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[Minuta]
Nostro Signore Gesù Cristo Crocifisso
il S. Padre e le Anime
[Lettera in data 7/01/1902]
Veneratissimo Padre in N. Signore Gesù Cristo,
Mi
trovo
Sono a Roma solo
da lunedì
da una settimana, perché ho dovuto andare prima a S. Remo e là vi
sono fermato un po’, e più ci sarei stato se avessi avuto più
tempo, che
anzi non sarei venuto via, se fosse stato possibile
per la consolazione grande che mi davano quei figliuoli tanto di
buono spirito. (Specialmente,
quelle che sono venuti all'Opera dalla Università)
.
Ho
potuto parlare
conferire con Monsig. Daffra per
il,
e gli ho parlato del Ch.co Ferrari, il nipote di
quel
del Capo - Mastro muratore e
gli ho parlato nel modo che mi ha suggerito V. Eccellenza.
Mi
ha detto
risposto che è
dispostissimo
sarà lietissimo di accogliere detto Chierico nel Suo Seminario,
quando Vostra Eccellenza gli invii due parole autografe, come
ciò che mi disse essersi convenuto tra i Vescovi della Provincia
Ecclesiastica Ligure.
Aggiunse
Si mostrò essere
dolente di non poterlo incardinare a Ventimiglia per avervi colà
assai abbondanza di Clero.
È
Tuttavia, è disposto a tenerlo, sempre per conto di Vostra
Eccellenza, anche per qualche anno dopo la Messa, e poi lo
rimetterebbe.
Egli
mi pregò di ossequiare nuovamente
Vostra Eccellenza, e si disse pronto ad accettare anche più d'un
chierico avendo
posto,
purché sempre alle sopra accennate condizioni.
Qui
sono giunto lunedì
otto giorni jeri
a tarda sera. Le due Colonie tenute dai nostri buoni Eremiti sono
vicino a Roma, e propriamente su Monte Mario, a mille metri sul mare
posizione adattissima per la
solitudine e per la salubrità dell'aria e per la bontà e abbondanza
delle acque cosa
non indifferente specialmente per Roma.
La Colonia di S. Giuseppe, di cui invio a Vostra Eccellenza il piccolo Regolamento e il Calendario, ha pure il podere della Nunziatella, fuori Porta S. Sebastiano; ma i ragazzi vennero ora portati qui, alla nuova sede comprata dallo stesso Istituto S. Giuseppe, perché fuori Porta S. Sebastiano si aveva mal aria.
La
piccola
Questa piccola Colonia S. Giuseppe è posta a un tir di schioppo dai
giardini vaticani è
costituita da 12 ragazzi e cinque eremiti e promette assai bene,
è sotto la particolare protezione del Card. Respighi Vicario, di Sua
Santità, che ci ama tanto, ha per assistente ecclesiastico Monsig.
Radini Tedeschi.
L'altra
Colonia di S. Maria del Perpetuo Soccorso, di dove Le scrivo e di cui
le
invio copia dell'Immagine che qui si venera, è istituita da Monsig.
Misciattelli. Egli comprò la Villa del Cardinal Iacobini, e l'ha
ridotta a Colonia.
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Ora
vi hanno qui sedici muratori che vi lavorano a fare un refettorio
nuovo e un dormitorio più adatto. Vi
spenderà
Mi
ha detto fin dal primo giorno che gli parlai che questo
egli la
vuol lasciare tutto all'Opera: si
faccia la volontà di Dio!
Questo
Monsig. è molto buono e assai ricco, mi dissero anzi che sia anzi
il più ricco prelato del Vaticano; certo che
mi pare che spenda in un modo
che ci pare abbia la zecca; tanto
è anzi il danaro che spende e che dice di vole. Qui i ragazzi sono.
Qui
tutto va avanti in
mano sua
a conto suo e
il denaro c'è a profusione ora fatto senza
Le
due Colonie sono piuttosto vicine sì che di questi giorni ho potuto
avere
raccogliere tutti gli Eremiti e i ragazzi raccolti
in questa cara chiesuola Cappella
davanti a questa cara Madonna del Perpetuo Soccorso.
Per
queste due Case di Roma mi pare di dover avere una cura particolare,
per
questo
epperò mi sono fermato in questa prima settimana a raccogliere il
mio
lo spirito mio e di questi figli in un po’ di santo ritiro ed
che abbiamo terminato jeri,
festa della Epifania.
A
Roma non sono quasi
ancora
andato che poche volte, parendomi di dovere a questi figli tutto il
tempo e
tutte le cure
possibile di questa breve
visita; e così ho
cerco con l'aiuto di Dio di accomodare il mio spirito allo spirito di
questi figli
loro cercando di prendere e mostrare in me una
tale forma,
con l'aiuto del Signore, tale forma di vita che ognuno, anche di
abitudini diverse dalle nostre del Piemonte, possa averne buon
stimolo al bene e infiammarsi di amore di Nostro Signore.
E per questo neppur nelle cose spirituali e di maggior consolazione per l'anima mia, quale sarebbe stato il poter dire la Santa Messa sui corpi di tanti Santi, ho creduto di potermi soddisfare, per dire la S. Messa a questi figliuoli, contentandomi di una breve visita e dicendo ai Santi che per sta volta mi volessero scusare.