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[Minuta]              Manca l’originale                                                 

[1920]

Caro Onofrio,   [Presciutti]


Ebbi la tua lettera con ritardo perché ero fuori, e dovetti quasi subito ripartire.     Non sapevo che tu fossi a Porto Maurizio, e, quando passerò diretto a S. Remo, se è giorno, ti telegrafo nel desiderio di rivederti anche brevi momenti alla stazione.    

Non ti ho dimenticato mai, e così D. Sterpi, che ora sta a Venezia, ove abbiamo cinque Istituti di fanciulli poveri od orfani.    

È la nostra vita ed é vita piena di lavoro e di alta gioia e felicità e anche disinganno.     Noi seminiamo Cristo e sappiamo che Egli, presto o tardi, rinascerà nella vita dei nostri giovani, anche di quelli che nell'ora del vortice giovanile vogliano dimenticarlo.    

Le lettere che ogni tanto tu scrivi, è Cristo che vive in te: Cristo non muore.

Mi sono incontrato in questi giorni, in treno, con Tranquilli Secondino, quello di Pescina, il I dei fratelli, non so se tu lo conosci: un bolscevico.    

Veniva dalla Russia e andava in Ispagna, evidentemente a farvi della propaganda.    

Non l'avevo visto, egli viaggiava in 2.da ed io in 3.a: egli vide me, e corse a cercarmi, pieno di commozione e di affetto.    

Proprio oggi, mi manda da Madrid un giornale:  è Cristo che rinasce.    

Ma basta. E la Nonna? la Mamma di tua Mamma c'è ancora?  Andrei volentieri ad Avezzano per vederla quella buona vecchierella che viveva con te.    

Perché non mi dici nulla di essa? È morta? Quanto ti amava quella povera donna!     Quando mi raccontava come t'hanno salvato da piccino, che eri così delicato e fino come un fil d'erba, piangeva come se t'avesse data tutta la sua vita...