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 [A Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Card. Francesco Marchetti Selvaggiani

Vicario Generale di Sua Santità]


             Tortona, 8 Gennaio 1938


Eminenza Reverendissima,


bacio con venerazione la S. Porpora.

Quando ebbi l'alto onore della visita di Vostra Eminenza Reverendissima Rev.ma nella umile casa di via Sette Sale, Le parlai di un del nuovo edificio, sorta presso la Chiesa di Ognissanti, e di d'un po’ di inaugurazione che si pensava farne a scuole iniziate.

Ora scrivo che la detta cerimonia, per circostanze speciali, sarebbe per il 16 corr., alle ore 16, che interverrebbe S.E. Federzoni, Presidente del Senato.

Di tale probabile intervento ho accennato alla Eminenza Vostra, e Le chiesi se nulla ci sarebbe stato di contrario, e Vostra Eminenza si degnava a dare il consenso.

Io non venni più a Roma, e sarei venuto ora di presenza da V. Emin.za Rev.ma, se non fossi trattenuto qui, presso un mio fratello, testé di recente gravemente colpito da paralisi, unico della famiglia e solo. Perdoni quindi, Eminentissimo, se devo limitarmi a scriverLe, e, purtroppo, in ritardo, dato il trambusto mio di questi giorni.

Vengo a rinnovarLe umilmente la preghiera di volersi degnare di venire e benedire quel nuovo Istituto. L'edificio è per le scuole, e secondo le moderne esigenze.

Ho fiducia che la Divina Provvidenza, poiché è tutto Essa che fa, manderà da pagarlo interamente: intanto si è dato alla Ditta un buon acconto, circa due milioni.

L'Istituto già accoglie una popolazione scolastica di 800 giovanetti di Elementari e Magistrali, tutti esterni. Abbiamo poi anche scuole serali. Gli insegnanti, nella quasi totalità, sono religiosi della Piccola Opera della Divina Provvidenza Div. Provv.za, tutti provvisti di titoli. Dicono che il quartiere Appio abbia più di 200.000 abitanti.

Scopo precipuo nostro è di concorrere, a costo di ogni possibile sacrificio, a dare ai figli del popolo di quel vasto Quartiere un'educazione sinceramente cristiana, e di preparare Maestri Cattolici per le scuole pubbliche, in Italia e all'estero.

Ma tutto sarà vano se la Benedizione di Dio non scenderà, larga e confortatrice, a dar incremento al nuovo Istituto, che prende il nome di San Filippo Neri, tanto caro ai romani a Roma, e dal grande Apostolo della gioventù Romana di Roma del secolo XVI vuol prendere anche quel Suo spirito di vita cristiana schietta, lieta e fattiva in Domino.

Eminenza, venga a portarci la Benedizione del Signore!

Le esprimo, fin d'ora, tutta la profonda gratitudine mia e dei miei religiosi: tutti ce ne sentiremo anche tanto confortati per i sacrifici sostenuti e per quelli che dovremo sostenere.

Mentre, con lo sguardo a Gesù Bambino, formulo per Vostra Eminenza ogni miglior Augurio e voto di Buon Anno, umilio devotissimi ossequi, e La prego di degnarsi benedirmi.

E voglia avermi con grande venerazione, di V. Emin.za Rev.ma umile, dev.mo e obbligatissimo servitore in Gesù C..