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Espresso
Al M. Rev,do Signor D. UMBERTO FRANZOSI
Arciprete di Pontecurone (prov. Alessandria)
Riservata a te e a Don Botti
Anime e Anime ! Roma, il dì
13 di Marzo 921 .
Caro Arciprete ,
1) Ho ricevuto jeri sera la tua gradita lettera, dopo aver ri-
cevuto pure un espresso dal Signor Zanin, il quale mi dà tempo
sino marted 15 corr, a rispondere, altrimenti dice che vende
ad altri .
2) Ti ringrazio della tua lettera. - Rispondo breve.
3) Io in questi giorni ho girato mezzo Roma e da Suore e da Re-
ligiosi cioè metà i Conventi e le Case Generalizie, ma tutti o ri-
sposero di no, per mancanza di personale , o chiedendo tempo per ve-
nire, per vedere, per consultarsi e poi decidere .
Anche jeri sera fui da Fratel Alessandrini, il Superiore dei Fra-
telli delle Scuole Cristiane, che tengono in Roma il più bell'I-
stituto di Roma, a Piazza di Spagna, di cui Egli è Preside, e mi
disse che facilmente si potrebbe combinare, ma col P. Provinciale
del Piemonte, il quale abita a Grugliasco, e che bisognerebbe ave-
re subito un abboccamento con lui. Ma io non posso venire, e
solamente voi altri potreste fare questo. Essi, se accettassero,
metterebbero Scuole Tecniche e forse anche Istituto Tecnico, nei
quali studi sono specializzati, e con assai migliore metodo sia
dei Salesiani che dei Gesuiti. L'Istituto di San Giuseppe di To-
rino, che è loro, è un modello del genere. Fratel Alessandrini
scrive subito al Provinciale a Grugliasco, al quale uno di voi al-
tri potrebbe telegrafare chiedendo un appuntamento a Torino, o
presentarsi dicendo che qui Don Orione parlò con Fratel Alessan-
drini ( costui è un pezzo grosso dell'Ordine ) da cui, se non ha
ricevuto, certo riceverà lettera. Che non avendo potuto venire io,
andate voi .
Prenderlo il Palazzo del Principe per poi vendere tutto, avete
anche voi altri ben compreso che non si può , non si può assoluta-
mente .
Se non si ha già affidamento che il Palazzo serva per un Istituto
di educazione ed istruzione cristiana: e se non si ha affidamento
di poterlo vendere a terzi, ma a questo scopo, io moralmente non
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posso continuare le trattative.
Le potrete continuare voi altri, ma dicendo chiaro che voi
asquistate con ogni libertà di alienare anche tutto, salva la
Chiesa, s'intende, - e vedere se ve lo lascia allo stesso prez-
zo .
Io sono del tuo, cioè del vostro parere, che la convenienza
c'Š, ma quando si venda tutto, diversamente, anche alienando i
parati sacri di lusso col mobilio, la casa di fronte e la casa
verso Pontecurone, e pure avendo una agevolezza quanto ai legati,
- se non si vende il Palazzo, rimane sempre che non c'è da co-
prire il debito per almeno un 300.000 lire, acquistando a 900.000
lire .
E allora la piccola nostra Congregazione che ha a dozzine offer-
te di aprire Istituti, dati gratuitamente, e anche con qualche ce-
spite, non può, oggi, dopo l'acquisto della Emiliana, ancora ad-
dossarsi altro debito vivo per lire 300.000 incirca .
Io penso che, se avessi ancora avanti a me qualche mese, forse,
lavorando, cercando qui, potrei forse trovare. E mi è anche venu-
to in mente di dirti di andare a tortona dalle Suore Francesi, le
quali so che devono presto lasciare il loro Istituto, che Don Ravaz-
zano ha venduto ai Cantù .
Se si arriva a farle visitare il Palazzo del Principe, bastereb-
be perchè diventino favorevoli. E, se non voglio comprare, si po-
trebbe anche fare una combinazione di affitto. Quando essi ci as-
sicurino un affitto per un periodo di anni, - ecco che noi si sa-
rebbe, se non del tutto, quasi almeno a cavallo, perchè ci sareb-
bero garantiti, per quel dato periodo di anni, gli interessi da pa-
garsi al Principe, e poi io trovo altrove; - oppure le mie Suore,
ajutate dalla Provvidenza del Signore, si fortificherebbero cos
e di numero e di risorse, da poterlo acquistare loro, perchè ne
ho alcune che avranno qualche cosa ( non subito ma avranno ) qual-
che cosa cioè come qualche centinaio di migliaja di lire; ma, oggi,
non possono disporne, e bisogna aspettare, e non prendere neanche
gli interessi .
Bisognerebbe anche vedere che mora i Centurioni darebbero al pa-
gamento. Il Sigr. Zanin, nella sua lettera a me, non mi dice nulla
di questo .
Concludendo: io non posso acquistare, perchè dovrei vendere
tutto per rifarmi, e la mia Congregazione non è in istato di
poter fare oggi un nuovo debito di lire 200 e 300 mila, ritenendo
il Palazzo e solo vendendo il restante. Se voi altri credete di fa-
re voi , siete liberissimi .
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Se Zanin non può aspettare, e noi non possiamo fare, e dovere
avvertirlo lealmente; che ne dici ?
Io gli scrivo cos: Se può aspettare ancora senza noi essere
obbligati a dare una risposta definitiva di affidamento, ci fa-
rebbe cosa gradita, e spererei in una conclusione soddisfacente,
qualora dia mora al pagamento; diversamente si tenga libero .
Io però tardo a scrivere questo di 24 ore, per dare tempo a te
e a Don Botti, se voleste fare per conto vostro .
Et de hoc satis .
Per le scarpe Don Risi andò a parlarne subito a Monsignor Tode-
schini, il quale aveva già detto di no ad una proposta quasi ugua-
le fattagli da Don Lovazzano, perchè quei Vescovi di Austria,
Belgio etc risposero che preferiscono il danaro alle scarpe, po-
tendo colà avere il cuoio più a buon prezzo .
E cos Monsignor Todeschini rispose ora a Don Risi. Invece per
la tela a lire 7 il metro disse di avere già incaricato Don Lovaz-
zano; ma che se Don Lovazzano non fosse riuscito, allora Don Risi
sarebbe stato richiamato per avere il modello .
Io ti scrivo dalla Colonia, e vedrò Don Risi stassera.
Ho visto nel lasciare jeri la Chiesa di Ognissanti che gli era
giunta una lettera (a Don Risi) di Don Lavazzano; gli chiederò ora
se sa qualche cosa, e, in caso, te lo comunicherò subito. Per la
lana Monsignor Todeschini disse di no .
Manderò Don Risi a fare l'offerta delle scoperte, ma temo che
si arrivi tardi, perch‚ Don Lovazzano fu appunto qui a concludere
ultimamente per non so quante migliaia ( 30.000 almeno ) di coperte.
Se vedo da Don Risi che Don Lovazzano ha trovato tela per len-
zuola, anche ti informerò subito, e poi tu, vedrai se non sia il
caso che tu, nulla facendo capire di quanto ti ho scritto, = veda
Don Lovazzano, e possa combinare attraverso a Don Lovazzano.
Prega per me. - Saluto, conforto e prego Iddio di benedirti.
Tuo aff,mo in Xsto
Sac. ORIONE d.D.P.
Tanti saluti a Don Botti . - -
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