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[Minuta]

   Tortona, 3 Maggio 1901.

Mio buon fratello in Nostro Signore Gesù Cristo Crocifisso,

Benché per mia grande negligenza non abbia ancora trovato la lettera che tu mi hai sc io ti ho scritto tanto tempo fa, pure con queste brevi righe mi fo’ vivo per dirti che io pregherò tanto per te e per tutti codesti carissimi figliuoli e giovani. L'altro jeri ho potuto finalmente pagare il fitto scaduto il I marzo, e da questo potrai capire in che stato mi

sono trovato per due mesi, ma lasciamo per un momento queste cose. Ho desiderato tante volte poter venire, ma, credi, che non l'avrei potuto per tantissime circostanze.

Io ti aveva mandato il Ch,co Sollecito là per il noviziato, ma perché tu prima lo provassi bene, e intanto te ne servissi al posto di Torti.

Non credo sia già adatto per il noviziato: guarda che è molto indietro, e se non gli fai dire l'ufficio con te non potrai stare tranquillo in coscienza. togligli la brama che ha di leggere giornali e di scrivere a tutti di qua e di là. Parlagli schietto e netto, e trattalo

bene, ma franco, per tua norma ti ricordo che è nato in Sicilia.

Il Chierico di Milano accettalo, ma per ora venga senza farsi scardinare, glielo diremo poi noi quando dovesse distaccarsi dalla Diocesi, per questo puoi servirti di Monsig. Ronchetti per ottenere dal Card. che non lo stacchi sinché non sia provato e accettato da noi. Ai  nostri Chierici il Vescovo non vuol dare la tonsura; mi ha detto jeri che la darà di qui a 2 anni. Ma ad Alvigini facilmente darà l'Ordine del Suddiaconato. Campi lo faccio incardinare ad Orvieto.

Non ho ancora parlato al Vescovo per Grassi, ma ora c'è marina torbida, perché ho dei debiti, e i creditori sono andati in Curia, e fui chiamato là, ma almeno questo servisse per farmi dare tutto a Dio!

Don Albera mi chiama a Roma o ad Orvieto Gorani che tra 15 giorni finisce il tempo, io ho risposto inviandogli una cartolina di una ragazza che per caso mi era caduta nelle mani il giorno avanti. Ieri fui tartassato dal Vescovo perché Gorani va al teatro.

Vogliono che prendiamo la Casa Obblatizia e ne ho scritto a Don Albera

ma poi tutti i momenti saltano su con dei cainamenti contro questa povera Casa. Guarda un po’ se in quel regolamento dei Chierici, si dice questo, di dare la tonsura quando siano in Seminario, e poi se non c'è nulla scrivimene, che mi fai piacere e per mia norma. È il rettore che fa, povero rettore. Ieri mi hanno detto che mi darebbero anche S. Michele. Io ti rimando la domanda di D. Sollecito, col visto, tu vi unisci una lettera sua, che correggerai, e una lettera tua a quel Vescovo, - breve ma piena di gratitudine.

Prima gli dirai che ti è caro rivolgerti a lui, che ha fatto tanto bene agli ai figli dell'Opera, poi gli soggiungi che, avendo il Ch.co Sollecito domandato supplicato per essere promosso al Diaconato, e avuto il nulla osta da parte del superiore, ti prendi la libertà di accompagnargli presentargli la sua domanda, e parendoti buona di raccomandarglielo e perché se a lui nulla osta vi è nulla in contrario venga ord possa essere ordinato. Tu indirizzi tutto facendo passare per le mani di Don Risi, egli è là, è lui che la deve presentare e sa la temperatura se è alta o bassa.