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 Gent.mo signor Conte


In risposta a Ricevo solo oggi la sua del 26 corr, perché sono stato a trovare

due sorelle e il fratello.

 La posso assicurare che la permuta del locale attualmente «casa del parroco»,

con la parte prospettante la Piazza della Chiesa, se è giovevole per l’Istituto,

è giovevole anche per il parroco.

 L’Istituto, colla permuta, verrebbe ad avere completa libertà di soggezione

dal passaggio del parroco e nella sua famiglia e parrocchiani (donne, ragazze, ragazzi);

il parroco avrebbe più contatto colla popolazione perché sarebbe subito alla portata di loro,

quando occorresse qualche chiamata anche notturna.

 Egli avrebbe accesso diretto alla chiesa senza uscire di casa con una porta

da praticarsi d’accordo già col Vescovo e col parroco.

 Le posso dire che detta permuta siccome vantaggiosa è anzi desiderata dal parroco,

come egli si espresse con me don Sterpi l’altra volta e stavolta anche con me ancora

quando fummo l’ultima volta a xx xxxxxx chiedendomi «se siamo ancora disposti

alla permuta.». Anche il clero pare veda assai bene detta permuta, almeno se è sincero.

Il parroco Cistercense che gode tutta la fiducia del Vescovo, tanto che il Vescovo diceva

a noi: «con questo mi confido», faceva a noi due (Sterpi e me) vedere tutti i vantaggi

della permuta.

 Può darsi che qualcuno, che non veda di buon occhio la Istituzione cerchi di mettere

i bastoni nelle ruote, ma il diavolo fa il suo ufficio, e quindi non c’è da meravigliarsi

di queste manovre e non si deve correre dietro il al mondo, quando le cose sono rette

davanti a Dio, come davanti agli uomini dabbene.

 I lavori certo si faranno poco per volta, e perciò l’Istituto si potrà aprirlo

sin di quest’anno appena fatti i più urgenti; ma la permuta conviene converrebbe

farla subito perché, partito il Commissario, la pratica dovrebbe essere trattata

in Consiglio Comunale dove i partiti possono più facilmente trionfare.

 Così conviene sistemare bene la posizione della casa, che dovrebbe venire

all’Istituto, intanto che c’è questo Vescovo, il quale è benevolo,

e l’avvenire è nella mani di Dio.

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 Lei non si scoraggi perché la Provvidenza ci aiuta, e se ci manterremo

fedeli al Signore e alla sua Chiesa ci aiuterà sempre più, benché avremo sempre

contro il demonio e i suoi addetti.

 Ciò che mi fa tanto pena è il suo scoraggiamento, ma pregherò per lei

che Dio la conforti.

 Io credevo di averle aperto tutto il mio cuore; ma forse l’ho fatto malamente.

 Con ogni ossequi le sono


          Sac Carlo Sterpi


 P. S. L’unica difficoltà sarebbe l’acqua, ma don Sterpi, che è tuttora a Venezia,

ha già in mente come si può vincere anche questa, con compiacenza del parroco. -

Stia tranquilla che faremo tutto con molta rettitudine davanti al Signore e alla Madonna.

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