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Tortona           Anime e Anime !

Casa della Divina Provvidenza      19 febbrajo 1920


 Carissimi Figli della Divina Provvidenza,


In pace Christi. - Questa vita è un’ombra che passa.

 Alle nove di stamattina moriva il in questa casa il nostro carissimo fratello sacerdote

Sacerdote don Ernesto Giov. Battista Gandini.

 Ieri aveva 32 anni: jeri ancora era sano, pieno di robustezza, di gioventù e di vita: -

oggi è morto.

 Jeri mattina ancora 1° giorno di Quaresima, era venuto con me in Duomo

e con gli altri sacerdoti e chierici nostri alla predica sulla morte, e fu il primo a morire

di tutti quelli che erano erano là ad ascoltare quelle parole salutarei della morte

sulla brevità della vita, e sulla certezza della morte, sulla necessità

di essere sempre preparati a morire. Non è era era passato un giorno,

e don Gandini è morto!

Ieri sera cenò in refettorio coi giovani; poi passò nel refettorio dei chierici

e sacerdoti e dopo da fu si trattenne con me e col suddiacono don Enrico Bariani,

fino alle 10½. Mai era stato così bene, e stamattina è morto!

xx Doveva andare a dire la Messa alle 6½ in Duomo al posto di un canonico; all

noi alle otto, non vedendolo, ri credevamo fosse ancora fuori; di C la porta

della sua camera era chiusa. sorse un du

 Fu cercato in Duomo, e ma ci dissero che non l’avevano visto: si batté alla porta

della sua camera: nessuno non rispondeva rispose: un dubbio terribile cominciò a sorgere

e ad ingigantire.

 Si appoggia entra per la finestra: don Gandini giace steso a terra ai piedi del letto:

era ancora vivo; ma non parlava piû; doveva essere a si era messo a letto,

dovette sentirsi male, ed essersi alzato per chiamare soccorso ma non riuscì a raggiungere

la porta.

 Non parlò più non diede piû segno di capire: ricevette ancora l’assoluzione

e l’Olio santo, e dopo un quarto d’ora era morto. Come si fa presto a morire!

Jeri sera alle 10 ripeteva alcune le parole sulla morte udite jeri mattina

dal predicatore, p. Roberto da Nove; stamattina era morto!

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Pareva La mano del Signore lo aveva condotto domenica Lo avevo mandato

domenica a dire Messa in alla nostra nuova Parrocchia di S. Rocco in Alessandria, al posto

di don Zanocchi. e pPareva che egli presentisse qualche cosa, da Alessandria avevav fatto

dono fece una corsa a casa, a Pasturana, a rivedere suo Padre, la sorella, i fratelli.

 Ma non si fermò che qualche ora.

al d Jeri mattina aveva voluto dire lui la Messa ai giovani ai piedi della Madonna

della Divina Provvidenza mentre era stato designato un altro: e fu l’ultima Messa.

 Jeri sera, passò a salut da tutti: dai chierici, poi dove mangiano i canonici, dai Mal

qualche giovane malato, da molt e poi si trattenne a parlarmi con me a lungo [...]

 Lui! E non è passato un giorno! Iera sera ancora, alle 10½ conosce e non presago

anzi ben lontano dalla prossima fine che lo aspettava dal pensare che la morte gli fosse così vicina, ripeteva con me e col suddiacono don Enrico Bariani le parole del predicatore,

p. Roberto da Nove, e stava benissimo.

 Aveva cenato in refettorio coi giovani: era poi passato nel refettorio dei chierici

e sacerdoti nostri della Congregazione: era salito dove stanno i canonici egli

e gli altri sacerdoti che abitano con noi, e ci siamo poi data la buona notte che potevano

essere le 10½.

 Quest’anno era stato chiamato qui in ajuto a don Sterpi, che di frequente

deve trovarsi lasciare fuori di Tortona, ed è qui che don Gandini, a 32 anni,

cadeva sulla breccia: nella Casa della Provvidenza dove entrò fanciullo. Venne a dirmi

jeri sera se poteva stamattina andare a dire Messa in Duomo del Can. Penitenziere,

al posto di un canonico ed io e tutti stamattina, non vedendolo trovando

la sua camera chiusa, lo credevamo in Duomo.

 Ma alle passate le 8, e vedendo che non tornava, si mandò per lui, e si seppe

con stupore che in Duomo non c’era, che non era andato.

 Pensate come possiamo siamo rimasti: un terribile dubbio terribile sorse in noi

e ingiganteggiò in un attimo.

La porta della La camera di don Gandini era chiusa: per quanto si battesse

per quanto si chiamasse, nessuno rispondeva: si dovette entrare per la finestra.

E don Gandini era là, disteso a terra, ai piedi del suo letto.

 Era ancora vivo sì, ma senza parola, ma e senza conoscenza.

 Il letto era sfatto: ... e in modo subitaneo.

 La morte non guarda né a gioventù né a robustezza di temperamento,

ma viene, tamquam fur, nell’istante che meno ce la l’aspettiamo.

 Preghiamo, o figliuoli miei, e perseveriamo nella nostra santa vocazione

e stiamo vigilanti colle lampade in mano, e in attesa della nostra gioia

secondo l’espressione del Vangelo.

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 Per me e per voi questa morte improvvisa di Don Gandini è una grande voce

di misericordia è una chiamata di Dio grande di Dio.

 E dunque, arrivederci, riposa nella pace di Cristo, mio benedetto dolce e amato

benedetto mio mio figliuolo mio Gesù Cristo, che te ne sei andato da questa misera vita

a vita beata prega per noi e prega per i tuoi fratelli. dello spirito

 Ti accompagnano che gli angeli santi al Paradiso e i Vergini e i Martiri del S

del Signore portino sulla tua anima sulle palme delle loro mani, e arrivederci E arrivederci,

 Va, riposa in pace e arrivederci domani noi tutti saremo con te, sempre con Cristo, e

e sempre con la Madonna e sempre con te, non è questione che di giorni.

 Mentre chiniamo riverenti la fronte e adoriamo i giudizî imperscrutabili di Dio,

ci parli questa morte, [a lato: suffragi] la parola della eternità e ci scuota e infervori ad una

a vita di virtù e di maggiore santità.

 E ci conforti insi il pensiero che un giorno noi il nostro don Gandini lo incontreremo

in Paradiso, se ne inster dove il Signore tiene preparata una speciale xx ricompensa

a quelli che avranno per l’amore del Dio si di Dio, consacrata la vita a bene degli umili

e dei piccoli xx di Gesù Cristo.

 Ed ora preghiamo per lui: questi suffragi saranno di conforto a noi e di sollievo

pel nostro compianto Fratello.

 Sacerdote Ernesto Giov. Battista Gandini di Giov. Battista

e della fu Gamaleri Caterina nato l’11 marzo 1888 a Predosa.

 Morto oggi, 19 febbraio, 1920, in Tortona, via Emilia, 27 alle ore 9.½

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