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         Tortona, il 4 nov.bre 1929


 Eccellenza Rev.ma,


 In ossequio al desiderio espressomi da V. Eccell. Rev.ma le riferisco

quanto mi risulta sul personale e andamento dei Seminarî della diocesi.

Seminario Minore di Stazzano.

dei Superiori Pposso dire di Non non conoscere che il can.co Barco, Rettore,

e il direttore sp.le don Boccio.

 Il Don Boccio Rettore, che è anche insegnante nel Ginn. Superiore, non è di molta

cultura ma e un buon grammatico, specialmente in latino e greco e cura lodevolmente

abbastanza la scuola.

 E buon tagliato un po’ sacerdote alla grossa grossa, non ho mai udito nulla di male

su la sua condotta morale di carattere è schietto. e ha il difetto Gli piace però il vino bere

specialmente da qualche anno, eccede nel bere con troppa frequenza, nel bere, almeno i

Chierici piû altri oltre oOltre i Superiori anche i chierici piû alti sanno pare sappiano

che talora il loro Rettore è alticcio. Oltre a ciò

mMi pare che gli difetti di manchi anche qualche dote per essere un vero educatore

del giovane clero per di giovani aspiranti al Sacerdozio.

Cito Ad es. durante il un periodo delle di vacanze autunnali giunse in bicicletta

al Seminario un suo chierico, e gli portò in dono una lepre.

 Il Rettore lo ringraziò, e lo tenne a pranzo con se perchè mangiare insieme la lepre.

 Finito il pranzo il Rettore cavò fuori il sigaro, e, rivoltosi al suo chierico gli disse:

eE tu non hai il sigaro? L’altro rispose: ho delle sigarette. Ebbene, disse il Rettore,

tira fuori la sigaretta e fuma anche tu.

Quanto Certo Quanto Ciô non mi pare convenisse ad un Rettore di Seminario, e alla

né conferiva alla formazione ecclesiastica di quel giovanetto del chierico.

Av ancora di Ginnasio e inutile che io dire Mi Manca quella delicatezza

 Così mi parve notare in lui deficienza di e mancante di sentire di quel senso squisito

e soffio spirituale, che tocca e di quel tatto che plasma le anime e le forma i Chierici

per l’altare.

 In diocesi poi c’è una una lagnanza: generale si dice che al Seminario di Stazzano

i chierici non hanno abbiano cure né vitto sufficiente; alcuni parroci male si inducono

ad inviarvi i giovanetti, perché dicono ritengono che il vitto vi è sia scarso, e che

a scopo di un mal inteso risparmio; con troppa facilità poi si mandano i chierici in famiglia

purché paghino la quindicina.

 Quanto al direttore sp.le don Boccio mi egli è parve sempre buon sacerdote xx pio

forse di una pietà che non massiccia, ma e più portato per le pratiche di

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pietà e per certe pratiche di pietà che sanno un po’ di sentimentalismo

che per la vera solida pietà.

Il Anche il suo occhio non mi parve sempre mi parve normale. È corri

Ha cuore generoso, x e e un fervore che talora ha bisogno di essere contenuto.

 Di natura sua È è troppo facile corrivo a credere a doni e fatti soprannaturali,

a stimmate, ad ad estasi e a visioni, il che spiega molte cose, pure essendo un

ma è sacerdote ritengo di vita illibata.

 Citoerò un fatto di anni passati. Era già già da qualche anno direttore sp.le

al Seminario, quando mi capitò a Tortona come per salutarmi. Mi disse che mille

dopo insistenze, aveva finalmente ottenuto dal vescovo di metter andare fuori diocesi,

e mettersi insieme con certo don Francesco Repetti per fondare

con lui un Ordine religioso.

 Una monaca del Monastero della Visi di un Monastero di Sanremo,

diretta dal don Repetti, aveva avuto visioni e come una missione celeste da compiere

per purificare riformare il clero.

 Anche il don Repetti aveva avuto visioni, battiture dal demonio etc.

e il don Boccio sarebbe proprio stato richiesto da Dio.

 Badi, Eccellenza, che questo povero quel sacerdote Repetti era già sta un ex Parroco

Arciprete della nostra diocesi, e a Varzi, dove era stato parroco, già aveva fondato

un Istituto di suore, che finì malissimo: egli era un diventato un vero squilibrato,

niente piû stimato dalla sua popolazione, tanto che le mamme usavano dire ai figli discoli:

tu sei è sei bugiardo come l’arciprete.

Era uUn vero super esaltato, e che faceva fec fece vedere anche a me pannolini

intinti intrisi di sangue, che diceva uscito dalle certe stimmate di quella Monaca etc.

 Ci mancava ancora che il povero don Boccio, già così sentimentale, ci e inclinato

a fissità religiose, fosse andato a cacci con quello a finire col don Repetti., che

questi ora è morto dopo essere stato sospeso in Diocesi di Albenga essere vissuto

in mezzo ai litigi delle con le sue stesse pseudo - suore. dove aveva acquistato uno stabile a e viver sempre per farvi un Monastero che poi finirono di abbandonare

Ebbene Or bene per poter indurre fermare trattenere il Don caro don Boccio a non

andarsi a p da quella che a me pareva era la sua rovina e per levargli quella fissità

ho dovuto adoperare insistere lungamente e usare le espressioni le più forti, sino a dirgli:

vedi, se io fossi in punto di morte, e avessi solo piû tempo di baciare per l’

per un’ultima volta il crocifisso, lascierei di baciare il Signore per dire a te dirti; non

andare che fermarti che tu vai a perderti.

Poi sSeppi poi anni fa che, di frequente, andava anni fa ad Ameno,

e che era come in uno stato di esaltazione per aver trovato come la sua guida, e poi dice

 Ma, sapendomi ritengo che contrarissimo, a certi suoi attacchi non ritengo

che per questo venisse quasi più da me, - eccetto forse qualche fugace incontro. e poi

vVenne poi circa un anno fa, quando mi chiese consiglio  a chiedermi se poteva affidare

le sue suore a don Botti, che gli il quale pareva glie che lo avesse come chiesto - Gli ho

risposto di no ci tenesse, assicurandolo che egli avrebbe allontanato saputo allontanare

ogni pericolo col Santo Ufficio etc. Gli ho risposto di no.

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 Quanto al Seminario Maggiore di Tortona, vi è tra il Rettore canonico Gugliada

e l’economo can.co Grassi xx un forte attrito; come è tale che Vostra Eccellenza Rev.ma

lo avrà subito d rilevato: perchè È tale è cosa una situazione che la si sa pur fuori. poiché il

rettore purtroppo non ne fa mistero., e vuole

 Di torti mi pare manchevolezze forse ce ne siano sono xxxxxx da ambo le parti, e mi

pare quasi forse è il caso di ripetere col Manzoni che il torto e la ragione

non si tagliano mai con un taglio così netto.

Il L’Economo è di capacità limitata e forse un po’ gretto; il Rettore  poi non è mi pare

quell’uomo che vuole apparire. Era un buon chierico, ma e poi anche un buon prete

da giovane, ma quanto cambiato mutato da quello! E quanto è mai pieno di sè!

 Del vitto non è quasi mai contento, e la sua lingua non vede che sé, non parla

che frequente di sé, e gli altri e ha sempre da criticare:; ma llo facesse almeno davanti,

ma no, no, davanti fa inchini. ma tutto iIl clero e i chierici sanno la sua doppiezza

lo ritengono perchè non sincero e non se ne fidano.

 I Chierici lo temono, non lo amano: nessun Chierico non so se vi sia chi uscito

dal Seminario, ne parli bene: tolto uno, nessuno che io sappia va per conforto

nelle prove dolorose del suo Ministero sacerdotale a riv sentire una parola dal suo Rettore.

 Oh i tempi di Mg.r Daffra! quando

Io Quasi non conosco che quando di vista i suoi tre ultimi forse è Vice - Rettori,

ma li so tre giov ne ho udito parlare come di tre sacerdoti edificanti - forse se possibile

sarebbe bene che se fossero che almeno qualcuno di essi fosse interrogato.

Il Clero veniva venendo a Tortona e trovava ritornava nel Seminario a trov sentire l

unala buona parola a cercare il consiglio che impediva tanto male miseramente che

aggiustava tante cose!

 Non è poi certo poi edificante il contendersi, che come fanno, le penitenti

tra lu il can.co Penitenziere e il can.co Gugliada, ma, ciò che è più grave, è che cosa nota,

egli x mi risulterebbe che questi bacia le penitenti. E fa il Catone e fa scuola di morale!

 Quanto agli insegnanti, il prof.re di Filosofia, can.co don Chiesa,

saprebbe il fatto suo, ma è con dicono non ha metodo sia un confusionario, che non so cosa i Chierici ne capiranno ne avranno e che i chierici non ne profittino; trascorre sovente

nel dire e con facilità dà dell’asino a tutti.

 Il Prof.r Pescino, insegnante di lettere italiano latino e greco in liceo,

ora assai malandato in salute non è fu mai all’altezza del suo compito:

non cura affatto la scuola, ed è e dai chierici gli danno il nomi lo chiamano «il poltrone».

In tutte l’ le annate scolastiche (non parlo di quest’ultimo anno

nella quale fu quasi sempre malato) darà, si e no, due o tre compiti all’anno da ogni

nelle sua materiae materie da fare a fuori classe a casa; i t i compi e in classe chi ha voglia di studiare studia per conto suo: non ha m impegno non ha metodo né cultura sufficiente.

Ma è sostenuto dal Rettore.

I Chierici Tolta la l Certo i chierici in fatto di lettere i ne sanno di più

quando vengono dal Ginnasio di Stazzano, che quando escono dal Liceo di Tortona.

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Gior Alcune settimane fa entrato veniva a Roma nel al Seminario Lombardo

il ch.co Lauri per frequentare la I I Teologia alla Gregoriana.

 Egli pare un buon ingegno dopo essersi trovato per una quindicina di giorni insieme

con i chierici del Lombardo, diceva ad uno de’ miei Chierici usciva in queste parole: con

un Chierico dei miei che fa pure noi «venendo qui dal Seminario di Tortona, sentiamo,

quanto a studî, di essere dei giovani rovinati».

Chi Degli altri insegnanti ne ho udito parlare bene, - specialmente bene poi

per capacità attitudine e disciplina è assai stimato il sac.te Leidi professore di Matematica

e scienze.

Quanto poi La maggior parte migliore del clero diocesano e fin le stesse famiglia,

che hanno figli nei Seminarî, si lamentano che si lasciano i i C x i chierici si per tutte le

circa nelle più di tre mesi in vacanza, molte volte talora abbondanti a sè con grave quello

scapito grave danno per le loro anime e pericolo per la vocazione che è facile immaginare

da sotto più riguardi.

 Egli è corrivo a credere ad estasi, a stimmate, a visioni, ed ha nel complesso

del suo modo di fare e lo stesso suo sguardo fissità né mi pare che abbia troppo

del normale.

 Ad es. alcuni anni fa, già direttore spirituale a Stazzano, mi capitò un giorno a dirmi

che egli venne da un sacerdote come per per salutarmi. Mi dDisse che già ex parroco usci

in diocesi, ma già uscito dalla Diocesi perché diceve di avere avuto dove non aveva fatto

bene anche moralmente. Questi gli aveva raccontato di visione di una missione celeste di

avuta, a mezzo di una suora stigmatizzata di fondare un Ordine.

Dov Quel prete si chiamava don Francesco Repetti, e a Varzi, dove era stato parroco

aveva già fondato un Istituto di suore che finì male molto male. anche moralmente

Era caduto in discredito dal popolo tanto che le mamme quando volevano sgridare i figli

dicevano pubblicamente: sei bugiardo come l’arciprete e già a Voghera dove era

dove era stato aveva fatto gran chiasso di azione cattolica, ma roba superificiale

e un’azione cattolica che nascondeva cose non belle. una vita non veramente da pio

Sacerdote a dovere. Ma era l’ora che bastava far rumore.

 Questo sacerdote, si era messo a Sanremo, dove dirigeva una suora, che aveva

diceva avesse rapimenti, stimmate, e fece vedere a me pannolini intrisi di sangue.

 Ora il don [...]

 Alcune settimane fa entrava nel Seminario Lombardo di Roma il ch.co Lauri,

proveniente dal nostro Seminario, dove aveva finito con lode il Liceo, era mandato

a frequentare la Teologia alla Gregoriana.

 Dopo essersi trovato per una quindicina di giorni con altri chierici del Lombardo,

usciva in queste melanconiche parole : «Venendo a Roma dal Liceo del Seminario

di Tortona sentiamo che, quanto a studî, eccetto in qualche materia,

siamo dei giovani rovinati»; se non le precise parole, certo il pensiero era questo.

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 Degli altri insegnanti ho udito parlarne bene, - specialmente poi per capacità,

metodo e disciplina è assai stimato il sac.te Leidi, prof.re di Matematica e Scienze.

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 La maggior parte del clero diocesano, e le stesse famiglie

che hanno figli nei Seminari, lamentano che si lascino i chierici nelle vacanze estive

troppo lungamente a casa.

         In fede

 Di Vostra Eccellenza Rev.ma umile servitore in Gesù Cr.


         Sac. Luigi Orione

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