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[Minuta]
Ill.mo Sigr. Commendatore,
La ringrazio della Sua del dì 11 c.m.
Io
ritengo che il danaro,
avuto dai fittabili, i Coniugi Bonini -Saccheri
lo abbiamo tosto
realmente impiegato a pagare debiti, come mi pare proprio che essi mi
dissero
abbiano detto allora. - Veda, Sigr. Commendatore, che essi erano
Signori poveri,
molto più poveri di quello che già si
sap conosceva in generale
da molti si sapeva.
Le
confiderò che, in quel frattempo, in certe stagioni non sapevano più
come tirare innanzi, e il sabato venivano di frequente da me a farsi
prestare quel po' di danaro che necessitava per pagare la giornata
settimana degli uomini.
Tanto
che, quando affittarono la Sparvera, mi dovevano per questo forse un
migliaio di lire; Don Sterpi potrebbe anche precisare la somma dai
registri.
Ed
era da qualche anno almeno
che facevano una vita stentata, - e
non
né era raro il caso che, per
non farli sfigurare
perché non sfigurassero, mi
faceva
io usciva a farmi prestare qualche centinaio di lire, perché
onde avessero come pagare. La Signora Ved. Pedevilla e tutti i loro
creditori dovevano sempre pazientare per avere gli interessi, e
pazientare assai.
Se
risulti che l'affitto anticipato di un anno fu impiegato
da essi adoprato a pagare debiti che gravavano sulla proprietà, o
fatti per migliorarla - (e miglioramento ci fu) o, in altro
qualunque modo impiegato
collocato nell'azienda o in famiglia, - mi pare che converrebbe
tenerne conto.
Certo,
egli
il Dottore, avrebbe
dovuto
doveva parlare subito e
con ogni sincerità.
Così,
Ella
Sigr. Commendatore, mi scuserà, se mi fò ardito per
far notare che, in questa dolorosa vertenza, mi pare che una
qualche delle ottime sorelle
Signore Scaccheri, forse
compatibile per dispiaceri forse in altro tempo patiti dal Dottore,
non porti molta serenità; quindi direi
di
la necessità mi
pare
di andare, mi pare, con più larghezza e compatimento da parte di
esse. Già Ella ricorderà che, con le lire 10.000 lasciate per
testamento, si intendevano esonerate dal terzo del reddito dovuto per
legge.
Io
penso
Io non so di legge, e quindi penso: se, andando per Tribunale, si
riuscisse anche a far condannare il Dottore, ma a non privarlo delle
lire 10.000 né del terzo del reddito che gli va, ci
avrebbero guadagnato? Di più toccherebbero sempre ora ad esse già
toccherebbe sempre pagare
che vantaggio ne avrebbero le Signore Scaccheri, dato, ad esempio,
che egli campasse ancora vent'anni. Lo vorrebbero dunque sempre ai
fianchi per tutto quel tempo?
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Di
più, ad esse (toccherebbe) sempre pagare i debiti già conteggiati
e che doveva pagare lui. Si
arr Egli perd e
Quelle
povere Signore si avanzerebbero l'anima angosciata almeno per tutto
il periodo del
dibattito
della causa, e poi? E
di più
nel Dottore si alimenterebbe fin
uno stato d'animo e di mente che non so a quali dolorose conseguenze,
un giorno, potrebbe portare.
Lasci
dunque, Signor Commendatore, per l'opera Sua in
questa questo
che
io confidi che
ella Sig.r Commendatore, troverà nella sua ancora una spero buona
soluzione piena di sapienza e di bontà
che questa
faccenda
la vertenza possa ancora trovare ancora
la sua soluzione senza bisogno di adire ai tribunali.
La
Mi
Iddio La benedirà di quanto ha già fatto e farà, e la compianta
Signora Rosa Scaccheri pregherà dal Cielo per Lei e per tutti noi.
Con
La prego di scusarmi il ritardo a risponderLe, e di gradire ogni mio
devoto ossequio e l'espressione della
maggiore,
non dico della mia maggiore stima, ma dirò
quasi
della venerazione che sempre ho sentito e sento ognora di
più per Lei, Illustre Signor Commendatore, che tanto bene ha fatto
alla nostra cara Tortona, ed anche tanta compatimento
benevolenza
ha sempre mostrato per me poveretto e pel mio povero
Istituto.