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+ Anime e Anime
Castelceriolo, il 2 Novembre 910
Illustre e Caro Signore,
La chiamo così con tanta confidenza, perché‚ io ho sempre voluto un grande bene a Suo Zio, e quindi sento di volerne anche a Lei.
Sono giungo da Messina l'altra sera, la vigilia dei Santi, - e il primo passo che ho fatto è questo: ho sentito che doveva essere qui alla tomba benedetta, e forse un giorno gloriosa, di Suo Zio.
Alla Sua morte ho pregato per Lui, come figlio può pregare per Suo Padre, - poiché tale mi fu nelle vie di Dio.
Prendere il treno e venire, fu il primo pensiero; ma capii che non avrei fatto più a tempo pei funerali e mi trovava anche in una situazione, che difficilmente poteva muovermi di là, senza il permesso di Roma.
Lei
mi scrisse quella cortesissima lettera, ma certi dolori, Ella lo sa,
aprono una ferita così, che si rimane muti, ed io rimasi per più
tempo così
tale, e non sapeva capire come avrei potuto venire a Tortona, e non
trovarlo più, quell'Uomo di Dio, che era
tutto per me
nei momenti più critici e dolorosi del mio Istituto.
La ringrazio di quel qualsiasi ricordo di Lui, che Ella gentilmente crederà di farmi tenere; - io lo avrò come la reliquia di un Santo.
Presto dovrò ritornare a Messina, e non so ancora per quanto: ma ho in animo di cominciare a raccogliere subito tutte le memorie di Monsignor Novelli, e se altri meglio e prima non farà, vorrei scrivere di Lui, delle Sue virtù dolci, della sua dottrina sana e vasta e profonda, e viva di una luce grande di fede, di quella fede che serena Gli splendeva sulla fronte come un raggio di predestinazione.
Altri certo potrà fare molto meglio di me, ma non so chi più di me abbia meglio conosciuti i dolori profondi che ne amareggiarono la santa vita.
Egli fu il vero Sacerdote di Gesù Cristo e di Gesù Cristo Crocefisso, e fu di sovente crocefisso col Suo Dio: fu il divoto zelante e tenerissimo della Madonna: fu tutto della Santa Chiesa di Roma e tutto del Papa e difese le direttive pontificie e le fece amare dal giovane Clero quando il farlo era un andare contro a tutta una corrente che tendeva a fare
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il deserto attorno a Roma, ed erano momenti difficili e dolorosi per il Mgr. Novelli e per altri l'agire contra.
Ella, Gentilissimo Signor Dottore, veda Mgr. Villa, io pure spero vederlo; gli faccia conoscere questo mio pensiero, di fare qualche cosa per Mgr. Novelli, suo e mio: e che non si disperdano non solo le carte e documenti diretti, ma neanche tutto ciò che può dare luce, e che potrebbe o essere pubblicato, o dare materia di scrivere di Lui, a consolazione nostra, e a bene del giovane Clero, e a gloria del Servo di Dio.
Con devoto affetto La riverisco, e Le sono dev.mo servitore
in Gesù Cristo e Maria SS.
Sac. Luigi Orione
della Div. Provv.za
Scusi
se non rileggo
rifaccio.