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Tort. 19 Settembre 1895.
Ill.ma Signora,
La sua lettera m'ha commosso; ma che vuole? non lo posso proprio ritenere!
Ella mi dirà: ma disponga del Pierino come de’ suoi Chierici.
È presto detto; ma creda, Illustre Signora, che non lo posso, e, quando loro insistono, mi fanno sanguinare il cuore che arde già del desiderio di fare, e patisce immensamente perché non può fare.
Le dichiaro ancora una volta che io lo terrò quale fratello carissimo, qualora si decidessero a vestirlo da secolare; ma quale chierico no, non lo posso; mi facciano una carità a non domandarmelo più: - oh se sapessero quanto ho già patito per i miei poveri chierici!
Nella sua lettera mi dice che ha pregato per il povero scrivente: continui pure a pregare che ne ho tanto bisogno di orazioni!
S'Ella vorrà portare anche questa mia, come già l'altra, al Carissimo Sig. Arciprete, lo faccia pure, che mi farà cosa grata; così l'Arciprete intenderà da questa mia più di quello che non abbia scritto, ed anche la mia buona volontà a Loro riguardo.
Tanti ossequi e al Signor Arciprete e alla famiglia di V. Signoria.
Dev.mo servitore
D. Orione