V066T087 V066P093
[Tortona], XII / X - 912.
Ottima nostra Benefattrice,
Ricevo la Sua sempre gradita lettera.
Ecco esattamente ciò che mi occorre di dire: se la buona Signora Conti avesse dato ascolto ad una lettera, se ne sarebbe tornata alla Città del SS. Sacramento, e Nostro Signore Le sarebbe corso dietro, forse.
Invece ora non so; ma queste ultime parole non le ho dette, le dico ora a Lei, mia ottima Benefattrice, ma mi spiace poiché le recheranno dolore.
Lei del resto sa bene ciò che Le ho scritto.
Non ho poi scritto più, perché tanto vidi che non era ascoltato, era quindi inutile. Non ho però lasciato di pregare per Lei e di far pregare.
La Sua malattia la credo una bastonata, che il Signore Le abbia voluto dare, per levarle un po'di quell'attaccamento a se stessa che impedisce tanto il santo amore di Dio, e la vera perfezione e rinnegamento di noi stessi.
Non ho potuto venire a Roma: erano le prime vacanze dopo il [1]908, e doveva attendere agli Esercizii Spirituali miei e di tutti, o quasi, i membri dell'Istituto, e a molte cose essenziali che si riferiscono al retto funzionamento selle Case e al bene dei miei figliuoli nel Signore.
E quando mi sia dato venire non potrei ancora determinare. Cosa doveva scriverLe? Sono figlio e servitore della Divina Provvidenza: sto nelle mani del Signore: sia fatta di me la Sua Santa Volontà!
Riposiamo nelle braccia della Santa Provvidenza!
Molti dolori e croci ci vengono perché ci piace stare a modo nostro: stiamo dunque come al Signore piace, e diamoci pace!
Anche in Croce si sta bene col Signore!
Lei riceverà in settimana quanto mi scrisse di mandarLe. Continuerò a pregare per Lei, e Lei preghi per me la SS. Vergine.
Dio La benedica!
Umilissimo servitore in G. C.
Sac. ORIONE della D. P.