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[Minuta]                   

Nobilissima Signora Contessa,      

Sono a Roma, e tornerò ad Avezzano oggi stesso. - Don Camillo mi fece una lettera per Bongiovanni, ma temo assai di poterlo fermare.    

poiché Prevedo che domani, venerdì, io non potrò lasciare gli orfani ritornare a Roma e venire a Rocca di Papa, così Le scrivò: io verrei sabato. Conterei di par     

E intanto dico come mi regolerei.    

1) Se il Maestro Bongiovanni si intesta insiste domani di partire subito domani  (come pare), allora sono d'accordo che telegraferei a Don Brizio, (il quale è a Roma da alcuni giorni) che e verrà su a sostituirmi almeno per domenica e lunedì,  giorni nei quali io devo necessariamente assentarmi ed essere a Tortona, come Ella sa: e mercoledì io sarei d'accapo ad Avezzano.    

Intanto la Casa Famiglia sarebbe bene custodita, anche nella mia assenza, e D. Brizio che già pens contava di andare su a prendersi le sue robe e i libri, poiché lasciò tutto colà, ha così due giorni da poter  fare le tutto e osseq cose e salutare le Autorità . Questa sua andata farà moralmente del bene e varrà a togliere anche certe ombre; - diversamente potea parere una fuga e lasciar sospettare chissà che cosa, come mi disse ultimamente il Cav.r Pio.    

2) Oggi D. Camillo mi disse che il Prof. Gallo, ora che ha allontanati i più insubordinati, gli ha scritto che sarebbe pronto a riprendere il suo posto.    

Così mi propone un Tizio, ma che egli non lo conosce bene; ed io non ora, se non sono persone ben conosciute e che affidino, non direi di assumerle: salti nel buio non se ne può fare. Tutti certo non si potrann     

Se la Casa si dovrà chiudere, tutti, certo, non si potranno restituire e,  anche quelli che si mettono fuori, bisogna andare adagio e vedere in quali mani si mettono.    

Ma di questo parlerò sabato.    

Ella, Signora Contessa, stia tranquilla che io non abbandonerò gli Orfani, e la aiuterò con l'amore come di un figlio.        


Preghi per me.-