V068T128                                                                                             V068P169  

[Minuta]       

Nostro Signore Gesù Cristo Crocifisso      

il S. Padre e le Anime      

[Lettera in data 7/01/1902]      

Veneratissimo Padre in N. Signore Gesù Cristo,  


Mi trovo Sono a Roma solo da lunedì da una settimana, perché ho dovuto andare prima a S. Remo e là vi sono fermato un po’, e più ci sarei stato se avessi avuto più tempo,  che anzi non sarei venuto via, se fosse stato possibile per la consolazione grande che mi davano quei figliuoli tanto di buono spirito. (Specialmente, quelle che sono venuti all'Opera dalla Università) .  

Ho potuto parlare conferire con Monsig. Daffra per il, e gli ho parlato del Ch.co Ferrari, il nipote di quel del Capo - Mastro muratore e gli ho parlato nel modo che mi ha suggerito V. Eccellenza.

Mi ha detto risposto che è dispostissimo sarà lietissimo di accogliere detto Chierico nel Suo Seminario, quando Vostra Eccellenza gli invii due parole autografe, come ciò che mi disse essersi convenuto tra i Vescovi della Provincia Ecclesiastica Ligure.  

Aggiunse Si mostrò essere dolente di non poterlo incardinare a Ventimiglia per avervi colà assai abbondanza di Clero.  

È Tuttavia, è disposto a tenerlo, sempre per conto di Vostra Eccellenza, anche per qualche anno dopo la Messa, e poi lo rimetterebbe.  

Egli mi pregò di ossequiare nuovamente Vostra Eccellenza, e si disse pronto ad accettare anche più d'un chierico avendo posto, purché sempre alle sopra accennate condizioni.  

Qui sono giunto lunedì otto giorni jeri a tarda sera.  Le due Colonie tenute dai nostri buoni Eremiti sono vicino a Roma, e propriamente su Monte Mario, a mille metri sul mare posizione adattissima per la solitudine e per la salubrità dell'aria e per la bontà e abbondanza delle acque cosa non indifferente specialmente per Roma.

La Colonia di S. Giuseppe, di cui invio a Vostra Eccellenza il piccolo Regolamento e il Calendario, ha pure il podere della Nunziatella, fuori Porta S. Sebastiano; ma i ragazzi vennero ora portati qui, alla nuova sede comprata dallo stesso Istituto S. Giuseppe, perché fuori Porta S. Sebastiano si aveva mal aria.  

La piccola Questa piccola Colonia S. Giuseppe è posta a un tir di schioppo dai giardini vaticani è costituita da 12 ragazzi e cinque eremiti e promette assai bene, è sotto la particolare protezione del Card. Respighi Vicario, di Sua Santità, che ci ama tanto, ha per assistente ecclesiastico Monsig. Radini Tedeschi.  

L'altra Colonia di S. Maria del Perpetuo Soccorso, di dove Le scrivo e di cui le invio copia dell'Immagine che qui si venera, è istituita da Monsig. Misciattelli. Egli comprò la Villa del Cardinal Iacobini, e l'ha ridotta a Colonia.





                                                                                                    V068P170


Ora vi hanno qui sedici muratori che vi lavorano a fare un refettorio nuovo e un dormitorio più adatto. Vi spenderà

Mi ha detto fin dal primo giorno che gli parlai che questo egli la vuol lasciare tutto all'Opera: si faccia la volontà di Dio!

Questo Monsig. è molto buono e assai ricco, mi dissero anzi che sia anzi il più ricco prelato del Vaticano; certo che mi pare che spenda in un modo che ci pare abbia la zecca; tanto è anzi il danaro che spende e che dice di vole. Qui i ragazzi sono.

Qui tutto va avanti in mano sua a conto suo e il denaro c'è a profusione ora fatto senza

Le due Colonie sono piuttosto vicine sì che di questi giorni ho potuto avere raccogliere tutti gli Eremiti e i ragazzi raccolti in questa cara chiesuola Cappella davanti a questa cara Madonna del Perpetuo Soccorso.  

Per queste due Case di Roma mi pare di dover avere una cura particolare, per questo epperò mi sono fermato in questa prima settimana a raccogliere il mio lo spirito mio e di questi figli in un po’ di santo ritiro ed che abbiamo terminato jeri, festa della Epifania.  

A Roma non sono quasi ancora andato che poche volte, parendomi di dovere a questi figli tutto il tempo e tutte le cure possibile di questa breve visita; e così ho cerco con l'aiuto di Dio di accomodare il mio spirito allo spirito di questi figli loro cercando di prendere e mostrare in me una tale forma, con l'aiuto del Signore, tale forma di vita che ognuno, anche di abitudini diverse dalle nostre del Piemonte, possa averne buon stimolo al bene e infiammarsi di amore di Nostro Signore.  

E per questo neppur nelle cose spirituali e di maggior consolazione per l'anima mia, quale sarebbe stato il poter dire la Santa Messa sui corpi di tanti Santi, ho creduto di potermi soddisfare, per dire la S. Messa a questi figliuoli, contentandomi di una breve visita e dicendo ai Santi che per sta volta mi volessero scusare.