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[Copia dattiloscritta]

Casa Divina Provvidenza            

Tortona                                 

24 Gennaio 1919.              

Caro e Venerato  Monsignore,      

Sono stato assente, e solo oggi mi è dato poterle rispondere.    

Come già Le scrissi, sono disposto ad accettare la  Parrocchia di Grottaferrata, perché vi si possa sviluppare un lavoro coordinato con la attigua di San Giuseppe a Poggio Tulliano; e  vi manderei, quanto prima, il Sac. Augusto Enrico Contardi di Giuseppe, nato a  Montecalvo Versiggia (prov. di Pavia) il 14 Novembre 1885.    

Egli è un buon  Religioso  di questa umile Congregazione, e vi fu educato da  fanciullo. È stato sempre un angioletto, distintissimo da Chierico e da Sacerdote per pietà e zelo; è anche di ingegno, e insegnò francese.    

Il suo stato di servizio dopo che venne ordinato è questo: -  dieci anni sono, venuto il terremoto di  Calabria e di Messina, lo condussi con su quelle terre devastate, e lo lasciai poi a dirigere la Colonia Agricola - professionale di  Cassano al Jonio per gli Orfani del terremoto, e aveva anche la cura di un celebre Santuario annesso, che egli fece rifiorire,    Vi rimase alcuni anni,  meritandosi la stima intera e unanime dell’attuale Patriarca di  Venezia,  che era allora Vescovo di Cassano,  e poi del suo Successore  Monsignor Giuseppe  Rovetta, e di tutte le Autorità , come del popolo.    

Dopo il terremoto d’Abruzzo lo chiamai pure ad Avezzano, dove vi fece molto  bene, vivendo una vita di non lieve sacrificio,  con edificazione di tutti, e di quel  Vescovo dei  Marsi Monsignor  Pio Bagnoli, confratello di religione al Rev.mo P. Guglielmo, Visitatore Apostolico di Grottaferrata.  Fu pure a  Reggio Calabria, Superiore dell’Istituto e  Chiesa di San  Prospero,  assai stimato da quell’Arcivescovo. È molto attivo nel ministero sacerdotale,  ma di carattere dolcissimo.      

Ora si trova sotto le armi qui in Alessandria, dove confessa e predica in parecchi  Istituti,  e si occupa molto di gioventù, stimatissimo da Monsignor  Villa, Vicario,  e da tutti; anzi si vorrebbe che lo lasciassi in  Alessandria, destinandolo per la nuova Parrocchia di San Rocco, che ci è stata affidata colà .    

Essendo egli della classe dell’85,  doveva essere congedato il 28 di questo mese, ma ora fu sospeso tale congedamento; però ho chiesto già il suo esonero, e, benché egli sia  capo-ufficio, e sappia che i suoi Superiori metteranno  difficoltà per non perderlo sino al



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definitivo congedo della sua  Classe, spero che  presto sarà a piena nostra disposizione.    

Certo le posso  dire, caro  Monsignore,  che sono più di venti anni che questo figliuolo l’ho con me, e non mi ha  dato mai  un dispiacere, ma molte consolazioni.

Egli è poi di carattere sempre lieto in Domino, mortificatissimo, e non urta mai, e sa ottenere tutto con molto t atto  e dolcezza sacerdotale. Mi pare proprio quindi adatto per codesta situazione di Grottaferrata, dove ci sono i  Basiliani e forse altre  Comunità religiose.    

Solo chiedo gli sia fatta una posizione netta ab initio da poter  lavorare, e che venga posto nella possibilità di vivere e di convivere con tre altri almeno dei nostri Religiosi,  in casa separata,  e che abbiano locali e mezzi necessarii da poter dar vita e  sviluppo alle opere parrocchiali sia di indole religiosa e di pietà, come di carattere sociale. E che se hanno bisogno di respirare una boccata d’aria non debbano essere obbligati ad uscire fuori al pubblico o a passeggiare per le strade.

A prima vista sembrerà , caro Monsignore, che  io sia un po’ esigente, ma ogni sacrificio ridonderà in fine a vero profitto spirituale e materiale di codeste popolazioni.    Se la lampada della vita religiosa sarà nei miei Confratelli bene alimentata interiormente, e se saranno un piccola sì, ma una vera e bene ordinata Comunità, e un cuor solo e un’anima sola nella carità, e alimentati dal vero spirito di Gesù Cristo Signor Nostro, usciranno animati e guidati dal Signore e faranno del bene  vero e duraturo, a conforto della  Santa Chiesa.    

Eccole dunque, Rev.mo  Monsignore, la persona che propongo, e che  La prego di voler presentare quale Parroco effettivo di Grottaferrata, sia all’Eminentissimo Signor Cardinale Cassetta che al Rev.mo Monsignor  Lupi.    

Al P. Guglielmo  scriverò anch’io, e ritengo che egli già conosca il Don Contardi. Tuttavia è certo, bene,  per tutto che si riferisce ai rapporti tra la Badia e il  nuovo Parroco,  e a quanto  sopra  io chiedo quale condizione per accettare in modo definitivo, che Ella voglia parlargliene.    

Tanto più’ che venire ora io a Roma, mentre ci sono stato fino a poco più di una settimana fa,  e per più’ d’un mese, mi riuscirebbe gravoso e quasi impossibile, avendo pure in alta Italia molto e pressante  lavoro.                                                                 




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Non lascerò, per altro, dal mandare da  Vossignoria uno dei miei Religiosi, molto ponderato: a Lui  Ella potrà esporre, e con  Lui magari intendersi sia col Rev.mo P. Priore sia col Visitatore Apostolico, e intanto appianare difficoltà, se difficoltà ci sono, onde venire ad una più sollecita e definitiva decisione.    

E poiché più vado avanti e più sento che con l’orazione si giunge a tutto, e si fanno le cose, così farò pregare e pregherò e se questa combinazione piacerà al Signore, vedrà  che andrà .    

Sono lieto della sua soddisfazione per  Don Cesare Pedrini; gli ho scritto confortandolo in Domino.

La ringrazio, caro Monsignore, delle benedizioni che Ella mi prega da Dio: me ne preghi molte e molte!    

Da parte mia la voglio sempre  ricordare nella Santa  Messa, come da qualche  giorno vado mettendo sull’altare  tanto San Giuseppe agli Squarciarelli, che Grottaferrata.

Pel resto che Ella mi scrive, e che si riferisce alla volontà di Dio, e alla sua anima: - allegro, caro,  caro  Monsignore,  allegro in Domino! Il Paradiso è nostro!  Il Paradiso è nostro!    

Voglia baciare per me la Sacra Porpora all’Eminentissimo Cardinale Cassetta, e porgere miei ossequi a Monsignor Lupi come al Rev.mo Padre Guglielmo.  

Ed Ella mi abbia in osculo Christi per aff.mo  suo, come un fratello,


Sac. Orione        

Lettera inviata al  Rev.mo  Monsignore  Eugenio  Mercanti, Vicario  Generale della Diocesi di  Frascati, il quale entrò poi nella  Congregazione dei PP. Giuseppini del  Murialdo ed ivi morì da santo  religioso.  

Detta lettera trovasi presso l’Archivio  Storico della Pia Società Torinese di S. Giuseppe - Via  Etruschi 7  - Roma.      

Copia conforme all'originale.                                            

In fede                                        

P. Luigi  Casaril                                      

Superiore Generale  

Pia Società Torinese Di S. Giuseppe

Roma   via degli  Etruschi  7        


Roma, 7 luglio 1953