nel Suo Santo Servizio, e voi da vero amico, fate sempre lo stesso per me.
5/ Chissà che il Signore presto non mi dia un po’ di permesso da venire su
dalle mie parti, oppure non mi dispensî del tutto da questo ufficio,
stante la mia incompetenza e ignoranza per queste cose di Curia?
e allora, caro mio Canepa, vi vedrei tanto volentieri; ma se non ci vediamo,
sia fatta la v. volontà di Dio; staremo poi insieme in Paradiso; io spero di arrivarvi
per l’ajuto della Madonna SS.
6/ Sono contento che Camaldoli finisca di diventare Casa religiosa
e così gli angeli, se piace a Dio; ma pensate di fare le cose bene
anche per le vostre buone figlie e genero, e di fare tutto d’accordo col Signore,
e pregate assai assai.
7/ Voi dovreste venire con me come mia persona di fiducia, vicino a me,
perché io sento bisogno di avere uno che mi tenga le carte,
che mi faccia un po’ da segretario, che preghi con me e mi consigli nel Signore,
e vivere di amore di Gesù Cristo e della SS. Vergine, e vorrei che questo qui fosse vecchio, che mi facesse da padre e da stimolo ad amare nostro Signore Gesù crocifisso.
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Questa persona mi pare che potreste essere voi, caro Canepa;
così potreste fare del bene all’anima mia e io vi terrei come un padre, e, se vi ammalaste
le vostre figlie potrebbero essere tranquille che vi assisterei io;
forse la nostra vita sarà una vita raminga, ma pazienza!, sia come piace al Signore,
e poi in Paradiso riposeremo.
Cosa ne dite, caro Canepa? A voi rincrescerà forse venire via da Genova;
ma un po’ di sacrificio, per amare Dio, bisogna ben farlo non è vero?
Distacchiamoci da vivi, da tutto ciò che ci circonda, così ci uniremo di più
a nostro Signore.
Guardate che non è che qui, o altrove, ci siano delle gioje,
come forse il mondo crede perché sono Vicario, no, caro Canepa:
io sono veramente crocifisso, per sua bontà verso la mia anima,
e chi vorrà fare vita religiosa con me, dovrà, poco o tanto, sentire i miei dolori
e la mia croce e le mie spine e i miei chiodi, che però sono tanto cari,
perché Gesù si ama in croce, e chi non lo ama in croce credo che non lo ami affatto.
A tutte le ragioni che voi mi potete portare, per non muovervi da Genova
io mi limito a rispondervi: dove soffrirete di più per amore di Gesù Cristo? a Genova
o con Don Orione? certo con Don Orione: dunque è meglio questa strada di amarezza
e tribolazioni che ogni altra.
E quelli che si argomentano di amare Gesù e la s. chiesa per altre vie,
e di salvarsi più facilmente per altre vie, temo che sbaglino poiché io sono ridotto
che neanche posso più muovere un dito, per divina misericordia tanto sono crocifisso,
e chi più mi sta vicino e più gode di questa divina misericordia. Di Camaldoli
e Angeli fatene quel che Dio vi ispira, ma voi ritiratevi dal mondo,
e date una mano a me poveretto, come, col divino ajuto, io la darò a voi in Domino.
Pregate e mettetevi davanti al s. tabernacolo per qualche ora di giorno o di notte,
e poi rispondetemi. Mi farete tanti rispetti alla figlia Carmelitana e all’altra figlia
e al genero: che Iddio li benedica e assista sempre e sempre. E così prego per S. Maria
che la SS. Vergine la benedica, povera figlia! E ora saluto voi con carità come di fratello,
per l’aiuto che mi da il Signore e invoco sopra la vostra testa e sulla vostra anima
e sui vostri passi ogni grazia e misericordia da nostro Signore Gesù Cristo crocifisso.
E sono il vostro aff.mo in Gesù e Maria SS.
Sac. Orione della piccola opera
della Divina Provvidenza
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