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[Brano di una lettera scritta da Don Orione

al Signor Reggente Canonico A.Perduca]


          8/ 7/ [1]919


A Como, non è una casa, ma ne ho messe là tre, a fare da serve di Gesù Cristo, ai poveri orfani di guerra che erano rimasti abbandonati: si poteva lasciarli cosi?

A Reggio Calabria non ho aperto Case, ma ne ho mandate tre a fare del Catechismo in un rione della Città, dove si vive e si muore come Dio sa, e dove i Sacerdoti non vanno, o non possono più andare.

Gli anni di noviziato sono due, almeno due: uno chiuso e uno aperto; alcune faranno prima l'anno chiuso cioè a S. Bernardino e le altre viceversa.

Il Signore poi guarda allo spirito di carità e ci benedirà e premierà: secondo che avremo avuta carità...

Ma io non le mando che in posti dove fanno della fame, dove sono prese a sassate per poter fare del bene, e da quelli a cui fanno del bene: dove sono derise anche dalle persone di chiesa, o compatite come pazzerelle, e dove presto presto, si ammalano per la vita di lavoro e di sacrificio e se ne vanno in Paradiso a fare il Noviziato.

Non vi pare bello?

In verità...Dunque mi pare che ci sia da stare contenti in Domino!

Finché c'è amor di Dio, e di sacrificio per le anime, umiltà, patimento, preghiera, che andiamo cercando? Avanti! Avanti! Stiamo lieti, stiamo lietamente.

Piuttosto vi dirò: che quando codeste straccione andranno nella nuova casa, desidero che ci vadano, dopo tre giorni di dgîuno a pane e acqua, e io pure digiunerò a pane e acqua per quattro giorni; e poi desidero che ci vadano scalze, cantando il Miserere ed entrando, giù a baciare le terra per tre volte, e che si prendano il posto più augusto e più umile, per lasciare ai bambini, alle fanciulle e ai poveri la parte più bella, più arieggiata, più comoda.

E se ci sono poveri in paese, quel giorno li aiutino e diano loro un buon pranzetto, e si mettano in gran divisa, con su le scarpe, a servire Gesù Cristo nei poveri, che devono sempre essere, i nostri più cari fratelli.

E questo facciamo in ispirito di amore di Gesù Signore nostro, e di umiliazione di sé, ed anche per ottenermi da Dio misericordia per i miei peccati e ottenere dal Signore benedizioni sul paese di San Sebastiano.

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Di quanto avete fatto per l'asilo, come per altre opere di educazione cristiana e di carità, che si svolgeranno in codesta Casa della Madonna delle Grazie vi ricompensi chi ha dato il danaro e ogni anima benefica e caritatevole verso cotesta Casa della Madonna.

Se poi potete dirmi chi ha dato il danaro, compirò il mio dovere di ringraziare, diversamente, ringrazierete voi: dite che lascerò che si preghi secondo le sue intenzioni e che la prima Messa che io potrò celebrare a S. Sebastiano sarà per chi ha dato il danaro.

E Dio lo benedica in terra e in Paradiso...(e così sia!)