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[Minuta]
Sgraziato lo schiavo dei sensi! Una violenza sottentra all’altra, un disordine s’intreccia coll’altro, Satana lo deride il secolo.
Qua un sentimento, là un solletico, dove l’infamia e dove la beffa.
Somiglia una città presa d’assalto dalla rabbia d’un nemico implacabile e vittorioso.
Non v’ha per il disonesto!
Da per tutto come il fratricida Caino porta la memoria del suo delitto, e da per tutto ne subisce il castigo.
Come Davide ha sempre il suo peccato davanti agli occhi, non per piangerlo, ma per trovarvi il suo giudice e il suo carnefice.
Non v’ha per il disonesto!
Agitato dal suo rimorso si volge all’anima, e la trafigge, alla grazia e la fuga, alle buone ispirazioni e le deride, al cielo e lo bestemmia e lo calpesta, alla religione e la schernisce perché non sa che dire fuorché vilipendere.
Somiglia all’antico re, cui parea vedere l’abisso aperto sotto i suoi piedi, e le furie pronte a slanciarsi per divorarlo.