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Tortona, 21 Agosto 1939

Chierici carissimi,

La Grazia di Dio e la Sua pace siano sempre con noi!

Ho ricevuto la gradita vostra del 15 corr. Festa dell’Assunta, e sono lieto di potervi rispondere, sia pure brevemente, al principio della dolce Novena alla Madonna della Guardia.

È da ieri e dai piedi della Statua miracolosa di N. Signora, che troneggia lassù al Santuario, nella Cappella detta delle Grazie, che vi ho sempre davanti, come se foste qui, cari chierici, che sento di amare in Cristo quali dolcissimi figli.

Queste parole vi dicano non solo che siete ricordati, ma che qui si prega e si pregherà, specie durante la Novena, in modo particolare per voi, come anche per i vostri compagni di degenza e per quanti vi circondano e vi amano nel Signore, e hanno cura del vostro bene spirituale e fisico.

Prego umilmente, ma con fiducia filiale e grande, la Santa Madonna perché vi assista e conforti, perché vi salvi dallo scoraggiamento.

Lo scoraggiamento ci fa sperimentare la nostra miseria, ci fa conoscere col fatto che abbiamo bisogno di Dio: e sotto questo aspetto lo scoraggiamento ha una sua ragione di bene; ma non più in là che farci sentire che il solo fonte della forza è Dio.

Fondiamo dunque tutta la nostra confidenza ed il nostro coraggio nel nostro caro Padre Celeste, nel nostro Dio grande e buono sempre buono e sempre Padre.

In noi più che suoi servi, suoi figli, non deve entrare alcun scoraggiamento e neppure alcuna tristezza e, peggio, avvilimento.

Siamo nelle mani del Signore: vogliamo amare e vedere il Signore, e che si compia in noi la Sua S. Volontà, sorretti ed affidati alla Sua Grazia.

Stando in ginocchio ai piedi di Maria SS. nostra grande Madre e Consolatrice, ma anche sempre ai piedi della Santa Chiesa, Madre pure e Madre grande della nostra fede e delle nostre anime.

Di che temeremo noi?

Signore sta sempre vicino a quelli che lo amano, e che desiderano amarlo e servirlo, da sani e da malati, sempre e sempre più fedelmente, da buoni soldati di Cristo, e vogliono

con Gesù e per Gesù vivere e faticare, in amore santo di carità, di sofferenze, di consumazione di noi stessi divina ostia, divino olocausto nella volontà di Dio, nella Carità di Gesù Cristo.

  

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Questo è che piace a Gesù: si vive morendo e si fatica dolorando e immolandosi per il Papa, per la Chiesa, per la santificazione del Clero, per le anime per la conversione dei peccatori, per la conversione degli infedeli, per la pace del mondo, per chi piange, per chi

soffre delle umane ingiustizie, per tutti, per tutti: per vincere il male col bene! A gloria di Dio!

Figliuoli miei, il Signore vi sta vicino, è vicino a tutti che lo amano, che desiderano di amarlo.

Vi sta vicino e tiene conto di ogni vostro dolore morale e fisico, e mette ogni vostra pena nelle mani materne della Santa Madonna, la quale ci leva i difetti, le scorie delle nostre debolezze, le nostre deficienze: e poi le rioffre a Gesù in riparazione nostra e dei fratelli, a salvezza di mille e mille e mille anime ogni giorno e ogni ora, e per quante anime soffrono ed espiano laggiù nel secondo regno anelando di gettarsi nel cuore di Nostro Signore.

Su, animo cari figliuoli, voi soffrite con Gesù Crocifisso e con la Chiesa e non potete far nulla di più caro al Signore e alla SS. Vergine: siate felici di soffrire e di dare la vita nell’amore di Gesù Cristo.

L’esempio di Gesù, di Maria SS., dei Santi, vi animi!

Beati quelli che patiscono qualcosa, che dolorano nello spirito e nel corpo, nel nome e per l’amore di Gesù Cristo!

Non ho più tempo e finisco.

Finisco invocando su di voi, carissimi, la più pia e consolante benedizione: su di voi e su tutti da codesto Sanatorio: riveritemi il vostro Direttore e pregate per me.

Abbraccio voi e tutti in osculo sancto; nel vivo desiderio che la mano di Dio mi porti presto a voi!

Saluti e conforti da tutti.

Ave Maria! E avanti!

Vostro affezionatissimo


     Sac. Luigi Orione

     della Divina Provvidenza