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[Copia di lettera di P. Semeria al Direttore
Autografo di Don Orione]
Carissimo D. Orione,
Il vostro grido telegrafatomi mi ferisce l'anima. Due anni fa avevo sognato e chiesto di consacrarmi alla Calabria tutto intero - non
- Ora sapete in che stato sono: colla bocca chiusa, colle braccia spezzate.
Vedete, caro amico, non c'è che una forza che me le possa restituire le mie energie: il Papa - e forse c'è una persona sola che possa parlare a Lui in proposito - Voi.
Che il Papa mi autorizzi a intraprendere questo Apostolato, a essere il vostro chiacchierone per le città d'Italia, e poi il vostro aiuto colaggiù, - e io vengo subito subito. Non vorrei per verun conto uscire dal mio Ordine. Ma forse si potrebbe gettare le basi di una modesta casa di educazione per i più intelligente fra gli orfani adatti allo studio, e questa potrebbe essere affidata ai Barnabiti. Don Orione non soffre di gelosie fratesche! Forse la vostra ----- fu una ispirazione: quello che posso fare è di inviare a Voi una lettera per il Papa: leggete, e se credete presentategliela voi, ma direttamente voi nelle Sue Mani. Io mi affido a Voi.
Forse la Provvidenza vuole servirsi di Voi a mio vantaggio spirituale, e di me per vostro aiuto invece del povero Goggi tanto caro. Io sono qui. Fate voi - quanto farete è ben fatto.
Vi ripeto: è un mio sospiro antico quello di occuparmi della Calabria. Oh se quello che non si fece due anni fa si potesse fare adesso. Attendo fiducioso.
Vostro aff.mo fratello e servo
G. Semeria
Genova, 12 genn. 1909