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[Tortona,] 7 dicembre [193]9
S. Ambrogio V.
Eminenza Rev.ma,
Bacio con venerazione la sacra porpora.
Ricevo la domanda fatta dal don Casati per andare al Cottolengo di Torino,
che la Eminenza Vostra ha avuto la bontà di trasmettermi.
Agevolerò
la cosa quanto più mi
sarà dato.
Pensi, Eminentissimo, se non sarei contento di vedere questo sacerdote terminare
i suoi giorni in quella santa casa, nell’esercizio della carità verso tanti infelici.
Sospendo, quindi, dal dargli altra destinazione, come avevo scritto.
E
umilmente la prego, Eminenza, di benignamente
dargli volergli concedere
una
paterna latitudine per la sospensione dalla S. Messa, - poiché già
io fin
ho
dovuto essere molto forte con lui; ed
oggi si trova che oggi si trova come recluso
in una nostra Casa presso Tortona.
Vedo
gli che si lamenta che
non aveva lavoro; - al lavoro datogli
non mostrò
impegno;
nNon
mi sono sentito poi di dargli un insegnamento, come egli desiderava,
perché
non sentivo dovevo di
metterlo sul candelabro, se
anche lo avessi ritenuto capace. a
Anche
a Venezia poteva aveva
campo di fare molto
bene. - non ha saputo stare a suo
posto
mi pare che preghi poco È un’anima che prega poco.
Non
vedo più il don Casati
da oltre quindici giorni, poiché due settimane fa
dovetti
andare recarmi a Roma,
ed è là che dove
ricevetti il venerato biglietto
di Vostra Eminenza Rev.ma che si riveriva appunto al don Casati.
Trattandosi d’un provvedimento doloroso, desideravo darvi corso di persona,
perché
fosse venisse preso
bene, e nelle vie dello
spirito.
Ma
a Roma mi cadde addosso una bella bronchitaccia; ho
le ho resistito
fin che ho potuto potei, poi dovetti cedere, e è questa la prima lettera che posso scrivere.
Va
molto meglio. Grazie a Dio e già ho potuto levarmi
a celebrare. e va molto
meglio
Spero
di passare venire
presto a riverire V. Eminenza presto
e a riferirò riferirLe
anche
su ciò che s’è potuto fare al Cottolengo
di Torino pel don
Casati.
Oggi è Sant’Ambrogio, - quanto sono contento d’aver potuto scrivere a V. Eminenza
in
questa cara festa. Si degni darmi la benedizione di S. Ambrogio una
benedizione ma
grande, grande!
Di V. Emin.za Rev.ma umile servitore in N. Sig. Gesù Cr. e nella Vergine
Immacolata
Sac. G. Luigi Orione dei Figli d. D. P.
Nelle piccole Case della Div. Provv. non manca mai il lavoro,
basta
avere buona volontà di
lavorare, e lavorare in adempimento alla legge del Signore.
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