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[il corsivo azzurro è grafia d’altri]


Dolorosi avvenimenti futuri?

Le profezie della Monaca di Taggia.


 Nei passati giorni mi sono trovato in compagnia di alcuni Eccell.mi Vescovi,

e si venne a parlare di ciò di cui tutti oggi parlano cioè della guerra;

poi si passò a discorrere delle famose predizioni della Monaca di Taggia.

 Io li stavo guardando e ascoltando, e tacevo, e mi teneva in tasca le celebri profezie

della Monaca stampate sin dal 1849.

 Suor Rosa Colomba dei Conti Asdente era una domenicana del Monastero

di S. Caterina in Taggia, allora diocesi di Albenga. L Le profezie di suor Colomba

non sono poche, e di esse già una parte si sono pienamente avverate,

come faceva constatare uno di quei dotti e santi vescovi.

 Essa predisse pure il tempo di sua morte, che avvenne il 9 giugno 1847,

e fu morte preziosa come quella dei Santi.

 Anch’io fui più volte a Taggia, e al vecchio e al nuovo Monastero di Santa Caterina

e vi ho raccolto molte e interessantissime notizie.

 Comprenderete bene, o miei cari, amici, che non tutte potrò darvele qui

su di un giornale, per quanto esso sia l’innocuo e inosservato foglietto

della Divina Provvidenza; anzi neanche so se sarà possibile o conveniente ristampare

quel libro di profezie, tale quale fu edito nel 1849.

 A dirvi la vert verità ne avrei bene una mezza idea, poiché di quei libret libretti

non se ne trovano più, e furono sempre ricercati assai anche da personaggi illustri.

Immaginatevi: si dice che fin anche Vittorio Emanuele II vivamente abbia desiderato

avere il libretto delle profezie della Monaca di Taggia. Eh! certe gravi previsioni

interessano anche i Re. M

 Ma qualcuno mi domanderà: la Monaca di Taggia nelle sue, cosiddette, profezie,

parlò anche della guerra spaventosa che ora va desolando l’Europa?

 Sì, che ne parlò, e più di una volta, e in termini tali che sembra di leggere proprio

la cronaca della guerra.

 Ma dell’Italia, mi domanderete, ha essa parlato? Si, purtroppo!

 Ha parlato di Re, e di Imperatori: ha parlato dei Russi, dei Prussiani, dei Francesi,

dei Turchi, degli Inglesi, e anche della nostra amata Patria.

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 Ma non tutto si può stampare.

 Qualche cosa tuttavia dirò in appresso appresso, anche per appagare

il grande desiderio di molti.

         (continua)

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