V066T038 V066P039
Roma, il 24 Febbr. 917.
Borgo Pio 102 B
M. Rev.do Don Moretti,
Rispondo alla vostra lettera ultima, inviatami a Tortona, in data 14 corr.
Vedete, io non potevo non approvare il provvedimento di Mons. Vescovo che non foste più andato in Convitto, anche perché pare esista ora uno scritto a vostro carico, che aggraverebbe di molto la vostra responsabilità.
Sarebbe una testimonianza scritta che le basse calunnie le andavate facendo voi, come voi siete venuto a Tortona a farle a me, dato il modo tenuto.
Vostro dovere, come uomo e come Sacerdote, è di ritrattare quanto di fatto e disonorevole avete detto a me e ad altri, se non volete costringere, suo malgrado, il vostro Confratello sacerdote, a dover chiedere, per la tutela del suo buon nome alle Curie Vescovili di Ventimiglia e di Luni che si apra un processo per diffamazione e per avere la canonica autorizzazione di adire a questi tribunali o ad altri, occorrendo.
Il D. Cribellati è nel suo elementare dovere di andare in fondo alla cosa e di tutelare in tutti i modi legali la sua innocenza e la illibatezza della sua condotta e il buon nome del Sacerdozio cui appartiene e dell'Istituto che dirige.
Se ci fosse stata malevolenza verso di voi, già a quest'ora egli avrebbe potuto prendere altre strade. L'avere messo la cosa, per ora, nelle mani del Vescovo, vi dice lo spirito onde è animato.
Mi permetto poi dirvi che trovo nelle vostre lettere apprezzamenti che reputo molto molto ingiusti e offensivi, e non da mente serena.
- Quanto poi a ciò che si riferisce a me, non credeva aveste dovuto offendervi quando vi ho detto di produrre le vostre ragioni di credito verso di me al Vescovo, né affatto mi è passato per la mente di umiliarvi: il Vescovo è il padre dei Sacerdoti nella Diocesi. Nel caso vostro anzi l'umiliazione sarebbe stata la mia, poiché io sarei il debitore e voi il creditore.
Se però non volete adire al Vescovo allora prendete, come a voi più piace, una di queste due vie.
V066P40
Portate la mia lettera in Convitto, parlo della lettera a cui voi vi appellate, e che dite che mi obbligherebbe a pagare i vostri debiti, e insieme presentate nota esatta di quanto dite che io vi devo. Fatelo subito.
Diversamente mandate qui a me copia di detta lettera colla nota di cui sopra.
Io vivamente desidera che ogni mia partita con voi sia chiusa e quanto prima.
Non devo darvi nessuna somma, come voi desiderereste, se prima non risulta il mio debito, e quanto esso è.
Non ho mai sognato di ritenere un centesimo di quanto fosse giusto che vi dovessi; statene certo, caro D. Moretti, piuttosto ne farei elemosina.
Prego Iddio di assistervi, e per i dolori che avete dato a me ben di cuore vi perdono, e supplico Iddio di perdonarvene, come lo supplico umilmente di perdonare a me le mie colpe.
In Gesù Cristo e Maria SS.ma
sempre fratello aff,mo
Sac. Orione Luigi
dei Figli della Divina Provvidenza