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[Da Copia manoscritta]
Buenos Aires, 20 Marzo 1935.
Al caro Bianchi “il Capasso” della Piccola Opera.
Il Signore sia sempre con noi, la grazia del Signore e la sua pace siano sempre nella nostra anima.
Ho ricevuto la vostra lettera del ventun febbraio, scritta da quella birba di Sciaccaluga, evidentemente, ma firmata da voi: qual che volta, se non state attento, vi farà firmare qualche altra "bojeria"; non fidatevi troppo dei Genovesi!
Come sta, ora, vostra sorella? Le direte che prego per Essa, e Le mando la mia benedizione.
Ora sto cominciando il Piccolo Cottolengo Argentino, c’è il terreno, ma bisogna fabbricare; vi avrei bisogno qui, ma bisognerebbe lavorare e fabbricarmi almeno sei padiglioni, ma senza spendere, perché di plata non ne ho: c’è però la Divina Provvidenza! e molti abbandonati di ogni genere che non si sa da che parte voltarsi.
Dunque, se avete finito a Tortona, a Fano, a Genova, a Bra, a Roma, mettetevi in alta tenuta, con quel paletò da grande Ingegnere, poi due pacchetti di quelle cose che fanno venire gialle le punte di certe dita, e poi partite! per le spese di viaggio ecc. dite a Don Sterpi che anticipi tutto lui, che poi pagherò. E che si fidi, che l’America è la terra dei galantuomini, tutti vengono qui i galantuomini da ogni paese.
Mi dicono che le sigarette qui costano molto meno e che sono assai più buone: dunque, caro Bianchi, fatevi coraggio! Ma siamo in quaresima, e facciamo un po’ di serietà, se non di penitenza, perché qui la penitenza e l’astinenza sono abolite dalla legge di Dio, si mangia carne a tutt’andare, non c’è né venerdì né sabato, non per nulla si dice che qui è un altro mondo.
Dunque e col Signore come state?
Guardate, caro Bianchi, che, se anche non avete l’abito esterno della Congregazione, io vi ritengo come un vero e proprio religioso; e dovete vivere e diportarvi sempre da Figlio della Divina Provvidenza, dando a tutti un gran buon esempio.
Già avete fatto abbastanza bene, ma bisogna sempre andare avanti nella virtù e migliorare. E far tutto non per farsi lodare dagli uomini, ma per farsi dei meriti e
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prepararsi un po’ di bene per il Paradiso. E pregare, lavorare e pregare e pensare che Iddio sempre ci guarda e ci pagherà Lui ogni sacrificio, ogni sforzo che faremo per essere veri santi religiosi.
Direte a Sciaccaluga che se non prende la Messa, io non vengo. Salutatemi particolarmente il mio Paolino e ditegli che prego per lui e che mi mandi qualche notizia astrologica, specie su Mercurio. Farete i miei rispetti alla vostra Ida, e ditele che preghi per me e secondo le mie intezioni: tanti rispetti anche a tutti gli altri vostri di famiglia.
Salutatemi Don Sterpi e tutti i Sacerdoti, e non dimenticate Don Adriano Calegari anche sia Genovese.
Saluti al vostro birba Sciaccaluga e a tutti.
Buona Pasqua a tutti!
Caro Bianchi, direte ai Chierici che sono a Genova che sempre li ricordo, li benedico e che preghino molto per me e mi salutate tanto, tanto Don Greppi e anche la Superiora del Cottolengo, quella che è gobba davanti e di dietro: ditele che non si strapazzi, riposi e si usi riguardi.
Dicono che la neve ha fatto danno al tetto del Santuario. E caduto il monaco?
Don Zanocchi e tutti salutano e augurano a voi e a tutti buona Pasqua.
Buona Pasqua! Buona e santa Pasqua!
Saluto, conforto e benedico Voi e tutti; ed una fumerete una sigaretta - una veh! - alla mia salute. E siate sempre da Dio assistito e benedetto!
Vostro aff.mo in Gesù Cristo e nella Madonna Santissima
Sac. Luigi Orione
della Divina Provvidenza