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Alla Nobile Signora Marchesa
GIUSEPPINA VALDETTARO Casa delle Suore e S. Bernardino
a T O R T O N A ( Piemonte )
Anime e Anime !
Roma, 3 Novembre 1924 . Anime e Anime !
Buona figlia di Dio ,
Grazia, pace e conforto da N. Signore Gesù Cristo !
I Ho telegrafato al Direttore di Reggio Calabria che Suor Maria
Carità è autorizzata a venire a Tortona, in abito civile e 3.a
classe. - La lettera di essa e il suo contegno ultimo mi induco-
no a disporre che, giunta a Tortona, con ogni carità, Ella le fac-
cia comprendere che - data la gravità della lettera - desidero
conoscere di che si tratta , avanti che riprenda l' abito religio-
so, - poichè la lettera non è bella sotto nessun riguardo, e i
precedenti di essa, avanti che fosse da noi e in quell' Ospizio di
Venezia , sono come Ella sa .
Guai se in Comunità ogni Suora potesse, di punto in bian-
co , farsi sbalzare cos, senza dare nessuna preventiva giustifi-
cazione : sarebbe una vera ridda da disorganizzare tutto. Dio as-
sista quella povera anima !
II Sono stato a Monte Mario, e vi ho parlato al personale e ai
ragazzi , meno che alle Suore , che non lo richiesero. - Vi ho an-
che passata una notte .
La sarda, e perchè poco ci vede e perchè sorda, passa forse
anche per più scema di quello che è . Poi c'è altro: secon-
do che uno strumento Š in una mano o in altra mano, serve più e
serve meno o serve niente; - non sempre, ma spesso è così .
La sarda aiuta a fare il bucato, fa le calze bene, e forse fareb-
be di più se la si sapesse adoperare. - A es, quando l' attuale
Superiora non era Superiora, aveva l' incarico, tra l' altro, di pen-
sare alla galline e ai suoni . Ebbene, molte volte venivano le 10
le 10.1/2, e i suini gridavano per fame, e doveva - e quante vol-
te! - il Direttore andare in cucina a pregare che non facessero sof-
frire quelle povere bestie , e moltissime volte dovette fare lui.
Che c'era a far quello? nulla. La roba in casa c'era .
Le buone massaie fanno quello nelle prime ore del giorno , e poi
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fanno altro. - Ora chi pensa ai suini è la povera scema di Sar-
degna, e, benchè scema, ogni giorno ci pensa e ci pensa a tempo.
Se essa è tolta, chi lo farà? Forse bisognerà dunque pensarci
un po' prima di trasferirla. Se fosse aiutata e saputa comandare,
forse renderebbe di più , e potrebbe far pure la pulizia delle ca-
mere .
Fo presente che, al più , per Natale, alle 45 persone che gi…
ora formano la famiglia della Colonia di Monte Mario si aggiunge-
ranno, - come già ho fatto, - 40 orfani armeni e un Sacerdote arme-
no .
Non so, anzi capisco che le Suore non basteranno, anche lascian-
do la scema; ma è evidente che, togliendola, ce ne verrà, alme-
no allora , sempre una di pi— .
A Monte Mario c'è una buona Superiora, ma avrebbe bisogno di a-
vere più iniziativa e d' essere più attiva, invece , poveretta,
pare abbia sempre, o quasi sempre la testa tra le nuvole, - sembra
sempre incantata. - Parlo di Suor Monica. Molte e molte volte alle
5 pom, essa non ha ancora pensato a ciò che si dovrà cuocere per
la cena, che Š alle 6.1/2 o 6/ e tre quarti.
C'è quella piccola che pare si dia attorno, e poi la Calabrese,
suor Pasqualina mi pare, la quale, di frequente, si vede che scri-
ve e scrive . -
Chi lavora molto, e fino allo sfinimento, è Suor Margherita ,
la quale lavorerebbe anche morta. Ma le altre! - Sono buone, ma fan-
no quello che possono, e quel che fanno .
Presso altre Comunità ho notato che si servono di buone donne,
che possono far ancora qualche cosa, e risparmiano così qualche
Suora. - Vediamo un po' se possiamo far cos anche da noi, - non sa-
rebbe male forse .
Utilizzando quanto più si può chi ci può ancora aiutare,
e non si faccia come è avvenuto a San Severino Marche dove l' attua-
le Superiora non era, si può dire, ancora entrata in Casa, che
già voleva cacciare quella donna che colà fa la cucina e che sot-
to Suor Pasqua ha fatto bene e fa bene. Dovette Suor Pasqua calmar-
la. E guai se l' avessero licenziata, quei ragazzi non so a che ora
mangerebbero .
C'è un po' di fobia in alcune: dicono che è il loro Regolamen-
to che non ammette altre donne. Chissà poi come faranno a stare in
Paradiso con altre gente !
La Superiora dell' Istituto di San Severino dice che sta aspettan-
do altra Suora .
Se è vero, vuol dire che di quella donna che è là potrò di-
sporne per altra Casa .
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Dai Ricoveri bisognerà anzi trarre tutti quegli elementi, uomi-
ni e donne, che nelle Case diverse possono ancor rendere qualche
servigio .
Cos pure bisognerà star attente a non moltiplicare i viaggi
delle Suore, che costano un occhio, e non possono valersi delle
tessere di ribasso per le grandi multe che qui devono poi paga-
re .
Ciò detto, sento di dover rilevare due cose: a) che, quanto
a buono spirito le Suore sia di Monte Mario che dell' Istituto Ar-
tigianelli di San Severino, mi risultano buone ; non cos tutte
quelle del Ricovero di San Severino. b) Le mie osservazioni sulla
Sarda non devono trattenere Lei dal trasferirla , quando Lei nel
Signore abbia motivi più forti di farlo .
III Ritengo che difficilmente si potrà sostituire Suor Maria
Francesca a Reggio Calabria; - quindi V. Signoria faccia pur ve-
nire su l' altra. Non è affatto il caso di pensare più a mettere
Suor Maria Carità alla testa d' una Casa .
IV Veda che Don Sterpi, qualche settimana fa, mi ha scritto sul
Lido .
Pare che una Suora sia venuta via, e che abbia dovuto metter là
un giovane .
Non sarebbe il caso, data la importanza di quell' Istituto e la
sua delicata posizione di destinarvi Suor Costanza ?
Colà poi ora vi aprono due Classi anche per esterni .
V Le Suore del Ricovero di San Severino molto molto si lamenta-
no di averLe scritto più e più volte, e di non aver ricevuto mai
una parola. Questa era anche la lagnanza di Suor Maria Speranza.
Veda di scrivere anche breve; ma frequente: molte debolezze vengono
sostenute e molti conforti si danno .
La SS. Vergine la consoli e benedica. - In questi giorni preghe-
rò anche, e in ispeciale modo, per Sua Sorella Anna e Cognato But-
teri, per le Suore defunte e per le viventi, che benedico.
In Gesù Cristo e Maria SS. servo
Sac. Orione d. D. P.
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