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 +         Roma, il 19 febbr. 930


 Eccell. Rev.ma, [Mg.r Grassi]


 Sono a Roma da jeri, diretto chiamato in Calabria per confortare una

a portare una parole di conforto ad una malata d’occhi, che sta perdendo la vista -

 Però non se non mi giunge qualche altro telegramma vorrei trattenermi

almeno quel che giorno, ché è dai primi gennajo che non ero venuto.

 Se posso fermarmi, tardare, vedrò forse il S. Padre, avendo da rimettergli

un obolo di L. 100.000, da parte di una famiglia genovese - che aiuta i miei poveri, -

se no, le lascierò il danaro alla Cassa dell’Obolo.

 Stamattina ho appreso, casualmente, che Sua Emin.za il Card. Perosi è malato

da alcuni giorni, e jeri fecero l’esame delle urine.

 Don Risi e gli altri miei non mi dissero ancora nulla, x onde ritengo che nulla ancora

sappiano. -

 La lo seppi notizia la seppi da un gentil uomo di xxxxxxxx che V. Eccell.za

conosce personalmente.

 Casa Perosi è xx sempre stata un po’ la Casa del mistero, e pensano forse di tenere

nascosta la malattia., - non vorranno si sappia. So che si Non ignoro che qualcuno ha

addomesticato che si è ha fatto un gran can can allorquando ritenendo io che ne sarebbe

venuto edificazione, la notizia avrebbe fatto buona impressione ho telegrafato

che Sua Eminenza aveva sopportato la amputazione del piede con molta rassegnazione e alto spirito.

Io nNon so quindi se passerò dai Perosi, - non vorrei creare imbarazzi, a che poi

nè che si dicesse che ho divulgato la notizia della malattia; jeri però ci fu

non solo il Dott.r Zandotti ma anche il Prof.re Giannuzzi.