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[Da Copia manoscritta]
li 3 Ottobre 1917
Mio Venerato Vescovo,
Ricevo la lettera di Vostra Eccellenza, e la ringrazio delle sue parole piene di bontà, benché‚ mi siano di grande confusione. Capisco bene che Nostro Signore trattandomi e facendomi trattare con tutta questa bontà, vuole proprio che io metta la testa a posto, altrimenti chissà, dopo, come me la caverò.
Quanto agli Esercizi, sia tutto come Vostra Eccellenza scrive; io non ci voglio pensare, altrimenti finirei col fare della superbia, e ce ne ho d'avanzo. Il 21 corr. avevo accettato l'invito, e - in assenza di V. E. e interpretandone il pensiero - di andare alle Bettole, che è quasi alle porte di Novi, e molte donne sono filandiere a Novi - per organizzarvi, secondo il desiderio di quel parroco, Teol. Bottazzi, le Madri Famiglia. Ma spero di poter fare tutto, ugualmente. Il Signore mi aiuta tanto che non son degno di nominarlo. Vengo dunque ad altro, di cui già avrei parlato a V. E. se Ella fosse stata qui, ma ora è bene che gliene scriva.
Facilmente a S. Sebastiano Curone si potrà aprire un Asilo Infantile; è lavoro intelligente di Don Perduca e so che V. E. vede bene.
Hanno chiesto tre Suore. Andarono già a vedere quelle di Don Bosco, ma non si accordarono e altre Suore è difficile averle, e perché sono ora molto ricercate negli Ospedali Militari, e perché il Comune, date le attuali critiche circostanze benché sia favorevolissimo, non sa dove prendere i fondi, e difficilmente le Suore vanno senza avere assicurato uno stipendio.
Avrei dunque in mente di mandare tre di quelle mie straccione che ho là a S. Bernardino, e mi pare che la Divina Provvidenza le aiuterà.
Se V. E. però nel Signore avesse qualche difficoltà, La pregherei umilmente di inviarmi anche un suo semplice biglietto in bianco, che per me è un dato segno che mi basta a capire, e io sarò felicissimo nel Signore di sospendere tutto.
Devo aggiungere che, come V. E. ben sa, quelle di S. Bernardino non sono affatto vestite da Suore, ma poiché Don Perduca mi dice che la popolazione di S. Sebastiano le preferisce vestite da Suore, come Dio vuole, basta salvare anime.
Ma vestirebbero l'abito senza cerimonie e senza taglio di capelli, perché oggi sono
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là e per fare del bene sono vestite da Suore e domani sono in un altro posto, e converrà per fare del bene che vestano l'abito civile e vadano magari in cappellino.
Se anche, per penetrare nella società e salvarla, bisognasse che andassero colla moda di Parigi, ma portino Gesù Cristo, e poi vadano anche colla moda di Parigi!
Però sottopongo tutto alla Santa Chiesa, e nulla voglio che stare ai piedi della Santa Chiesa di G. C. Io ho ben capito che dalla riunione dei parroci in Episcopio Vostra Eccellenza deve aver avuto una delusione. Ebbene mi permetta di poterle dare questa consolazione: questo Asilo che si aprirebbe a San Sebastiano è in gran parte già un frutto, un'opera pratica della Società delle Madri Cristiane, che Don Perduca ha saputo condurre già a tanto.
E prevedo che l'Asilo, in quel centro, potrà essere, col divino aiuto, il principio di molto altro bene, del quale poi Le parlerò. - Mi limito intanto a far presente all'Eccellenza Vostra che a S. Sebastiano Curone cade tutta la montagna, - quindi oltre ad un Ricreatorio Festivo per le ragazze, un altr'anno vi si potrà aprire una Scuola di Cucito per le più alte con laboratorio di maglieria a macchina, il che pel paese, che vive ed è ricco pel commercio, non sarà poco vantaggio.
Ma sarà anche, e sovra tutto, un bene più alto, e veramente cristiano e sociale; dopo la guerra, il provvedere un pane onorato a molte ragazze che dovranno restare sempre tali non sarà piccolo problema di pubblica moralità. E S. Sebastiano è paese ricco, e già di molto pericoloso. La Superiora che manderei è un vero valore per qualità didattiche, ed è di buono spirito, è già di una conveniente età.
Si trova a S. Bernardino da due anni, e vi faceva da maestra di lavoro e delle probande.
Detto tutto questo come figliuolo a Padre, io, ripeto, metto tutto ai piedi di Vostra Eccellenza come ai piedi del Signore: non voglio avere che un desiderio e una volontà: fare quello che piace al Signore. Unisco una lettera di Don Perduca, ricevuta stamattina, perché Vostra Eccellenza veda tutto. Ed ora mi dia la Santa Benedizione e, se crederà, benedica anche l'Asilo di S. Sebastiano e mi abbia pel suo povero figlio in Gesù Cristo e Maria SS.
Sac. Orione