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      Espresso

   Alla Distintissima Sign.

   Marchesa GIUSEPPINA VALDETTARO

   Corso Dogali, n 5 - 4  G E N O V A



   Anime e Anime !  Roma, XVI  Aprile  1923



  Buona figliuola del Signore ,


 Grazia e pace da Gesù Cristo Signor Nostro !

 Sono giunto venerd sera, 13 corr, proveniente da Reggio Cal.

Ho avuto la Sua del 30 Marzo al mio arrivo e poi, jeri, l' altra

del 14  corr, .

 Rispondo breve , non per altro che per mancanza di tempo.

 1) Ringrazio degli Auguri pasquali, - io li feci dall' altare

per Lei e per tutte le Suore, avanti l' aurora, forse all' ora

stessa della Ressurrezione, a S. Prospero, - poi andai a passare Pa-

squa a Tropea .

 2) Mi spiace di non avere visto i due ultimi che morirono ad

Ameno, - li raccomandò al Signore nelle Messe di quest giorni,

- e, appena posso, scriverò a Don Camillo, quel prete della Bono-

melliana che è a Parigi .

 3) Mi fa tanto  pena lo stato di Maria Vittoria, e Le sarò tenu-

to se vorrà tenermene informato, scrivendomi qui, per ora. Amerei

conoscere se vi è pericolo di vita .

 Se Essa fosse a Genova, al mio passaggio verrei a farle visita,

o verrei anche appositamente, se si trattasse di cosa grave.

 Ella voglia recarle la mia parola di conforto e la benedizione

che ex corde Le mando, - e La assicuri che non lascierò ogni gior-

no di raccomandarla alla Madonna SS.

 4) Non ho presente la Maestra Sarda della quale mi scrive che

ritorna a casa, come pure non ho presente l' altra sarda che dovet-

te essere tolta da Caorle .

 Piuttosto che essere corpi senza spirito, meglio è che siano di-

messe con consolazione, cioè con carità fraterna .

 5) Non capisco come Suo fratello abbia ancora a fare col Consi-

glio di Disciplina per l' affare di Vienna, - avevo capito che ne

fosse uscito con onore. - Tuttavia pregherò per lui e farò pre-

gare. E Lei confidi .

 6) Se potrò , andrò a celebrare dalla Venerabile Frassinetti,

ma ormai non sono più padrone delle mie ore, e forse domani dovrò

partire per Venezia, poichè oggi dovrebbe colà essere deciso


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l' acquisto dell' Orfanotrofio, come mi pare averLe detto. Attendo

da Don Sterpi un telegramma che mi dica se posso restare o se devo

partire .

 7) Sono lieto delle buone notizie di Ameno e di Como. Da Como

verremo via; - però le Suore restano impegnate colà ancora per

un anno o forse due, e la Sig,ra Celesia passerà alle Suore  quan-

to ha dato fin qui. La Congregazione della Divina Provvidenza non ha

già più nulla da fare in quella Casa: Š inutile stare là oltre

e non concludere e non intenderci , e non potere mettere nè un ragaz-

zo di più ne una Suora di più .

 Ho telegrafato da Reggio Calabria all' Amministrazione della Cele-

sia, e stavolta non tornerò più indietro .

 Era una bella Casa,  ma, se fosse stata in mano nostra, non cos,

senza liberà di muovere una sedia. La Celesia so che la passer…

a qualche altra Opera di Como, riconosciuta dal Governo .

 Le Suore nulla sanno ancora, ma Lei  voglia loro significarlo,

per norma loro. Esse è stabilito che resteranno con quei pochi ra-

gazzi e anche con meno ( come pare ) finchè la Celesia non avrà

ceduta la Casa ad altro Ente o Congregazione. Voglia dire che non

ne parlino fuori, e tirino avanti come fin qui. Verranno poi agli

Esercizi Spirituali, e allora si vedrà per quanto tempo dovranno

ritornare .

 Ciò che mi preme è che per ispirito di vera vita di Gesù Cristo,

ora compiano anche con più delicata diligenza e gentilezza ogni

loro dovere e premura verso i bambini come verso la Signora, la

quale è un' anima che ha bisogno di molto compatimento di confor-

to, ed è bene che senta che nulla è mutato in noi nè che ci ab-

bassiamo ad atti meno che gentili, perchè sappiamo di venire via. No,

affatto !

 A questi atti, - che non suonava vera virtù nè Gesù Cristo -

pare si sia lasciata andare Suor Maria Carità, dopo che seppe che

facilmente si lasciava Prunella. E non è segno di anima alta; -

quel Canonico Margiotta ne rimase male. Ora però Š tutto aggiu-

stato con l' aiuto del Signore .

 8) Ho vedute le due che sono a Cassano, e poi quelle che sono

a San Francesco ai Tre Mulini e quelle di Prunella .

 A Prunella fui tre volte, cioè  vi andai tre volte e mi ci fer-

mai tre giorni .

 Le Suore  stanno tutte bene ( sono tre vestite e quattro proban-

de grandi ). A Suor Carità ho dato che si possa curare di suoi di-

sturbi, e converrà possibilmente cambiarla un altr' anno. E` una


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Suora Superiora, e temo non abbia fatto un passo più avanti di

quando venne .

 Ha molta abilità, ma poca carità, e non ha in mano il cuore

delle sue Suore e forse neanche delle orfane: stanno l, e la te-

mono, ma unione in Domino non c'è .

 Nulla di grave a Prunella, - e di più dirò a voce .

 Ho accettata una Signora che andrà per farvi scuola , ma di

pieno accordo .

 A Cassano c' è quella sorda che vuole essere cambiata, e lo con-

siglio per dopo gli Esercizi, niente di male, e tutto bene. La Gui-

dina è là come fu sempre: in cento faccende affacendata, e pi—

per fuori di Casa che per la Casa .

 A San Francesco fanno bene: bene quelle che sono alla Infermeria

presidiaria, e anche bene quelle che sono in Casa. Ho vestito la

Cieca , cui diede nome di Suor Maria Cecilia; lo feci su propo-

sta di Suor Francesca .

 Mi hanno date lire 300, e tengono disponibili lire 500, che non

ho voluto , perchè è facile che occorrano loro .

 Ho accettata una postulante nuova raccomandata dal Marchese Nun-

ziante , non è ancora venuta .

 Ce ne sono altre in vista: vedremo .

 C'è una forte lagnanza presso il Clero che si rimandano in fa-

miglia cioè si licenziano le Suore dopo anni che sono entrate. Con-

verrà stare ai Sacri Canoni, cioè ai 6 mesi di prova , e poi il

Noviziato .

 Non fui ancora a Monte Mario, ma stamattina ha telefonato Suor

Teresina Rocca chiedendo di portare lassù una ragazza che era alle

7 Sale, di 15 o 16 anni , e di tenerla là finchè non c' è un' oc-

casione per condurla a Tortona .

 Ma là a Monte Mario ci sono ragazzi grandetti e già molto avanti

nella malizia , io li presi dalla strada .

 Temo di creare occasioni di offesa a Dio, e non mi so decidere.

Potrebbe poi restare là dei mesi, magari fino agli Esercizi, e al-

lora? Ho detto che, se mi fermo, andrò su e ne parleremo .

 Quanto a Suor Maria Povertà, pazienza !

 Certo che bisognerà farla visitare, ma non dal Dottor Codevil-

la, e poi vedere di destinarla ove possa rimettersi. Se è quella

che stava a Genova con le Cieche, mi pare tisica, è urgente provve-

dere a toglierla da S. Bernardino .

 Il Signore ci aiuti !

 Quanto a Lei Le dico di continuare tranquilla perchè ritengo si

trovi dove Nostro Signore La voleva .


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 Ci sono parecchie cose, e anche di una certa urgenza e gravità,

cui si dovrà ovviare o dare una diversa rotta, ma questo si po-

trà e dovrà fare appena Lei sia libera di darsi totalmente alla

nascente Congregazione .

 E prego Iddio che questo possa effettuarsi presto, perchè non

oso quasi più far ricerca di vocazioni pel vostro Istituto, e so-

lo mi limito a ricevere qua e là chi chiede, dato che già trop-

po è sparso senza una formazione religiosa e senza noviziato .

 Ora, pensare ad un vero e proprio Noviziato mentre Lei c'è

e non c'è, non è cosa cos facile nè opportuna .

 Lei fa già un sacrificio non comune a recarsi qua e là, e a scri-

vere; ma molte disposizioni da Superiore, alle cui relazioni non si può

sempre, anzi quasi mai, stare, come ad es, Suor Maria Carità .

 Cos bisognerà prendere prima contatto con lo stato delle Suo-

re e delle Case, avanti di fare trasferimenti, che sono deplorati

da persone insospettabili e tutte consacrate al bene della Congre-

gazione, e già di molta esperienza e tatto come ad es, Don Sterpi

e il Can,co Don Perduca .

 Lei ha veduto quella lettera, che Le ho inviato, del Can,co Perdu-

ca qualche mese fa. E` vero che essa risentiva molto delle solite

lagnanze irruenti di Suor Maria Vittoria , ma qualche cosa di ve-

rità c' era, e il Can,co Perduca mi aveva fatto rilevare altre

volte qualche inconveniente .

 E così Don Sterpi, il quale pure è molto ben disposto verso voi

altre, e si vede anche dal modo come aiuta in Domino quelle di Ve-

nezia e di Caorle di Mestre .

 Ora questo continuo viaggiare e cambiamenti di Suore non si può

fare per molti riguardi. Suor Maria Carità mi disse che ne aspet-

tava ora una dal Dante: io non so, ma dico che non ne ha bisogno .

 Mentre io mi trovo appunto a fare il giro delle Case, vedo le

cose da vicino , e non ritengo si facciano cambiamenti , se non so-

no avvertito; ci possono essere ragioni in contrario. Questa visi-

ta è appunta fatta a tre mesi prima dei nostri e dei vostri Eser-

cizi la mia andata in America .

 Nelle Scuole c'è molto e molto da consolarsene ( complessivamente )

però ci vorrà in molte singole, e nel corpo stesso della nascente

istituzione, uno spirito più fervido in Domino e più fattivo nel-

la umile carità, e in qualche cosa addirittura uno spirito nuovo .


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 Via tutte quelle  che sanno di untuosità e di finzione e di

doppiezza: semplicità, umiltà, amore al patire, al sacrificio

alla orazione, alla mortificazione, - e tutte siano trattate u-

gualmente .

 Alcune si danno troppa aria da Superiora, e fanno sentire su

le altre una superiorità che dovrà bandirsi , perchè porta già

a dolorosi stati di anime e a divisioni da deprecarsi : alcune

sentono di non essere tenute come Suore , mentre hanno dato tutto.

Avranno loro difetti, ma quando il fondo Š buono e buona il volon-

tà, vanno aiutate e grandamente compatite .

 Un buon terzo delle Suore vive di timore e in un panico conti-

nuo, incusso da alcune altre che spadroneggiano, che non sono ma-

dri nè sorelle .

 Ripeto: c'è molto moltissimo da compatire, in tutte, poich‚

formazione non ci fu; ma Š venuta l' ora di darla, e di tenere

conto dello spirito mostrato da ciascuna in questo periodo di tem-

po che fu un gran probandato, che a molto serv .

 Ma di tutto ringraziamone il Signore .

 Finisco perchè non ho più tempo. - Oggi ne abbiamo 18, e que-

sta lettera la scrissi a pezzi e bocconi .

 A San Severino, a Castello, andrà una nuova probanda di Treia,

intanto la si prova .

 Non potei permettere che ne andasse una da Monte Mario poichè

qui trovai cucina, refettorio, Cappella, biancheria non a posto :

una di Treia  con un braccio rotto, un' altra malata  e un' altra

non so più se con mal di denti o d' orecchio .

 Erano già insufficienti, e a Roma la Colonia per la parte delle

Suore non era come la volevo: sono, secondo me, in numero suffi-

ciente. Ma don danno il risultato aspettato. Ora non ci sono potu-

to andare .

 So che fu messa a posto la cucina. Ma hanno voluto prendersi

dei bambini bisognosi di cure materne, e quindi una ci vuole per i

bambini. - Non so perchè abbiano fatto quello. Pazienza! A Voce

dirò di più .

 La conforto e benedico molto di Gesù Cristo e nella Madonna.

 Tanti ossequi a Suo Fratello e a P. Bouvier .

 Dev,mo   servitore in G. Cr,


       Sac. ORIONE

          d.D.Pr,


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