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Tortona, 3 Gennaio 913.          

Gentilissima Signora,    

Ricevo la Sua. È dunque a Milano? Io non fui più a Roma né a Messina, e pensai più volte: chissà ove sarà quella buona figliuola!    

Doveva discendere in Sicilia, anche per andare a Noto ove quel Vescovo é in gravissime condizioni di salute, ma mandai un sostituto, poiché non stava bene: anche Natale e Capo d'Anno lo passai a letto.    

Oggi sto benissimo: il S. Bambino mi ha ritornato in piena salute.    

Del resto il mio male mi lascia in una floridezza esterna che io  inganno tutti.     Con la contessa Spalletti non ho quasi più rapporti, che per gli  orfani che ho qui. Non risposi a molte sue lettere e telegrammi: io ci soffriva, ma era necessario fare così per evitare un grave male.    

Ho pregato perché Dio facesse per me,  soprattutto per gli orfani!    

Io non  li posso dimenticare quei poveri fanciulli, benché da Messina mi si continui una guerra a morte.    

Però, nella carità del mio Dio Crocifisso e per la grazia del Signore, amo tanto tutto quel Clero, tutta quella brava gente...