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[Roma - Via Sette Sale,] 29 giugno 1934
A. XII
Gentilissimo professore e amico,
Il Signore sia sempre con noi!
Riferendomi alla citazione di Sant’Agostino, fatta nel colloquio di jeri,
essa è nell’espistolario: Classis tertia Epist. 138, - n. 17, in fine, chiude il Capo III.
Agostino scrive a Marcellino, e vede con occhio d’aquila i trionfi di Roma.
Egli la celebra scrivendo che il re di Roma è la verità, che la legge di Roma
è la carità, che il modo di vivere di Roma è l’eternità:
«Cuius rex veritas,
cuius lex charitas,
cuius modus aeternitas»
Ecco perchè Orazio nel Carme secolare deprecava che il sole
non potesse mai scorgere cosa maggiore di Roma:
«Alme sol, ......................................possi nihil urbe Roma visere maius»
perchè
tra le romule mura Iddio ha posto in Roma il trono e
il principio della verità:
la legge dell’amore che è amicizia e vincolo tra tutti i popoli è dell’universo
fa una sola città: «Urbem fecisti quod prius Orbis erat» (Rutilio), e ti diventa
tutela del mondo
Ed
ha un modo una virtù
di essere, un modo e una virtù nuova
nuovo
di
socialmente vivere al tutto fermo, incrollabile immortale. Ecco la
vita di Dio Roma,
secondo la missione che Dio le ha dato: «Cuius modus aeternitas»
Qui Agostino e Virgilio si