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[Copia di lettera di Padre Semeria-
Autografo di Don Orione]
Ottima Carla,
D. Orione ha avuto il caritatevole pensiero di venirmi a trovare, ed è capitato da me proprio pochi momenti dopo che mi era stata recapitata la tua buona lettera.
Egli mi ha visto, ha parlato con me, io ho potuto parlare con lui, - ha parlato col medico -: potrà dirti il mio stato meglio che non possa fare io. Perché purtroppo non si è più padroni di se stessi, quando su è malati e specie di questa malattia.
Ho momenti in cui penso di essere guarito e allora non riesco neppure a persuadermi che si tratta di malattia: - allora ritornerei non so dove.
Ma poi subentrano sconforti ineffabili di morte: coi quali si è dominati dalle idee di non guarire più.
Io mi sono messo nelle mani di Don Orione, come in quelle del medico, - e, più, mi metto nelle mani di Dio, fidando in Lui e nella bontà di coloro che Egli ispira e guida.
È davvero tribulatio magna.
Il pensiero d'essere appartato fa tutto e da tutti spiritualmente nei momenti della prova e della desolazione.
Io
scrivo a Lei
te, perché so si
rivolge
che ti interessi a me: - agli altri non è il caso di dire se non che
la malattia purtroppo continua, quantunque un miglioramento ci sia.
In questo momento che ti scrivo, affidando la lettera a Don Orione, prendo la mia croce dalle mani di Dio: fiat con tutto quello che mi resta di volontà.
Papà mi ha scritto una lettera troppo buona per me, - ti prego di ringraziarlo -: lo farò anch'io appena lo posso.
Digli tutta la mia riconoscenza per la sua bontà verso di me, tanto superiore ai miei poveri meriti.
Dio Lo benedica,
dev.mo
G. Semeria B.
9 febbraio 916.