V068T003 V068P006
[Minuta]
+ G. P. A. M.
Mio Carissimo fratello,
Don Sterpi mi scrive della domanda pel Convitto. - Ve la mando qui munita e la trasmetterete di lì. So che vostro fratello va il 6 in S. Chiara, e gli scriverò una bella lettera. Qui si prega per Don Alvigini: fate scrostare la camera e lavare e disinfettare bene il pavimento e lavare bene tutta la roba, in modo però che, per quanto è possibile, non salti agli occhi dei ragazzi la cosa.
Ma chi è sto Dottor Panizzi che, senza aver avvertito Don Sterpi - anzi dicendo che non lo vuole avvertire per non commettere una indelicatezza verso Don Alvigini - poi va a dire, con un terzo che è fuori di casa, abusando così gravemente del segreto professionale e rasentando il Codice - che se non si provvede denuncerà il caso?
E intanto noi sappiamo nulla e Monsig. Vescovo da altri sa tutto?
Ma, se è il Medico del Convitto, converrà bellamente - non subito - ma certo, allontanarlo, perché‚ la cosa è assai grave.
Chi assicura che egli non l'abbia detto con parenti di ragazzi o che domani non comprometta in qualche modo l'onore del Convitto?
Basta: amiamo tutti, ma apriamo bene gli occhi, o mio caro D. Goggi. Vedete di curarvi e di non volere fare troppo.
Vi raccomando di pregare per me.
V068P007
Ill.mo Signor Direttore,
Mi perdoni innanzitutto, se ho tardato qualche giorno a rispondere alla gentilissima sua lettera, ma, essendo tornato dalla campagna or ora, ed avendo trovato una farragine di faccende da sbrigare, non ho potuto farlo prima.
Purtroppo le informazione che devo darle intorno alla salute del Rev.do Don Alvigini, sono poco buone. È affetto da bronco - polmonite degli apici a decorso lento di natura tubercolare, malattia infettiva e contagiosa, di pericolo quindi per chi con lui convive.
Sì, è con vero rincrescimento che comunico alla S.V. una così triste sentenza, ma vi sono indotto dal dovere di coscienzioso professionista e padre di famiglia.
Avendo avuto occasione di visitarlo soltanto verso la fine di Agosto, quando cioè Ella già era assente da S. Remo e poco prima ch'io pure fossi di partenza, mi riservavo di informarla dettagliatamente appena avessi avuto la fortuna di rivederla qui di ritorno.
Ne parlai tuttavia, pregandolo di avvertirne la S.V., al Canonico Bongiovanni, e non vidi l'urgenza di scriverle io stesso, avendo sentito da Don Alvigini che aveva deciso di recarsi nei primi di Settembre per qualche tempo a casa sua.
La mia famiglia, conservando per la S. V. la più cara memoria e la più sincera gratitudine le contraccambia cordialissimi saluti ed io, tenendo a dichiararle che la sua assenza, che speriamo provvisoria e di breve durata, è una grande mancanza per noi e per questo Istituto, presso cui ha Ella acquistato tante benemerenze, mi pregio inviarle i miei ossequi coi quali mi professo
Della S. V. Dev.mo
Dr. Emilio Panizzi
Sanremo, 5 Ottobre 1903
P.S. Peppino la ricorda ogni giorno, domani subirà la prova di latino e quanto prima rientrerà in Convitto.