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[l’azzurro è dattiloscritto]


           3 Gennaio 1933.

           Deo Gratias.


 Caro Monsignore e amico [Achille Gorrino]


Ringrazio della vita del beato Cottolengo, che ho letto

con grande conforto dell’anima e che si sta ora leggendo nel refettorio dei chierici

di filosofia e teologia.

 Chiedo scusa di non averla ringraziata prima. Quel libro farà del bene, molto bene!

 Ora scriva contro i Protestanti: veda Fede e Vita di Ugo Janni di Sanremo:

age contra in Domino.

Mandi pure il giovane Enrico Anzola fu Carlo - continuerà a fare il falegname

e ne avremo cura. Noi non possiamo pagarlo - si lavora per vitto e vestiario,

che la Divina Provvidenza non lascia mancare. Egli intanto qui imparerà il mestiere

coi nostri falegnami e sarò ben lieto, se viene per farsi della Div. Provvidenza.

Se appena può, si porti il più necessario pel vestito e pel letto - diversamente,

solo pel letto dovrei subito spendere per lui un 400 lire tra le lenzuola, coperta, materasso

e cuscino; sono momenti dolorosi, ché tutte le fonti della beneficenza si vanno inaridendo!

solo con i due panettieri, avrò circa 90 mila lire, qui, nella sola Tortona -

certo sono più vicino alle 90 che alle 80 mila. Deo gratias!

 Lei viene dal Cottolengo e non si meraviglierà; qui di puro vitto

(senza tener conto del Collegio Dante e delle Suore) - dicono ci vogliano

dalle 1300 alle 1350 lire al giorno, in media. - Più, abbiamo altre spese,

il Santuario da pagare, un grande casamento per 200 aspiranti di ginnasio

e un altro istituto nuovo.  E Deo gratias!

 Preghi un po’, caro Monsignore, preghi un po’ tanto per me pel nuovo anno,

e per le mie baracche, e gradisca voti santi di ogni bene pel nuovo anno.

 Il giovane può venire anche subito.

 Suo devotissimo in G. C. e nella santa Madonna


            Sac. Orione

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