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[Tortona,] 28 maggio [191]3
Ora rileggo la sua lettera, ma vedo che V. Signoria mi domanda confidenzialmente
come
informazioni e schiarimenti del come vanno i suoi
affari per cui preferisco,
se appena mi sarà possibile venirle a fare una visita, se appena appena le mie occupazioni
me lo permetteranno
Scrivo
quindi queste Mi limito quindi con più affetto,
ora
che essa è morta non
c’è più.
Confesso
che Essa La compianta signora mi ha fatto delle
offerte e giungeva
ad
usarmi delicate attenzioni, comprandomi
facendomi fin trovare del cioccolatte nella
valigia
quanto veniva a sapeva sapere
che io doveva perdere le notti fare
lunghi viaggi.
Io
l’ho come una delle mie benefattrici e
e quello che non potrà
mi farà qui da viva,
mi
sono sicuro che lo farà dal Paradiso, poiché io
ne ho ebbe
sempre il concetto di
come di una vera santa.
È stato da me il sig.r Samendola ma io non poteva dire una cosa che non era.
Appena
io ebbi il danaro,
quantunque don Ravazzano venga ogni giorno qui da me,
io
saltai via don Ravazzano e ho avuto il coraggio di
stare che stesse buono,
che se anche la signora Maria fosse andata in Paradiso,
la Provvidenza non lo avrebbe abbandonato.
Io non so se essa avesse già vendute le terre quando mi diede il danaro;
ma credo di sì; poiché io glieli chiesi prima, del terremoto ed essa allora pareva
che non ve avesse.
Prima
doveva essere un dono, poi diventò un mutuo: ma
questo
ma
questo non lo dico per fare un torto
alla defunta, né ad altri, - ma solo per la verità:
il
Signore ha disposto così e sono
contento. Io però in quei momenti di
grave ne
e
sempre ebbi il suo atto come un grande favore
beneficio, e la ritenni
come
mia benefattrice insigne, poi anche
pel modo modesto che usò nel
soccorrermi
senza fare chiasso.
La Sig.ria Vostra mi dice nella sua che si affida a me in confidenza come a Padre,
io
la ringrazio, - e scrivo pure a Lei in
confidenza, pregando Il Sac. anch’io a lei
così
in confidenza sicuro che la presente resti sola
a sue mani o delle dei
Suoi Superiori.
Comprendo
Benché io di
frequente veda il sac. Ravazzano al quale evidentemente
V.
Sig.ria allude nella, io evito di parlargliene
più che posso di parlargliene.
Io
non so a che punto si trovino gli affari: mi parve
pare che subito
tra
Lui e il sig.r
Samendola e lui ci fosse corda molta tesa, ed egli si lagnò con me
che V. Sig.ria abbia nominato procuratore il Samendola che non era nelle grazie
della sig.ria Maria.
Io
questo però se questo
fosse vero non so, l’ho sentita da lui.
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